Toro, il 6,6% di Capitalia a un socio gradito a Geronzi
Il Giornale
Sul pacchetto accordo con Torino in vista della cessione della compagnia assicurativa
Capitalia, Fiat e Toro Assicurazioni hanno firmato un accordo che disciplina i reciproci rapporti in relazione alla prevista dismissione della compagnia assicurativa da parte della controllante Fiat. In particolare Capitalia ha il diritto di individuare un terzo acquirente per la quota che Toro ha nel gruppo romano, pari al 6,6% circa. «Nel caso in cui Capitalia eserciti questo diritto, l'acquirente del controllo di Toro sarà obbligato a vendere la quota della compagnia nel gruppo bancario a un prezzo correlato ai prezzi ufficiali di mercato più un premio del 25%», spiega una nota.
Se Capitalia esercita l'opzione, inoltre, Toro avrà la facoltà di vendere a società del gruppo bancario la partecipazione in Roma Vita al prezzo di 370 milioni
di euro. Se questo avviene, le parti avranno il diritto di recedere da tutti gli accordi commerciali in atto. Capitalia, attraverso Fineco, e Toro detengono il 47,5% di Roma Vita che opera nella bancassurance attraverso la rete di sportelli di Capitalia. Il diritto di Capitalia a scegliere l'acquirente della quota di Toro e il diritto di Toro a cedere la partecipazione in Roma Vita varranno anche nel caso in cui il controllo di Toro venga trasferito nuovamente a un nuovo acquirente nei tre anni successivi all'attuale dismissione da parte di Fiat.
Fino allo scorso dicembre Toro, assieme alla banca olandese Abn Amro, faceva anche parte del patto di sindacato di Capitalia. Il patto era composto da Fondazione Cassa di Roma con il 10,91%, Abn Amro con il 6,6 e appunto Toro, anch'essa con il 6,6 per cento. Da allora il rinnovo del patto è rimasta una questione aperta. Il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, parlando a Londra il mese scorso, aveva detto che la questione dipendeva dalla cessione del gruppo assicurativo. Nei giorni scorsi dalla De Agostini, attraverso l'amministratore delegato Antonio Belloni, è arrivata la conferma sulla presentazione da parte del guppo editoriale di una manifestazione d'interesse per il 100% della Toro.
«Abbiamo firmato una lettera di interesse - aveva spiegato Belloni - per capire che cos'è la Toro e per avere tempo e modo per valutarla».
Se Capitalia esercita l'opzione, inoltre, Toro avrà la facoltà di vendere a società del gruppo bancario la partecipazione in Roma Vita al prezzo di 370 milioni
di euro. Se questo avviene, le parti avranno il diritto di recedere da tutti gli accordi commerciali in atto. Capitalia, attraverso Fineco, e Toro detengono il 47,5% di Roma Vita che opera nella bancassurance attraverso la rete di sportelli di Capitalia. Il diritto di Capitalia a scegliere l'acquirente della quota di Toro e il diritto di Toro a cedere la partecipazione in Roma Vita varranno anche nel caso in cui il controllo di Toro venga trasferito nuovamente a un nuovo acquirente nei tre anni successivi all'attuale dismissione da parte di Fiat.
Fino allo scorso dicembre Toro, assieme alla banca olandese Abn Amro, faceva anche parte del patto di sindacato di Capitalia. Il patto era composto da Fondazione Cassa di Roma con il 10,91%, Abn Amro con il 6,6 e appunto Toro, anch'essa con il 6,6 per cento. Da allora il rinnovo del patto è rimasta una questione aperta. Il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, parlando a Londra il mese scorso, aveva detto che la questione dipendeva dalla cessione del gruppo assicurativo. Nei giorni scorsi dalla De Agostini, attraverso l'amministratore delegato Antonio Belloni, è arrivata la conferma sulla presentazione da parte del guppo editoriale di una manifestazione d'interesse per il 100% della Toro.
«Abbiamo firmato una lettera di interesse - aveva spiegato Belloni - per capire che cos'è la Toro e per avere tempo e modo per valutarla».