«Crac Italcase, una sentenza di aggressività ingiustificata»

Corriere della Sera

I legali di Geronzi: accuse da respingere

MILANO - «Ingiustificata aggressività». È durissima la replica alla sentenza sul crac Italcase-Bagaglino degli avvocati di Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, condannato per bancarotta insieme con altre 57 persone e un altro banchiere di primo piano, Divo Gronchi. Quest'ultimo, all'epoca dei fatti consigliere della Banca Agricola Mantovana, è oggi il capo operativo della Popolare Italiana, l'ex banca di Gianpiero Fiorani che ha contribuito a risanare assumendone la guida dopo l'arresto dello stesso Fiorani, proprio un anno fa, il 13 dicembre 2005. E anche a Lodi le reazioni non sono state di minor sorpresa: «siamo sbigottiti» hanno fatto sapere i legali dell'amministratore delegato, dopo aver letto il dispositivo di 12 pagine frutto di due anni di dibattimento, 250 udienze e una camera di consiglio di otto ore conclusa nella notte di giovedì dai giudici del Tribunale di Brescia. Una sentenza, quella sul dissesto della società turistico-alberghiera dell'imprenditore Mario Bertelli (condannato a 13 anni), una voragine di perdite per 600 milioni, che ha comportato, per effetto del regolamento sui requisiti di onorabilità di amministratori di società bancarie, la sospensione immediata dalle cariche non solo di Geronzi (condannato a un anno e otto mesi per bancarotta semplice), che è anche il vicepresidente di Mediobanca e componente del direttivo del patto dei soci di Piazzetta Cuccia, e Gronchi (stessa pena), che sta gestendo la fusione della Bpi con la Popolare di Verona, ma anche di Roberto Colaninno, numero uno della Piaggio e già componente indipendente di Bam, i cui soli incarichi di consigliere in Capitalia e di Mediobanca, sono ora «congelati». Ieri l'imprenditore ha detto di essere «molto amareggiato» per la sentenza e di confidare nell'appello. Toccherà alle rispettive assemblee degli azionisti confermare o meno la fiducia agli amministratori, ripristinandone eventualmente le posizioni. Capitalia ha fissato per lunedì 11 dicembre il consiglio per la convocazione dell'assemblea, mercoledì 13 sarà la volta della Bpi ed è attesa a breve la riunione degli amministratori di Mediobanca. Per Geronzi si tratta della seconda sospensione in poco meno di un anno. Nel febbraio scorso il presidente dell'istituto romano fu interdetto dalle funzioni in seguito al rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta nel crac Parmalat e poi reintegrato dall'assemblea di Capitalia a fine aprile e da quella di Mediobanca nel maggio scorso. «Occorre precisare - hanno scritto ieri gli avvocati di Geronzi, allora numero uno della Banca di Roma - che il presidente è stato assolto dalla imputazione principale di concorso in bancarotta preferenziale per non aver commesso il fatto ed è stato invece ritenuto responsabile del reato di concorso in bancarotta semplice, accusa da respingere con assoluta fermezza. Infatti - è la conclusione - benché la pena principale e le pene accessorie non producano effetto in quanto sospese, occorre rilevare che l'accusa è fondata sulla sola partecipazione a un'unica riunione del Comitato Esecutivo che non decise nulla, ma fu semplicemente informato di un fido già concesso dal Comitato Fidi». Quanto a Gronchi, che ha avuto l'attestazione di stima del presidente Piero Giarda, il problema è anche e soprattutto d'immagine per la Bpi che da poco si è lasciata alle spalle l'eco della parabola Fiorani. Il fallimento Italcase risale al 2000, hanno osservato gli avvocati, Gronchi è entrato nel consiglio dell'Agricola Mantovana solo dal 1999, partecipando a due sole sedute nelle quali gli amministratori hanno «preso atto di decisioni assunte un anno prima».