La corsa dei premi spinge le Generali

Corriere Della Sera

Risultati su del 73% a 873 milioni. Geronzi: governance da affinare Perissinotto «Gli ultimi due anni sono stati un tremendo stress test per tutti. Penso che abbiamo passato la prova»

MILANO - Utili in forte crescita per le Generali nel primo semestre 2010 (873 milioni, +73,2%), anche se il secondo trimestre si è chiuso con un risultato netto in calo (346 milioni, -13,5%) in un contesto generale più difficile per i mercati. Nella semestrale approvata ieri dal consiglio di amministrazione del gruppo (-0,25% in Borsa contro un calo dello 0,76% del Ftse Mib) i premi sono saliti del 9,1% a 38,1 miliardi, con il ramo vita in crescita del 13,3% a 26,3 miliardi e i «danni» in aumento dello 0,7% a 11,8 miliardi. Il board ha poi «formalizzato e definito meglio» le deleghe del presidente Cesare Geronzi, ha affermato un consigliere all' uscita della riunione. E lo stesso Geronzi, arrivato quest' anno alla poltrona numero uno del Leone, ha spinto ad andare oltre: «Questo risultato costituisce uno sprone a fare ancora meglio, soprattutto sul versante delle iniziative di razionalizzazione e dell' efficienza operativa» in particolare nel ramo danni, ha commentato. Il gruppo - ha detto - «è solido e dotato di una buona governance probabilmente ancora da affinare». Il riferimento, a quanto sembra, è alla messa a regime della nuova struttura dei comitati interni: ieri, per esempio, è stato ulteriormente definito il comitato investimenti, con la decisione di farvi partecipare, su invito, anche i principali manager operativi del gruppo. Comunque - ha aggiunto il presidente - «in sintesi, come stiamo facendo, bisogna dedicare tutte le energie per rafforzare ancora competitività e redditività». Intanto i consulenti di Boston consulting stanno lavorando con il gruppo per individuare margini di miglioramento nell' organizzazione interna: i risultati dovrebbero arrivare in autunno. Per l' intero 2010, il Leone ha confermato le stime di un risultato operativo tra i 3,6 e i 4,2 miliardi. «Nell' attuale scenario i target costituiscono una sfida maggiore», si legge nella presentazione dei risultati. A livello macroeconomico, ha comunque spiegato Giovanni Perissinotto, amministratore delegato, «è stata ormai superata la fase più critica della crisi dei debiti di alcuni Stati, il mercato ha tenuto, è questo è un buon segno». Per quanto riguarda il Leone, ha detto il manager, gli ultimi due anni sono stati «un tremendo stress test per la nostra adeguatezza patrimoniale. Penso che abbiamo passato la prova». In un orizzonte temporale che va oltre il 2010, ha aggiunto, sembrano «molto interessanti» le prospettive del settore finanziario. Anche grazie agli investimenti «massicci» in Asia della Banca della Svizzera Italiana sono attese masse in gestione sui mercati asiatici per 30 miliardi di dollari nel 2015, rispetto ai 7 miliardi di oggi. Mentre sul versante europeo, a fine giugno 2010, l' esposizione lorda del gruppo verso bond governativi dei Paesi «periferici» dell' Ue (i «Pigs») valeva 11,9 miliardi e quella netta 1,9 miliardi, su un totale di asset in gestione di 463,4 miliardi.

Stringa Giovanni