Geronzi, non cedo piazzetta Cuccia

Milano Finanza

Per il presidente della Banca di Roma ìl patto di sindacato è solido e rapporti tra i due istituti restano buoni anche se alcune strategie non sono condivisibili. Nessuna vendita anche per la quota di Montedison (8,74%)

Non basta uno sgarbo, seppure grave come quello commesso appena quattro giorni fa da Vicenzo Maranghi, a separare i destini di Banca di Roma e Mediobanca. Perchè quella dell'istituto capitolino nel capitale di piazzetta Cuccia è e resta "una partecipazione strategica". Parola del numero una di Bancaroma, Cesare Geronzi, a margine dell'assemblea che ha approvato il bilancio 2000 e nominato il nuovo Cda. Geronzi non ha smorzato le polemiche dei giorni scorsi ("Tutto quello che avete letto e sentito è vero" - ha detto) sul ribaltone ai vertici di Generali con l'arrivo di Gianfranco Gnutti al posto di Alfonso Desiata, all'insaputa dello stesso governatore della banca d'italia, Antonio Fazio, avvertito solo a giochi fatti, e la conseguente astensione della Banca di Roma, schierata con via Nazionale. Ma quando si tratta di tirare le somme, magari mettendo in discussione la tenuta del patto di sindacato che governa Mediobanca e nel quale Banca di Roma è presente con il 9,9%, prima azionista insieme a Unicredito, i toni cambiano, "Il patto è stabile". ha tagliato corto Geronzi, "e non credo che Mediobanca possa definirsi scalabile. Anzi, in un'ipotesi del genere, sono certo che gli azionisti la difenderebbero".
I nostri rapporti restano buoni, e ci auguriamo che diventino addirittura ottimi. Certo, ha ammesso il presidente, "non sempre questo significa una condivisione delle strategie. A volte le scelte sono più condivisibili, a volte meno. E comunque la nostra è una partecipazione strategica".
Come lo è l'altra, altrettanto inamovibile a sentire Geronzi, in Montedison, altro campo di battaglia dove l'astensione di Banca di Roma (con quelle di Sanpaolo Imi e della Carlo Tassara di Romain Zaieski) ha mandato in fumo le nozze con Falck e i disegni di Maranghi. Per adesso la holding guidata da Enrico Bondi non ha  messo in calendario una nuova assemblea straordinaria. Se ne riparlerà quando gli opposti schieramenti, quello del sì capitanato dall'asse Mediobanca- Generali e quello degli scettici, Bancaroma. Sanpaolo e Zaleski, avranno un'idea più chiara delle proprie forze. In altre parole, quando avranno fatto ciascuno la conta dei voti su cui fare assegnamento.
Un'operazione non così semplice visti gli ultimi frenetici passaggi di mano, con la Carlo Tassara di Zaieski che ha di fatto superato Mediobanca nell'azionariato di Montedison passando dal 7.722% al 15,1475% (senza aver comprato almeno così dichiara, il pacchetto in mano alla famiglia Strazzera) ma fa anche dire al suo direttore generale, Mario Cocchi, che "la posizione comune assunta nell'assemblea del 27 febbraio non è detto che si ripeta."
Da parte sua Banca di Roma è ancorata al suo 8.74%. "Non abbiamo intenzione di vendere", ha spiegato Geronzi, "nè di farci tentare da speculazioni. E infatti non la nostra quota non si sposta: là eravamo, là siamo, là resteremo".
Quanto a possibili imminenti, intrecci azionari con le consorelle del sistema creditizio, per esempio Sanpaolo-Imi, Geronzi rimanda tutto a un futuro non meglio precisato. A quando cioè il processo di riorganizzazione in atto nel sistema bancario sarà più definito. "In questo momento nessuno può muoversi per proprio conto - ha ammesso Geronzi "e neanche la Banca di Roma si muoverà in funzione di questa ristrutturazione".
Più tranquillo l'altro fronte verso il quale Banca di Roma, attraverso il Mediocredito centrale, si sta muovendo, quello della corsa ad Elettrogen, la prima genco messa in vendita dall'Enel. L'istituto capitolino ha già scelto la squadra con cui partecipare alla gara, il consorzio Italpower delle multiutility Acea, Aem Milano e Aem Torino. la svizzera Atel, ma non ha ancora sottoscritto una partecipazione.
Ormai, però, è questione di giorni. L'ingresso della banca nel consorzio, infatti, secondo Geronzi avverrà prima della formalizzazione delle offerte vincolanti, orientativamente fissata per il prossimo 18 maggio anche se lo steering committee potrebbe indicare uno nuova scadenza già domani. "Ci è stata proposta una quota del 5% che abbiamo deciso di sottoscrivere, ha detto il numero uno dell'istituto. "Quindi la nostra sarà una partecipazione meramente finanziaria: non ci candidiamo a gestire gli asset ma i movimenti finanziari."
Insieme a Banca di Roma dovrebbero entrare in Italpower anche Nhs del gruppo Sanpaolo Imi, la Carlo Tassara e, anche se un accordo ancora non è stato raggiunto, la Fiat.