Il via di Bankitalia a Super-UniCredit

La Repubblica

Il piano di fusione presentato a Draghi - Domani la ratifica dei consigli di amministrazione

Le nozze tra UniCredit e Capitalia saranno celebrate dai rispettivi consigli di amministrazione domattina. Le convocazioni, che per la banca romana prevedono una riunione del patto di sindacato prima di quella del board, sono state inviate ieri. Nella stessa giornata la Consob e la Borsa, su richiesta delle due banche, hanno sospeso i titoli in attesa dei comunicati che saranno diffusi domani.
A sancire che ormai l'operazione è fatta il presidente Cesare Geronzi e l'amministratore delegato Alessandro Profumo hanno trascorso la giornata di ieri nella capitale per illustrare il progetto di fusione per incorporazione a Banca d'Italia, Antitrust, Consob, Isvap e al ministro per l'Economia Tommaso Padoa-Schioppa. Un vero e proprio giro delle sette parrocchie come non se ne vedevano da tempo: forse la nascita del secondo gruppo bancario europeo e del sesto al mondo vuole essere celebrata in pompa magna. Il nuovo colosso, si è appreso ieri, avrà la sede nella Capitale ma manterrà il nome di UniCredit.
Al Governatore Mario Draghi i due banchieri hanno illustrato un piano che rispetta e al tempo stesso valorizza la territorialità delle realtà bancarie già presenti nelle due banche (per un totale di oltre 19 mila sportelli): ci sarà una banca del Nord, che fa perno sulle filiali di UniCredit. Una banca del Centro (Banca di Roma) e una Banca del Sud (Banco di Sicilia) che si arricchiranno con l'acquisizione di 1.500 sportelli di UniCredit da parte di Capitalia. E ancora Mcc si trasformerà in una banca per gli enti locali.
Già nel colloquio con Draghi sono emersi invece i diversi ruoli che avranno i due banchieri: Profumo ha illustrato aspetti finanziari e relativi al business bancario. A Geronzi è stato delegato il compito di spiegare i nuovi equilibri nella galassia di Mediobanca. Al presidente di Capitalia dovrebbe essere riservata la vicepresidenza del nuovo gruppo, ma senza deleghe operative o, come emerso in un primo momento, deleghe sulle partecipazioni come piazzetta Cuccia, Rcs, Pirelli, Generali. E questo perché potrebbero presentarsi incompatibilità con la presidenza del comitato di sorveglianza di Mediobanca, carica sempre più probabile per il banchiere romano. Tra le visite di cortesia affrontate ieri dai due banchieri quella al presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, è quella più delicata se si esclude la Banca d'Italia. E questo per le molte implicazioni che l'operazione è destinata ad avere. Non soltanto per la concentrazione delle attività di asset management, Fineco e Xelion, che secondo quanto risulta sono destinate a essere fuse. E nemmeno per le sovrapposizioni di sportelli che, vista la complementarità dei due istituti, è limitata. L'attenzione è concentrata sugli intrecci azionari cui i due gruppi bancari e i loro azionisti sono destinati a dare vita. La preoccupazione è che possano porre problematiche molto simili a quelle della fusione Intesa Sanpaolo ma anche dell'acquisizione Generali-Toro (Capitalia possiede in campo assicurativo Fineco-Vita e FinecoAssicurazioni, entrambe sono rispettivamente con la francese Cnp e con Fondiaria-Sai che è socia di Capitalia). Quest'ultima in particolare è destinata a costituire un precedente importante: l'Antitrust è in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza con cui il Tar ha bocciato la condizione posta dall'Authority al gruppo del Leone per limitare il peso degli intrecci azionari, ovvero la cessione di Nuova Tirrena. E se all'origine della bocciatura ci fosse la contestazione dell'analisi dell'Antitrust basata sulle ripercussioni degli intrecci azionari, per il caso UniCredit-Capitalia potrebbe rendersi necessario un approccio differente.
Ieri l'amministratore delegato di Capitalia Matteo Arpe ha intanto confermato l'abbandono del gruppo. «È assolutamente evidente che per me si chiude un progetto» ha detto, un percorso «i cui risultati saranno alla base di un nuovo progetto, ben più rilevante». Le dimissioni del manager comporteranno nelle prossime settimane anche l'uscita dei manager della prima linea arruolati nel corso degli anni: tra questi anche Fabio Gallia, attuale amministratore delegato della Banca di Roma.
Dopo la presentazione politico-istituzionale del progetto di fusione, lunedì mattina a Milano sarà la volta dell'incontro con la comunità finanziaria. Perché l'operazione sia completata formalmente ci vorrà ancora del tempo: secondo le indicazioni trapelate ieri le assemblee straordinarie per approvare il progetto si terranno subito dopo l'estate mentre il merger sarà operativo in autunno.