Profumo-Geronzi
Finanza e Mercati
Alessandro Profumo, dopo la grande battaglia, fa un passo indietro da Piazzetta Cuccia ed esce dal comitato esecutivo di Mediobanca.
Alessandro Profumo, dopo la grande battaglia, fa un passo indietro da Piazzetta Cuccia ed esce dal comitato esecutivo di Mediobanca.
La squadra di Capitalia, invece, resta ben salda in sella: accanto a Cesare Geronzi (cui fa da contraltare Carlo Salvatori) da mesi opera Matteo Arpe. Alessandro Profumo, come da programma, pianifica e avvia l'uscita dalle Generali, tramite l'operazione funding. Geronzi non si crea problemi: la quota in Generali «qui sta e qui resta». Ha buon gioco Profumo, almeno per ora, a commentare che «ciascuno fa le sue valutazioni specifiche rispetto ai propri piani e ai suoi elementi». Ma lo stesso Profumo aggiunge, a chi gli chiede se ci sarà un rinnovo del patto di consultazione tra le banche, che «non mi sono posto il problema». Ovvero, il problema di una linea comune delle banche in Generali non è all'ordine del giorno in Piazza Cordusio. Il che, si badi bene, non implica un dissenso di fondo sul futuro prossimo del Leone di Trieste. I due, infatti, sono d'accordo sulla riforma dello statuto, in modo da allungare il mandato dei vertici da uno a tre anni. Ma il problema è di obiettivi e di strategie. Profumo, una volta riuscito il blitz contro Vincenzo Maranghi e restituito così agli azionisti il pieno controllo su Mediohanca, ritorna nei suoi quartieri, preparando lo sbarco a Ovest, in Spagna, rotta su Banco Atlantico. Geronzi, in proprio ma, come sempre, con la piena fiducia del governatore Antonio Fazio (azionista di peso delle Generali e attivo oppositore delle ultime scelte di Maranghi), vigila da vicino sul controllo del principale player finanziario italiano. Una vigilanza strategica più che industriale, visto che l'accordo di bancassurance tra Generali e Intesa è saldo e fuori da ogni possibile discussione. L'alleanza tra banche, quindi, viene ridimensionata nei fatti, per esaurimento della missione principale (la ripresa del controllo sulla provincia ribelle). Resta la coabitazione in Mediobanca, per ora pacifica. In Piazzetta Cuccia Profumo può contare su un amico fidato, Gabriele Galateri, e su un cliente, Umberto Agnelli, assai apprezzato in Unicredito. Geronzi vigila da vicino su John Elkann. nipote prediletto dell'Avvocato e discepolo di Paolo Fresco. Tutto funziona, per ora, alla perfezione.
La squadra di Capitalia, invece, resta ben salda in sella: accanto a Cesare Geronzi (cui fa da contraltare Carlo Salvatori) da mesi opera Matteo Arpe. Alessandro Profumo, come da programma, pianifica e avvia l'uscita dalle Generali, tramite l'operazione funding. Geronzi non si crea problemi: la quota in Generali «qui sta e qui resta». Ha buon gioco Profumo, almeno per ora, a commentare che «ciascuno fa le sue valutazioni specifiche rispetto ai propri piani e ai suoi elementi». Ma lo stesso Profumo aggiunge, a chi gli chiede se ci sarà un rinnovo del patto di consultazione tra le banche, che «non mi sono posto il problema». Ovvero, il problema di una linea comune delle banche in Generali non è all'ordine del giorno in Piazza Cordusio. Il che, si badi bene, non implica un dissenso di fondo sul futuro prossimo del Leone di Trieste. I due, infatti, sono d'accordo sulla riforma dello statuto, in modo da allungare il mandato dei vertici da uno a tre anni. Ma il problema è di obiettivi e di strategie. Profumo, una volta riuscito il blitz contro Vincenzo Maranghi e restituito così agli azionisti il pieno controllo su Mediohanca, ritorna nei suoi quartieri, preparando lo sbarco a Ovest, in Spagna, rotta su Banco Atlantico. Geronzi, in proprio ma, come sempre, con la piena fiducia del governatore Antonio Fazio (azionista di peso delle Generali e attivo oppositore delle ultime scelte di Maranghi), vigila da vicino sul controllo del principale player finanziario italiano. Una vigilanza strategica più che industriale, visto che l'accordo di bancassurance tra Generali e Intesa è saldo e fuori da ogni possibile discussione. L'alleanza tra banche, quindi, viene ridimensionata nei fatti, per esaurimento della missione principale (la ripresa del controllo sulla provincia ribelle). Resta la coabitazione in Mediobanca, per ora pacifica. In Piazzetta Cuccia Profumo può contare su un amico fidato, Gabriele Galateri, e su un cliente, Umberto Agnelli, assai apprezzato in Unicredito. Geronzi vigila da vicino su John Elkann. nipote prediletto dell'Avvocato e discepolo di Paolo Fresco. Tutto funziona, per ora, alla perfezione.