Ceccherini punta in alto

La Nazione

Per la prima uscita ufficiale in pubblico Cesare Geronzi di Capitalia ha scelto il salotto buono del giovane fiorentino. E a fine mese è in arrivo il vicepresidente degli azzurri Giulio Tremonti. La genesi di un'ascesa inarrestabile già dagli esordi al liceo di Scandicci. Poi piano piano ha intessuto una serie di relazioni che lo hanno fatto diventare amico di tutti i potenti, ma bipartisan

Cavour due, in versione fiorentina. O, hai visto mai l'accostamento scomodasse qualcuno per dirla allora con "Panorama", nel più comodo linguaggio politico di quest'Italia da terzo millenio: il "Gianni Letta del futuro".
Che poi, fatte le debite proporzioni, è alla fine la stessa cosa. Che poi, per chi lo conosce bene non è davvero una novità: ne ha sempre fatto un vanto, l'ha sempre mostrata come il miglior biglietto da visita, la sua indubbia capacità di tessere relazioni. Andrea Ceccherini, trent'anni, laurea honoris causa in strategia della comunicazione (appunto), un esercito di amici tra i vip e i big della politica a Roma come a Washington. Perfino alla Casa Bianca, suggerisce qualcuno. E comunque già inserito - e non una volta sola - nelle liste di "quelli che contano o conteranno". Che siano trenta o trecento o mille, che li segnalino carta stampata o siti internet poco importa, lui il suo posto tra i potenti se l'è ormai assicurato. Non è da tutti ricevere un plauso pubblico dal Presidente della Repubblica, o essere accreditato nell'uffico del Governatore di Bankitalia.
Meteora facile di un'Italia dell'apparenza? Mah. Chi ci sta attento, e annusa il corso delle cose, quella scia la segue da tempo. Una dozzina d'anni, ormai. Che non fosse un tipino facile, lo diede a intendere quando ancora andava al liceo. Ai prof che non la intendevano, piantò sulla cattedra la querelle del "mai di lunedì": c'era una vecchissima circolare ministeriale (primi anni Settanta) che consigliava di non interrogare di lunedì, lui ne fece una battaglia. Inutile chiedere chi la spuntò. Scandicci, già: con il borgo natio - e con chi lo governava... - non ha mai avuto un rapporto da idillio, una volta gli venne voglia di descrivere quello che un ragazzo avrebbe potuto fare la sera, editò un libro "Scandicci by night". Un libro bianco. In senso letterale bianco. Cento pagine di nulla. Ironia al vetriolo.
Del resto i giovani, i suo coetanei, sono da sempre il suo pallino. Il suo cavallo di battaglia. La rete delle sue relazioni, la famossisima "agenda d'oro", Andrea Ceccherini l'ha costruita proprio nel paziente lavoro di iniziative per i giovani. Dichiaramente: Giovani in politica, si chiamò il primo abbozzo del suo movimento, poi diventato Progetto Città. Con uno staff di ragazzi come lui. Fedelissimi, e pronti a scattare, perchè come capo, dicono, Andrea Ceccherini è un uomo esigentissimo: quello che chiede a se stesso, lo pretende anche da chi lavora con lui. Ma con questa impostazione è riuscito a centrare l'obiettivo: accendere e attirare i riflettori su una passerella ambitissima dal mondo politico a caccia di consensi nell'incerto momento di traghetto tra la Prima e la Seconda Repubblica. E così, per parlare ai giovani della politica e della storia, della finanza e della società, ai suoi incontri fiorentini sono venuti tutti, o quasi: da Giulio Andreotti, suo mentore e ispiratore, a Giuliano Amato, da Gianfranco Fini a Massimo D'Alema, da Franco Frattini a Fausto Bertinotti, da Pierferdinando Casini a Enrico Letta, pronti a testimoniare davanti alla platea dei giovani le vicende dell'Italia repubblicana, per guidare i ragazzi nella crescita, nella "formazione della nuova classe dirigente".
E gli incontri si sono allargati ad altri firmamenti, ecco la grande finanza e l'economia e il mondo dei media: Fedele Confalonieri, Guido Barilla, Corrado Passera, Alessandro Profumo, prossimamente - venerdì 21, tra pochi giorni - anche Cesare Geronzi, che molti indicano come il nuovo numero uno di Mediobanca. Particolare da non trascurare: per Geronzi di Capitalia è la prima uscita pubblica. E per il debutto ha scelto proprio "Progetto Città". Qualcuno, alla fine, è diventato un grande amico: come Frattini, come Confalonieri, come Cesare Romiti. Come Enrico Letta. Tra i più giovani, Matteo Colaninno che sembra avviato alla presidenza dei giovani industriali, il "signor Fiat" John Elkann e suo fratello Lapo, la presidente di Premafin Giulia Ligresti. Lachlan Murdoch, figlio di Rupert, il più grande tycoon dell'editoria mondiale.
Amicizie bipartisan. Già, c'è chi l'accusa di non schierarsi. Falso. La sua affinità culturale con il centodestra non l'ha mai nascosta, Andrea Ceccherini. Anche se in Toscana con Denis Verdini non c'è affatto feeling. E quando Verdini è stato scelto come coordinatore regionale di Forza Italia, Ceccherini ha fatto capire a chiare lettere che le sue idee su di lui non erano certo cambiate, anzi. Malgrado le amicizie ai vertici del partito: non per nulla, uno dei suoi prossimi ospiti a Firenze (il 27 gennaio) sarà il vicepresidente azzurro Giulio Tremonti. In questa occasione il dibattito sarà moderato dal nostro direttore Francesco Cariassi. Comunque, a chi gli fa la corte (anche nel centrosinistra fiorentino c'è chi gli strizza l'occhio, un grande amico è l'assessore di Palazzo Vecchio Eugenio Giani) lui ribatte secco: no, grazie, niente casacca. Con certe compagnie non sembra trovarsi a suo agio. E poi, ha altro da fare.
E l'altro da fare è "Quotidiano in Classe". La risposta a chi gli lancia un'altra accusa: tante belle parole ma pochi progetti, pochi fatti. Tutt'altro. A dimostrarlo c'è l'Osservatorio Giovani-Editori, che proprio Ceccherini ha inventato per ridurre il gap che separa i giovani dai giornalisti (e viceversa), e per formare nei ragazzi una solida coscienza di cittadini: cinque edizioni, e i giornali che aderiscono sono una quindicina, e i ragazzi coinvolti, nelle scuole superiori di tutta Italia, sono un milione. Traguardo intermedio: con l'aiuto di Franco Frattini all'ultima edizione di "Crescere tra le righe", la "Cernobbio dell'editoria" alla Bagnaia, ha lanciato la Maastricht dei quotidiani mettendo insieme i più grandi gruppi editoriali d'Europa su un progetto continentale, che ora si punta ad allargare all'intera Europa a 25. E i rapporti da tessere, con certi obiettivi, non mancano davvero mai.