Berlusconi difende Geronzi dalla giustizia a orologeria
L'opinione
Secondo il Gip le modalità esecutive dei reati sono "indicative della capacità dell'indagato di coinvolgere anche l'operato del gruppo bancario"
Cesare Geronzi "è una persona capace, esperta e proba. Difficile pensare che possa essere incorso in comportamenti scorretti". Rispondendo da esperto soggetto passivo della giustizia a tempo il premier Silvio Berlusconi così ieri è intervenuto nella delicatissima vicenda del presidente di Capitalia che i magistrati di Parma che stanno indagando sul crac Parmalat hanno interdetto dalle cariche sociali, con una scelta di tempi degna di miglior causa, proprio nei giorni in cui in Italia si stava rialzando la testa da parte dei maggiori gruppi bancari e finanziari per non restare inerti di fronte all'Opa che stanno consegnando gli istituti di credito più prestigiosi nella mani di gruppi stranieri. E questo fa il bis con il caso Fiorani, ha detto sempre Berlusconi, nel quale "qualcuno avrà fatto qualcosa di illegale ma l'offerta della Bpi era assolutamente regolare e l'intervento indebito (delle Procure, ndr) in un fatto economico ha fatto finire una nostra banca in mani straniere".
Insomma alla giustizia a orologeria il cavaliere risponde con altrettanto tempismo scendendo in campo a difesa dei banchieri italiani nel mirino della magistratura ormai da mesi e ricordando implicitamente e esplicitamente anche l'epilogo della vicenda di Fazio, in pratica costretto ad andarsene (dopo molte insistenze) proprio per avere tenuto dritta la barra del timone sulla rotta della salvaguardia degli interessi bancari italiani. E non poteva mancare un accenno a questa giustizia all'italiana che opera a due velocità o più a seconda dei soggetti in campo. Infatti Berlusconi pur senza citare esplicitamente l'ex numero uno di Bpi ha detto che "c'è un uso distorto della custodia cautelare, un uso coercitivo per ottenere informazioni". Poi, alludendo senza ombra di dubbio a Giovanni Consorte e alla storia dell'Unipol, Berlusconi ha detto che "un altro personaggio è invece libero di circolare in Italia e all'estero". Il tutto intervenendo alla presentazione del libro del ministro della Giustizia Roberto Castelli, quindi in veste praticamente ufficiale. Sempre a proposito di Unipol e di cooperative rosse Berlusconi ha detto di "aspettare con ansia" il giorno in cui sarà chiamato a deporre in tribunale, promettendo rivelazioni per la gioia dei cronisti.
Intanto ieri è stato il "day after" di Capitalia e alle 17.30 è stata formalizzata l'uscita provvisoria di scena di Geronzi e il passaggio del testimone nelle mani di Mario Federici e dell'olandese Dolf Collee, i due vicepresidenti vicari che ne eserciteranno le funzioni per i prossimi due mesi. Che si annunciano ovviamente cruciali per tutto il settore bancario italiano in quel gioco di compravendita che con un orrendo neologismo giornalistico oggi tutti chiamano "il risiko" delle banche. Per la cronaca nel provvedimento interdittivo delle funzioni di Geronzi, da tutti ritenuto esagerato e sicuramente fuori tempo massimo (viene ormai a quasi due anni dall'apertura dell'inchiesta) si parla di "modalità esecutive dei reati, protrattesi per un significativo arco temporale, indicative della capacità dell'indagato di coinvolgere nelle proprie condotte delittuose l'operato della pur complessa struttura del gruppo bancario".
Questa infatti la motivazione addotta dal Gip di Parma, Pietro Rogato, che ha accolto la richiesta del pm Vincenzo Picciotti di sospendere per due mesi dai suoi incarichi Cesare Geronzi, presidente di Capitalia. Per il Gip, dunque esisterebbero un pericolo di reiterazione del reato dovuto al lungo arco di tempo in cui Geronzi ha posto in essere condotte criminose, coinvolgendo la sua struttura.
L'ordinanza del Gip considera la compravendita di Acque Ciappazzi e i finanziamenti al gruppo turistico di Collecchio Parmatour tali da configurare il reato di usura nei confronti di Tanzi, per il quale Geronzi è indagato. Ma ancor più significativo, per i magistrati di Parma, è il periodo di tempo in cui il numero uno di Capitalia ha intrattenuto rapporti con Tanzi, ovvero dal 1994. Tante ipotesi, anche di reato, ma nessuna spiegazione su quali fatti nuovi si basi il provvedimento.