La mossa di Geronzi: Generali, ora coesione

Corriere della Sera

Kellner: le discussioni si fanno in consiglio. Della Valle: fidatevi solo dei capoazienda. Il presidente: la situazione è chiara. Perissinotto intervenga per ristabilire le regole


MILANO - «Data la chiarezza della situazione, non ritengo ricorrano i presupposti per una mia dichiarazione. Così il presidente delle Generali, Cesare Geronzi, risponde alla lettera dei tre consiglieri indipendenti, eletti nella lista di minoranza, che gli hanno chiesto di rettificare le dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente Vincent Bolloré in un'intervista al Corriere della sera. Ma sulla decisione di Geronzi dissente il group ceo Giovanni Perissinotto. Il top manager, in una lettera inviata a presidente, consiglieri e sindaci del Leone sostiene che un «intervento» di Geronzi «sia utile e necessario per stabilire il rispetto delle regole».
Così, dopo le parole di Bolloré, che ha definito «squilibrati» gli accordi con il gruppo ceco Ppf di Petr Kellner e criticato l'acquisto dello 0,9% della banca russa Vtb; dopo la successiva levata di scudi pro-management di Diego Della Valle, Lorenzo Pellicioli (De Agostini) e Effeti-Ferak: e la lettera per il «chiarimento» degli amministratori di minoranza, le due comunicazioni a dir poco dissonanti di presidente e capoazienda rendono ancora più complessa la situazione al vertice di una delle più grandi multinazionali italiane.
Geronzi scrive che «lo stato economico, finanziario e patrimoniale nonché i fatti rilevanti della gestione sono rappresentati nel bilancio e nella relazione delle Generali che saranno messi a disposizione del pubblico». Su questa materia, il board del 16 marzo sui conti «ha emesso un comunicato stampa al quale fare riferimento». In tale decisione «si è esplicata la funzione del presidente». Nella lettera poi il presidente che in questi giorni si è manifestata «una pluralità di dichiarazioni da parte di diversi consiglieri. Non entro nel merito né mi compete inseguire singoli comunicati, posizioni e dichiarazioni. Ogni consigliere si assume la responsabilità» di ciò che dice. Infine Geronzi sottolinea di ritenere che a tutti, nessuno escluso, «spetti compiere uno sforzo di coesione per il bene della compagnia».
Perissinotto nelle 15 righe della lettera definisce anzitutto le «esternazioni» di Bolloré «lesive degli interessi della compagnia e dei suoi stakeholder». Quindi si rivolge a Geronzi sollecitando un suo intervento «utile e necessario per ristabilire il rispetto delle regole e «per evitare la diffusione di notizie contraddittorie e potenzialmente dannose per gli interessi della compagnia».
Difficile immaginare i passi successivi di presidente e capoazienda. È invece possibile ipotizzare che alcuni consiglieri stiano pensando di chiedere la convocazione di un board sulla governance prima dell'assemblea: se entro fine aprile è scontato si tenga un comitato esecutivo, il primo consiglio è in calendario a metà maggio. E appare poco probabile si voglia andare all'assise di Trieste con una situazione così tesa.
E sulla questione Ppf (oggetto della nota integrativa al bilancio che sarà resa pubblica oggi), ieri un portavoce del gruppo ceco ha detto che «Ppf  non ha nulla da dire, perché la politica del gruppo è di discutere internamente al consiglio le tematiche attinenti» al board. Infine Diego Della Valle. Interpellato su Ppf, ha risposto così: «Fidatevi solo di quel che dice Perissinotto. Le Generali sono una società seria». I rapporti con Geronzi? «Vanno educatamente bene».
Sergio Bocconi