Capitalia: dai grandi azionisti fiducia confermata a Geronzi

Corriere della Sera

Il patto: «Voto contrario alla proposta di revoca»

Il patto di Capitalia non toglie la fiducia al presidente Cesare Geronzi, interdetto dagli incarichi fino al 21 aprile, e oggi in assemblea voterà contro l'eventuale richiesta di revoca. I grandi soci dell'istituto romano si sono riuniti ieri e al termine hanno emesso un comunicato dal quale emerge con evidenza la prudenza che ha guidato la decisione. È stato Vittorio Ripa di Meana, presidente dell'accordo parasociale che raccoglie il 31,1% del capitale della banca romana, ad annunciare il passo non appena conclusa l'assise: «Abbiamo deciso all'unanimità dei presenti, assente Toro, contro la revoca. Nel corso della riunione ho letto le carte, ho portato i pareri di Piergaetano Marchetti e di Guido Rossi e Alberto Crespi e domani rappresenterò il patto in assemblea». Ciò significa che Geronzi continua a far parte del board e, quando cadrà la sospensione seguita al provvedimento cautelare della magistratura, potrà «tornare» presidente dell'istituto. I toni del comunicato rendono comunque chiaro che gli azionisti del patto hanno preso la decisione sì all'unanimità (Toro era assente, ma ha ridotto la partecipazione, rinunciato al rappresentante in consiglio e si è impegnata a restare socio fino a luglio), ma con tutta la cautela possibile. Nel testo si legge che «l'assemblea ha valutato a oggi l'assenza di motivi idonei a esprimere, allo stato degli atti, una decisione negativa in merito al rapporto fiduciario con il presidente Geronzi». Viene poi sottolineato che i grandi soci hanno considerato «l'esigenza di mantenere, in modo consapevole, il sostegno alla stabilità del gruppo bancario Capitalia anche con la coesione e la stabilità del patto di sindacato». I maggiori azionisti hanno inoltre voluto marcare sia «la necessità di mantenere particolare attenzione nei confronti della situazione» sia il fatto che si riservano «di intervenire tempestivamente ove necessario». Quindi non solo laddove ciò sia imposto dalla normativa, bensì quando ritengano ci siano motivi idonei per farlo. Ecco dunque che, esaurite queste premesse, nel comunicato si legge che il patto «ha dato mandato al presidente, con riferimento all'esame dello specifico punto all'ordine del giorno, di esprimere in assemblea un voto negativo all'eventuale richiesta di revoca» di Geronzi. Ciò significa dunque che, quasi a segnalare un ulteriore atteggiamento di prudenza, potrebbero non essere i soci sindacati a pronunciarsi oggi per primi nel corso dell'assemblea. La ragione di simili manifestazioni di cautela è semplice: dopo l'interdizione del banchiere (accusato di concorso in bancarotta e usura per le vicende legate all'acquisto da parte di Parmalat delle acque minerali Ciappazzi) non vengono preliminarmente esclusi nuovi provvedimenti della magistratura. Perciò il sindacato si riserva di «intervenire tempestivamente». All'assemblea di Capitalia saranno rivolti oggi gli occhi non solo dei soci dell'istituto romano, bensì anche quelli degli azionisti di Intesa, anch'essi chiamati a deliberare sul bilancio. Dopo i rumor e la mossa preventiva del top manager di Capitalia Matteo Arpe, che ha rilevato il 2% della banca milanese, l'ipotesi di un'aggregazione appare più lontana. Anche se tutti oggi guardano anzitutto all'agenda politica.