Verso una maxi-lista per Generali

La Stampa

Resta aperto il nodo della presidenza della compagnia di San Paolo. Entro fine mese il cda proposto dall'azionista di maggioranza

Resta aperto il nodo della presidenza della compagnia di San Paolo. Entro fine mese il cda proposto dall'azionista di maggioranza

Assieme a Mediobanca potrebbero esserci anche Caltagirone, Luxottica e De Agostini

Non si scioglie ancora l'incognita Geronzi ma Bernheim uscirà.L'Ft candida Draghi
In Intesa-Sanpaolo la pace tra fondazioni sull'asse Milano-Torino dà più chances a Salza


Si profila anche la partecipazione di alcuni grandi soci di Generali - tra di loro il gruppo Caltagirone,Luxottica e De Agostini, tutti con percentuali comprese tra il 2,7% e l'1% - alla lista di maggioranza che Mediobanca presenterà entro il 30 marzo per il consiglio d'amministrazione delle Generali. Nel momento in cui per la prima volta il principale azionista - piazzetta Cuccia ha il 14,7% della compagnia - presenta la sua lista,finora proposta dal cda uscente, sono in corso contatti che dovrebbero appunto portare a un'aggregazione di questi soci alla compagine che prevedibilmente farà l'en plein dei posti disponibili, lasciando alla lista di minoranza uno o al massimo due posti.Mentre non risulta che, al momento - e a sole tre settimane dalla scadenza per le liste - questi azionisti abbiano avviato contatti per creare essi stessi una lista di minoranza.
   Sulla governance delle Generali restano però aperte altre due incognite di non poco conto.La prima riguarda il numero di componenti del nuovo cda, oggi a 19 membri. Nelle intenzioni del management Mediobanca il cda dovrebbe essere reso più snello ed operativo, riducendo idealmente il numero di membri a 15 e mantenendo un equilibrio tra i rappresentanti degli azionisti e i manager. La seconda incognita, riguarda invece l'arrivo o meno alla presidenza di Cesare Geronzi, oggi presidente di Mediobanca.Il tormentone dura da tempo e non accenna a trovare una soluzione
e in questo modo sono due le caselle che virtualmente restano aperte. Finché Geronzi non si pronuncerà chiaramente sulla sua intenzione - che molti danno per sicura,ma che negli ultimi giorni potrebbe aver subito una pausa di  riflessione - di spostarsi alla presidenza delle Generali, nessun nome di peso verrà realmente candidato alla guida del colosso assicurativo, sebbene alcuni soci stiano pensando a una presidenza affidata all'attuale amministratore delegato Giovanni Perissinotto. E allo stesso tempo, nessun candidato concreto potrà apparire all'orizzonte del soglio di Mediobanca prima che si sappia se Geronzi intende davvero lasciare quella presidenza, sebbene in questo caso il candidato più probabile appaia l'attuale direttore generale Renato Pagliaro.

Tra le poche certezze che circolano c'è quella che il presidente uscente a Trieste, Antoine Bernheim, non sarà riconfermato. Ieri sul Financial Times è apparso un articolo in cui si suggerisce di lasciare Bernheim al suo posto ancora per un anno, tenendo in caldo la presidenza delle Generali per un candidato prestigiosissimo come Mario Draghi nel caso la sua corsa alla guida della Bce dovesse fallire.Ma la proposta ha tutti i connotati di una manovra di lobbying destinata a non avere seguito. Il tempo di Bernheim,infatti, è considerato finito non solo in Mediobanca ma anche tra la maggior parte degli altri grandi soci di Generali. Rinnovare un presidente per un anno - è il ragionamento condiviso- riaprirebbe dopo pochi mesi il tormentone sulla sua successione.E poi, dato che il mandato è di tre anni, nessuno pare fidarsi di un eventuale impegno di Bernheim a restare un solo anno.

I giochi restano aperti anche per Intesa-Sanpaolo, dove all'assemblea di fine aprile alla riconferma scontata  del presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli e del consigliere delegato Corrado Passera, va aggiunta la casella del presidente del consiglio di gestione. In quel ruolo, oggi ricoperto da Enrico Salza, il primo  azionista della banca - nella persona del presidente della CompagniA di Sanpaolo,Angelo Benessia - vedrebbe  volentieri qualcun'altro. Tanto che il mese scorso lo stesso Benessia si era spinto a promettere l'incarico a un esponente della fondazione di Padova e Rovigo.

La manovra non è però andata a buon fine - in primo luogo per l'opposizione degli stessi consiglieri della Compagnia torinese - e adesso la partita sembra essere tra Salza e l'esterno Domenico Siniscalco, ex ministro dell'Economia.Nel duello a distanza Salza-Benessia, il primo potrebbe essere aiutato proprio dal clima di rinnovata concordia che si respira tra i grandi soci.Lunedì sera,infatti,il comitato di gestione della Compagnia ha dato mandato a Benessia di trattare per una lista unica con la Fondazione Cariplo guidata da Giuseppe Guzzetti, che si pronuncerà sul tema il 16. “Un buon segno”, ha commentato lo stesso Passera.