Geronzi spinge Mediobanca. "Sosterremo la ripresa"

L'Unità

L'Assemblea cambia la governance, parte una stagione guidata dal presidente. New entry Marina Berlusconi in consiglio, Rampl e Tronchetti vicepresidenti

Cesare Geronzi ha tenuto la scena dalle undici del mattino fino alle prime ombre del pomeriggio governando l'assemblea degli azionisti di Mediobanca, che ha votato ciò che era stato già deciso, il bilancio e il ritorno alla cosiddetta governance tradizionale, cioè a un normale consiglio d'amministrazione, sconfessando il "duale" (la divisione tra management e "controllo") messo in piedi solo un anno fa. Geronzi ha vinto la partita non solo per aver risolto a suo favore un braccio di ferro che aveva conosciuto nei mesi scorsi momenti assai polemici, persino infuocati, lui a rimbrottare (come fece sul Sole24ore, intervistato dal direttore) quei manager che difendevano la loro autonomia e che soprattutto difendevano l'autonomia dell'istituto, cioè i conti degli azionisti (e degli investitori internazionali) dalle invadenze della politica italiana. Della politica vissuta sempre da Geronzi, come prima vocazione, in senso un pò curiale, e sicuramente con la convinzione che di là, da quelle parti, passano gli affari. Ha vinto ridisegnando e ridimensionando compiti del management, restituendo il potere, secondo le sue idee, a chi spetta, cioè a lui, il presidente, coadiuvato da un consiglio d'amministrazione che procede secondo l'onda del "familismo" di Berlusconi, che nella banca d'affari potrà contare oltre che sul vecchio amico Doris, tra i primi registi di Forza Italia, su Ben Ammar, su Ligresti, sul disponibile Tronchetti Provera (vicepresidente insieme con Dieter Rampl di Unicredit), adesso persino sulla figliola, Marina, che proprio ieri ufficialmente ha fatto ingresso nel nuovo cda, presidente Mondadori con una mano dalle parti di Rcs (come, bisogna sottolineare, Marco Parlangeli, quarantottenne direttore generale della Fondazione Mps dal 2003, a nome della lista di minoranza).
Alla fine, Cesare Geronzi ha anche detto che Mediobanca è "il perno del sistema italiano, vocata a sostenere l'attività produttiva del Paese". Poco prima, ancora in assemblea, aveva chiarito: "In un contesto come questo, questa banca ha una posizione importante. Dovremo sostenere la ripresa economica del Paese assieme alle altre grandi banche". Insomma, da grande timoniere, ha chiarito chi comanda: Mediobanca starà al centro di tutte le partite finanziarie ed economiche che contano e ancora di più oggi, nella tempesta che travaglia l'universo mondo e naturalmente anche la banca che fu di Cuccia, che però sta resistendo, come aveva illustrato sei ore prima, aprendo i lavori, Alberto Nagel. Perchè i numeri, malgrado Mediobanca abbia perso dall'inizio dell'anno ben più del trenta per cento, anche a causa della perdita di valore delle sue partecipazioni (Generali, Rcs e Telecom), danno ragione, si dovrebbe riconoscere, al suo manager. Come in effetti hanno riconosciuto quelli che contano, come Tronchetti, Doris, Bollorè, Bernheim... "Siamo liquidi per 11 miliardi - ha informato Nagel - in un momento in cui è molto importante per fronteggiare avvenimenti non prevedibili". "Risultati straordinari", ha sentenziato lo stesso Geronzi, mai visto così felice, al punto da far sapere che rinuncerebbe al posto di vicepresidente di Generali e che non vorrebbe neppure una sedia nel consiglio di amministrazione dell'assicurazione...Anche se i risultati risentono "dell'inasprimento della crisi finanziaria". Mediobanca ha chiuso il primo trimestre dell'esercizio 2008 - 2009 con un utile netto di 309,9 milioni di euro, in calo del 20,5% rispetto all'analogo periodo dell'esercizio precedente...Sui costi (più 25%) ha pesato il lancio di CheBanca!, la nuova avventura rivolta la cliente "normale" (on line, ma anche con 12 sportelli già aperti e altri 15 in programma): nel periodo 19 milioni di euro. Verrà distribuito un dividendo pari a 0,65 euro per azione: un azionista, piccolo, lo voleva doppio, un altro lo voleva regalare a Tremonti per la famosa social card. Un altro azionista, sempre tra i piccoli, chiedeva caffè e modesto buffet ad apertura d'assemblea. Glielo aveva promesso Maranghi. Potrebbe offrirglielo, di tasca sua, Geronzi, che per ora gli ha regalato soltanto belle speranze: "Per il futuro pensiamo positivo".