Capitalia in lieve calo dopo il discorso di Geronzi
Milano Finanza
Il presidente dell'istituto resterà indipendente
Il discorso di Cesare Geronzi sull'indipendenza di Capitalia non ha per ora spinto il titolo della banca romana, che ieri ha chiuso in lieve calo -1%, un andamento spiegato da Banca Leonardo con il venir meno dell'appeal legato a una possibile offerta di Abn Amro. Sabato scorso, alla convention dei dirigenti della banca, Geronzi ha rivelato di aver respinto una proposta, da parte dell'a.d. olandese, Rijkman Groenink, di fusione fra Capitalia e Abn. La banca sarebbe diventata solo una "divisione retail", ha spiegato Geronzi, mentre Capitalia punta a crescere restando "padrona del proprio destino". L'incontro con Groenink è avvenuto una decina di giorni prima che Abn Amro confermasse la presenza nel patto di sindacato, il 12 settembre. In Olanda non hanno preso bene le rivelazioni di Geronzi, che avrebbe violato la regola aurea dei banchieri, la riservatezza, e ingigantito la portata del discorso di Groenink. Per questo l'uscita di Geronzi sembra abbia creato qualche disagio ad Amsterdam, la cui intenzione resta quella di valorizzare in qualche modo l'investimento quasi decennale in Capitalia. Peraltro, si fa notare, i rapporti con la banca romana sono rimasti nella correttezza istituzionale, visto che Abn non ha disdettato il patto. Ma Geronzi sabato ha svelato anche i motivi del fallito merger con Intesa: secondo il banchiere, l'interesse per Capitalia era più da cercare nelle partecipazioni che quest'ultima ha in Mediobanca, Generali e Rcs MediaGroup. Per questo il discorso è stato letto come un messaggio rivolto anche ad altri soggetti. Innanzitutto a Unicredito, che ha partecipazioni comuni con Capitalia in piazzetta Cuccia e nel Leone di Trieste, un modo per evidenziare la difesa di quelle posizioni e dunque i vantaggi di un'integrazione (più volte esclusa però da Alessandro Profumo) fra piazza Cordusio e via Minghetti. L'altro destinatario, suggeriscono alcuni osservatori, potrebbe essere Mps, sempre in vista di una possibile integrazione: una banca di cui Matteo Arpe non a caso ha lodato il localismo come valore.