Il caso Mediocredito e la svolta di Geronzi

La Repubblica

Il Tesoro ha chiesto al "compratore" del gruppo Mediocredito Centrale-Banco di Sicilia impegni precisi affinchè mantenga la "specificità" dell'istituto isolano

ROMA - Il Tesoro ha chiesto al "compratore" del gruppo Mediocredito Centrale-Banco di Sicilia impegni precisi affinché mantenga la "specificità" dell'istituto isolano. Lo ha reso noto ieri il sottosegretario Pinza. Un messaggio che anticipa di pochi giorni l'assegnazione formale del gruppo alla Banca di Roma, quello dei tre pretendenti che ha offerto di più. Il passaggio del Mediocentrale a Geronzi, con la sconfitta dell'Unicredito e del solido fronte politico-istituzionale che caldeggiava una cessione alla cordata delle Popolari guidata da Zonin conduce ora ad alcune precise conseguenze.
1) Banca di Roma varerà un riassetto organizzativo creando una holding di partecipazioni che controllerà le reti bancarie salvando il marchio degli istituti di credito controllati. Un modello federato dunque diverso dall'organizzazione stellare adottata da Intesa o da Unicredit, e che farà capo ad un'unica holding di partecipazioni. Intanto Geronzi e Brambilla stanno mettendo a punto il prestito subordinato da 2000 miliardi e il prestito obbligazionario di pari importo con cui finanzieranno l'acquisizione, avendo potuto accantonare la pur valutata possibilità di aumentare il capitale, con il consenso pieno e preventivo dei soci di riferimento Toro e Abn. Con l'ingresso degli olandesi nell'azionariato e la cessione della Bna, Bancaroma ha insomma oggettivamente svoltato: se ancora sei mesi fa, sul mercato, era bersaglio verosimile di numerosi interrogativi, oggi quello stesso mercato le dà credito e la riaccoglie come soggetto aggregante. Dal ruolo storico di "nave ospedale" che Bankitalia le ha dato e Geronzi ha accettato (per spirito di servizio, dicono i suoi fans, o per pura ambizione secondo i detrattori: ma comunque l'ha svolto) Bancaroma si rimette al centro dello scacchiere (senza Mediobanca alla regia, stavolta) e si candida a fare di più.
2) L'Unicredito di Rondelli e Geronzi si conferma da una parte la banca più professionale del sistema e dall'altra la "più culturalmente straniera tra le banche italiane". Unicredito è stato infatti l'unico pretendente a chiedere la verifica contabile sul Bancosicilia. Una richiesta correttissima: ma, evidentemente, controproducente. Fino a qualche tempo fa per l'istituto milanese sembrava l'asso pigliatutto del sistema. Oggi sembra l'eterno secondo. E la professionalità dimostrata dai suoi vertici merita miglior successo.
3) Il Mediocredito si rivela una "magnifica preda", pluricorteggiata: merito dichiarato dal suo staff, a cominciare da Gianfranco Imperatori che l'ha guidato nella crescita aziendale ed economica. Sarebbe un bene per il sistema che questo patrimonio di professionalità venisse ancora utilizzato al meglio.