Capitalia, Arpe conferma gli obiettivi Geronzi: "Nulla da cui difendermi"
Avvenire
E' l'autodifesa piena di Cesare Geronzi il clou dell'assemblea di Capitalia. Il presidente arriva davanti ai giornalisti con l'amministratore delegato Matteo Arpe ottimista sui conti e sulla possibilità di incrementare il futuro dividendo 2004
E' l'autodifesa piena di Cesare Geronzi il clou dell'assemblea di Capitalia. Il presidente arriva davanti ai giornalisti con l'amministratore delegato Matteo Arpe ottimista sui conti e sulla possibilità di incrementare il futuro dividendo 2004. Insieme poco prima, parlando ai soci, avevano respirito l'affondo della Fondazione Cassa di risparmio di Roma, l'ente ora azionista della banca con il 7,19% (ma non più nel "patto di sindacato" e da tempo in rotta con i manager).
Davanti agli azionisti Geronzi sfodera tutte le armi, dall'ironia ai toni aspri, per sottolineare che "non mi devo difendere da nulla". Sulle eventuali colpe nei crac Parmalat e Cirio risponde che all'assioma Banca di Roma-Capitalia-Geronzi è giornalistico e che "non c'è nessuno che decide tutto da solo". Ce n'è anche per la "scarsa responsabilità dimostrata dalla Fondazione con il suo voto contrario al bilancio".
Un "no" pesato ieri in Borsa e non giustificato, per Geronzi, visto che le "sofferenze" si sono ridotte nel 2003 rispetto ai conti del passato approvati dalla stessa Fondazione. Per pretendere etica bisogna averla - va giù duro Geronzi- mentre c'è gente che apre bocca solo per aver aperto un giornale, gettando fango su chi lavora e per avere un momento di celebrità. Sulla stessa linea per i bond non rimborsati è Arpe: «Siamo responsabili verso i clienti, non di quanto accaduto e ci rivarremo verso Parmalat, Giacomelli e Cirion. E al riguardo da Geronzi viene un appunto anche all'Abi: "Purtroppo non ha svolto appieno il suo ruolo in quel momento".
Davanti agli azionisti Geronzi sfodera tutte le armi, dall'ironia ai toni aspri, per sottolineare che "non mi devo difendere da nulla". Sulle eventuali colpe nei crac Parmalat e Cirio risponde che all'assioma Banca di Roma-Capitalia-Geronzi è giornalistico e che "non c'è nessuno che decide tutto da solo". Ce n'è anche per la "scarsa responsabilità dimostrata dalla Fondazione con il suo voto contrario al bilancio".
Un "no" pesato ieri in Borsa e non giustificato, per Geronzi, visto che le "sofferenze" si sono ridotte nel 2003 rispetto ai conti del passato approvati dalla stessa Fondazione. Per pretendere etica bisogna averla - va giù duro Geronzi- mentre c'è gente che apre bocca solo per aver aperto un giornale, gettando fango su chi lavora e per avere un momento di celebrità. Sulla stessa linea per i bond non rimborsati è Arpe: «Siamo responsabili verso i clienti, non di quanto accaduto e ci rivarremo verso Parmalat, Giacomelli e Cirion. E al riguardo da Geronzi viene un appunto anche all'Abi: "Purtroppo non ha svolto appieno il suo ruolo in quel momento".