Geronzi: mai ricorso ai bond per rientrare dai crediti
Il sole 24 ore
Capitalia ha agito nella "totale correttezza" nelle vicende Cirio e Parmalat. Non ha "compiuto nessuna operazione di trasferimento del rischio di credito dalle imprese alla propria clientela retail"
ROMA. Capitalia ha agito nella "totale correttezza" nelle vicende Cirio e Parmalat. Non ha "compiuto nessuna operazione di trasferimento del rischio di credito dalle imprese alla propria clientela retail" attraverso il collocamento dei bond Cirio. Tantomeno la banca ha ottenuto il rimborso dei propri debiti nei confronti del gruppo un tempo guidato da Sergio Cragnotti con la liquidità derivante dalle emissioni obbligazione cui Capitalia aveva partecipato al collocamento.
E' una linea difensiva a tutto campo quella offerta ieri dall'intervento del presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, nell'attesa audizione presso la commissione bicamerale che indaga sul risparmio alla quale ha preso parte anche l'a.d. della banca, Cesare Geronzi. Trenta pagine di relazione, in buona parte dedicata alla ricostruzione dettagliata dei rapporti tra la banca e i gruppi Cirio e Parmalat. Nessuna ammissione, come fatto da qualche banchiere che lo aveva preceduto, su possibili responsabilità. "A chi ha osservato che come banche potevamo fare di più - ha invece replicato Geronzi riferendosi all'intervento di Corrado Passera - dico che la nostra cautela ci ha portato a un ruolo di emarginazione nelle emissioni dei bond Cirio". L'allusione è ai tre collocamenti cui Capitalia ha partecipato in due casi come joint-leader manager nel 2000 e in un terzo caso nel 2001 come co-manager: operazioni, secondo Geronzi, servite per finanziare operazioni industriali, come l'acquisizione del 100% di Del Monte.
Così come le emissioni di Cirio, anche i due bond Parmalat cui la banca ha partecipato non hanno mai "determinato rientri sulle esposizioni del gruppo Capitalia", ha detto Geronzi.
Riaffermando la correttezza del gruppo anche nei confronti del caso Parmalat, Geronzi ha sostenuto che il dibattito seguito al dissesto ne ha dimostrato "l'assoluta imprevedibilità". Geronzi, che più tardi ha definito la Bipop (la banca acquisita e risanata da Capitalia) "la vera Enron italiana", ha descritto il gruppo guidato da Calisto Tanzi come "uno dei principali gruppi europei nel settore di riferimento", che ha mostrato una "crescita straordinaria in termini dimensionali da metà anni '90 fino al 2003". E a chi si chiede come mai le banche hanno continuato a finanziare un gruppo che presentava, contemporaneamente, debiti e crediti in crescita ha spiegato: "nel bilancio di un gruppo multinazionale che opera in trenta Paesi la contemporanea presenza di debiti e disponibilità finanziarie è frequente e non è di per sé indizio di inattendibilità dei bilanci". Quanto al caso Eurolat, la cessione del settore latte da Cirio a Parmalat che secondo le inchieste giudiziarie Banca di Roma avrebbe forzato, Geronzi ha ribadito "solennemente" che non ha mai partecipato a riunioni o trattative in ordine a trattative con la clientela e che in Capitalia "nessun singolo soggetto men che mai il presidente cui non attribuita alcuna delega operativa, potrebbe imporre la propria volontà su decisioni di affidamento a terzi imprenditori industriali". Il presidente ha inoltre chiarito che con quella operazione Banca di Roma ha ottenuto un rimborso per cassa di "94,2 milioni di euro", mentre è divenuta creditrice di altri per 157 milioni verso Parmalat a seguito dell'accollo da parte del gruppo di Collecchio dei debiti in carico a Eurolat. Sempre ieri è emerso che il piano di rimborso dei bond Cirio, Parmalat e Giacomelli varato dalla banca partirà a marzo.
E' una linea difensiva a tutto campo quella offerta ieri dall'intervento del presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, nell'attesa audizione presso la commissione bicamerale che indaga sul risparmio alla quale ha preso parte anche l'a.d. della banca, Cesare Geronzi. Trenta pagine di relazione, in buona parte dedicata alla ricostruzione dettagliata dei rapporti tra la banca e i gruppi Cirio e Parmalat. Nessuna ammissione, come fatto da qualche banchiere che lo aveva preceduto, su possibili responsabilità. "A chi ha osservato che come banche potevamo fare di più - ha invece replicato Geronzi riferendosi all'intervento di Corrado Passera - dico che la nostra cautela ci ha portato a un ruolo di emarginazione nelle emissioni dei bond Cirio". L'allusione è ai tre collocamenti cui Capitalia ha partecipato in due casi come joint-leader manager nel 2000 e in un terzo caso nel 2001 come co-manager: operazioni, secondo Geronzi, servite per finanziare operazioni industriali, come l'acquisizione del 100% di Del Monte.
Così come le emissioni di Cirio, anche i due bond Parmalat cui la banca ha partecipato non hanno mai "determinato rientri sulle esposizioni del gruppo Capitalia", ha detto Geronzi.
Riaffermando la correttezza del gruppo anche nei confronti del caso Parmalat, Geronzi ha sostenuto che il dibattito seguito al dissesto ne ha dimostrato "l'assoluta imprevedibilità". Geronzi, che più tardi ha definito la Bipop (la banca acquisita e risanata da Capitalia) "la vera Enron italiana", ha descritto il gruppo guidato da Calisto Tanzi come "uno dei principali gruppi europei nel settore di riferimento", che ha mostrato una "crescita straordinaria in termini dimensionali da metà anni '90 fino al 2003". E a chi si chiede come mai le banche hanno continuato a finanziare un gruppo che presentava, contemporaneamente, debiti e crediti in crescita ha spiegato: "nel bilancio di un gruppo multinazionale che opera in trenta Paesi la contemporanea presenza di debiti e disponibilità finanziarie è frequente e non è di per sé indizio di inattendibilità dei bilanci". Quanto al caso Eurolat, la cessione del settore latte da Cirio a Parmalat che secondo le inchieste giudiziarie Banca di Roma avrebbe forzato, Geronzi ha ribadito "solennemente" che non ha mai partecipato a riunioni o trattative in ordine a trattative con la clientela e che in Capitalia "nessun singolo soggetto men che mai il presidente cui non attribuita alcuna delega operativa, potrebbe imporre la propria volontà su decisioni di affidamento a terzi imprenditori industriali". Il presidente ha inoltre chiarito che con quella operazione Banca di Roma ha ottenuto un rimborso per cassa di "94,2 milioni di euro", mentre è divenuta creditrice di altri per 157 milioni verso Parmalat a seguito dell'accollo da parte del gruppo di Collecchio dei debiti in carico a Eurolat. Sempre ieri è emerso che il piano di rimborso dei bond Cirio, Parmalat e Giacomelli varato dalla banca partirà a marzo.