Fondazioni, serve una verifica

MilanoFinanza

L’invito del presidente delle Generali Cesare Geronzi

Dopo la polemica di qualche settimana fa, che lo aveva visto opposto al presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, Cesare Geronzi torna nuovamente sul tema delle fondazioni di origine bancaria. E se allora il presidente delle Generali, prendendo spunto dall’improvvisa uscita di Alessandro Profumo dal vertice di Unicredit, aveva imputato alle fondazioni un ruolo di possibili disgregatori del sistema, questa volta ha sollecitato una «ricognizione» sul ruolo ricoperto da questi soggetti nel capitale delle banche e non solo, considerato anche che sono ormai passati 20 anni dalla legge Amato-Carli di riforma della banca pubblica e 12 anni dall’adozione della normativa Ciampi. «Non è giudicabile inopportuna», ha detto Geronzi, «la sollecitazione a considerare se  quali innovazioni introdurre nell’ordinamento delle fondazioni bancarie per rafforzarne l’autonomia, migliorare ancora il sostegno ai settori dell’intervento istituzionale, definire più particolareggiatamente il rapporto con gli enti che concorrono a formare i loro organi e con il sistema bancario». Rispetto all’uscita di qualche settimana fa, tuttavia, il presidente delle Generali appare meno severo nel giudizio sulle fondazioni. E pur ritenendo che «una verifica appare opportuna», non esita a sottolineare che al termine della ricognizione, «si potrebbe anche convenire che non esistono ragioni di innovazione».
Geronzi, che ha parlato in occasione dell’inaugurazione dell’asilo nido aziendale della compagnia triestina I cuccioli del Leone, ha ricordato il contributo che anche il settore privato può dare alle politiche per la famiglia. Per le compagnie di assicurazione, ha sottolineato Geronzi, si tratta di innovare le prestazioni offerte a una popolazione che invecchia, ma un ruolo importante può essere svolto appunto dalle fondazioni bancarie. Ricordando il processo di invecchiamento della popolazione in atto, il presidente delle Generali ha sottolineato la necessità di riforme istituzionali «a cominciare dai cinque punti programmatici del governo» e in particolare «far sì che sia elevata l’età media effettiva di pensionamento. Bisogna crescere di più, avendo ora le spalle coperte dalla messa in sicurezza dei conti pubblici», ha proseguito Geronzi, rilevando che non si può cantare vittoria per il superamento della crisi «essendo ancora incerta la ripresa, in campo internazionale e nel nostro Paese, esposta come è alle correnti di ritornanti, sia pure delimitati, fenomeni di grave difficoltà finanziaria, non nella nostra economia, con rischi di contagio». Geronzi ha indicato come centrali il tema della produttività e i problemi del lavoro con una revisione del sistema di welfare «come conosciuto, per preservare le principali conquiste, non certo per annullarle».