Banca Roma si allea con Abn-Amro

La Repubblica

Grande alleanza internazionale della Banca di Roma. Il colosso olandese Abn-Amro entrerà nel nucleo stabile dell'istituto guidato da Cesare Geronzi

ROMA - Grande alleanza internazionale della Banca di Roma. Il colosso olandese Abn-Amro entrerà nel nucleo stabile dell'istituto guidato da Cesare Geronzi, rilevando per circa 1.300 miliardi l'8,7% non vincolato dal patto di sindacato nelle mani dell'Ente Cassa di Roma. E attraverso il suo "istituto di riferimento" in Italia, la Banca Popolare Antoniana Veneta, acquisterà il 48% della Banca Nazionale dell'Agricoltura controllato dalla Banca di Roma per circa 1.500 miliardi, per poi lanciare un'Opa sul capitale rimanente e arrivare ad una fusione fra le due banche. Invischiato da circa un anno e mezzo nelle trattative per un'integrazione con la Comit, osteggiata dal management e da alcuni azionisti della banca di Piazza della Scala, Geronzi ha spiazzato tutti. E, dopo aver chiuso con un consistente utile netto il bilancio '98 (653 miliardi), in soli quindici giorni ha concluso un accordo che dà respiro internazionale alla Banca di Roma, facendo entrare nel suo nucleo stabile un colosso come Abn-Amro, le consente di fare cassa, cedendo la metà della Bna in suo possesso per circa 1.500 miliardi contro i 1.000 circa pagati quattro anni fa (senza contare i proventi legati alla cessione di Interbanca e di una cinquantina di sportelli sempre all'Antonveneta) e la mette in una posizione di forza nel caso continuassero le trattative con la Comit. Un blitz vero e proprio, di cui solo da pochi giorni si parlava in Borsa (ieri i titoli Banca Roma e Bna sono stati sospesi per tutta la giornata in attesa delle comunicazioni ufficiali che arriveranno questa mattina nel corso di una conferenza stampa, dopo aver segnato rialzi rispettivamente del 2,2 e del 10% circa) e che, secondo fonti vicine all'istituto romano, sarebbe stato salutato positivamente anche dal governatore, Antonio Fazio. In base all'intesa, il nucleo stabile che controlla la Banca di Roma avrà una quota di capitale complessivo del 37% circa: l'Ente Cassa di Roma manterrà il 18%, la Toro l'8,5%, l' Eds il 2%, mentre la Abn-Amro, che avrà anche dei posti nel consiglio d'amministrazione, entrerà con l'8,7%. Il colosso olandese rileverà la sua quota direttamente dall'Ente Cassa di Roma guidato da Emanuele Emmanuele, che cederà l'8,7% non sindacato nel nucleo stabile, rispondendo anche ai dettami della legge per la cessione delle quote delle Fondazioni nelle banche. Ma insieme all'ingresso nel nucleo stabile, la Banca di Roma e la Abn-Amro hanno raggiunto un'intesa anche per la cessione della Banca Nazionale dell'Agricoltura, rilevata dall'istituto romano quattro anni fa e risanata fino a portarla nuovamente in utile. Il 48% della Bna nel portafoglio della Superbanca della capitale verrà acquistato dalla Antonveneta, braccio operativo in Italia degli olandesi che direttamente ne controllano solo lo 0,2% (nelle popolari c'è un tetto molto basso al possesso di quote), anche se, attraverso il lavoro della sim Cimo dovrebbe avere una cifra decisamente più alta. La Antonveneta, ricca popolare del Nord-Est, del resto, è da tempo in sintonia con la Banca di Roma ed è da sempre interessata alla Bna. E dovrebbe pagare circa 1.500 miliardi la quota dell'Agricoltura in mano all'istituto romano (che l'aveva pagata 1.000), calcolando anche il relativo premio di maggioranza. Ma, dato che poi dovrà lanciare un'Opa sul capitale restante, ha messo in cantiere una spesa intorno ai 3.000 miliardi. L'obiettivo finale è quello di arrivare ad una fusione tra Antonveneta e Bna, che dovrebbe prevedere anche il mantenimento delle partecipazioni in una Holding-Antonveneta, trasformando in società per azioni la banca da fondere. L'operazione è stata approvata ieri dai rispettivi cda. La mossa di Geronzi ha messo in allarme il pianeta-Mediobanca. Fonti dell'istituto romano sottolineano che con l'accordo con la Abn-Amro la Banca di Roma è a posto, ma non ha preclusioni verso la Commerciale. E su posizioni analoghe risulta schierato l'amministratore delegato di Mediobanca, Vincenzo Maranghi. E' possibile quindi che lo stesso istituto di via Filodrammatici tenti di riallacciare il filo della trattativa tra via Minghetti e Piazza della Scala per arrivare ad un accordo a tre. Ma è possibile anche che, dopo un anno e mezzo di infruttuose trattative, tutto naufraghi definitivamente, lasciando la Commerciale fuori dall' accordo Banca Roma-Abn-Amro (e in questo caso potrebbero riaffacciarsi le ipotesi di intese con Deutsche Bank o Imi-San Paolo o di un'integrazione con la stessa Mediobanca). Via Filodrammatici, comunque, sta tentando di recuperare la situazione, ma, finora, con scarso successo. Venerdì scorso, Maranghi ed Enrico Cuccia si sono precipitati a Roma per parlare con Geronzi. E lo stesso hanno fatto sabato Gianfranco Gutty e Pier Francesco Saviotti, vicepresidente e amministratore delegato della Comit. Ma Geronzi, che non aveva l' sclusiva a trattare con la Commerciale (questa clausola era stata votata solo dal cda della Comit, non da quello della Banca di Roma), ha preferito non lasciarsi scappare questa occasione, ben vista, come detto, anche dal governatore. E ha mostrato un'indipendenza, per alcuni versi inaspettata, dalla stessa Mediobanca, che con l'intesa Comit-Banca Roma voleva raggiungere l'obiettivo di blindare il suo azionariato e ripararsi da eventuali scalate.