Capitalia, Fininvest entra nel patto

MilanoFinanza

Geronzi incassa l’ok alla ristrutturazione della fondazione Cassa di Risparmio di Roma. Tra i soci stabili anche Pesenti, Merloni e Angelini. L’assemblea dell'istituto romano approva la fusione per incorporazione di Fineco e Mcc. A gennaio nuova riunione del sindacato sulle decisioni di Abn Amro.

Fininvest, la finanziaria della famiglia Berlusconi, entra a far parte del patto di sindacato di Capitalia, assieme a Italmobiliare (Pesenti), Tosinvest (Angelini) e Merloni. L'allargamento dell'accordo tra i soci forti dell'istituto romano agli ex azionisti di Mcc, da tempo nell'aria, si è concretizzato ieri con il via libera dell'assemblea di Capitalia alla nuova struttura del gruppo. Ieri i soci dell'istituto romano hanno approvato, a larga maggioranza, la fusione per incorporazione di Fineco e di Mcc nella capogruppo.
L'ingresso dei nuovi soci nell'accordo di sindacato, oltre a dare lustro alla platea degli azionisti stabili, ha portato la partecipazione complessiva del patto fino al 30,5% (31,615% comprese le azioni non sindacate). E il presidente Cesare Geronzi ostenta sicurezza anche sulle future decisioni di Abn Amro, che nell'ottobre 2006 sarà libera di uscire da Capitalia offrendo le proprie azioni agli altri componenti del patto. «Credo che alla fine il temuto put non sarà esercitato», ha spiegato Geronzi al termine dell'assemblea.
Sul riordino si è espressa a favore anche la Fondazione cassa di risparmio di Roma, a testimonianza di un migliorato clima tra i vertici di Capitalia e l'ente guidato da Emmanuele Emanuele. In particolare, la fondazione ha dato il proprio assenso alla riorganizzazione, bocciando tuttavia alcune modifiche allo statuto che lasciano maggiore mano libera al management su eventuali futuri aumenti di capitale. L'apertura arrivata dalla fondazione è stata accolta «con piacere» da Geronzi. «L'atteggiamento della fondazione», ha osservato il presidente di Capitalia «è stato di grande disponibilità e con il tempo non potrà che migliorare».
Una ritrovata sintonia che, in futuro, potrebbe aprire la strada anche ad un ingresso della Fondazione cassa di risparmio di Roma nel patto di sindacato. L'assemblea di ieri, che ha allargato il numero dei consiglieri di amministrazione di Capitalia da 19 a 21, si è per ora limitata a nominare nel board in rappresentanza della Fondazione Banco di Sicilia, Carlo Saggio. Il posto vacante, secondo indiscrezioni, potrebbe essere riservato in futuro a un rappresentante della fondazione romana.
L'occasione per i grandi soci di Capitalia di fare il punto sulle prossime mosse arriverà dopo le feste, quando, come sottolineato dal presidente del sindacato, Vittorio Ripa di Meana, il patto tornerà a riunirsi per decidere gli eventuali arrotondamenti delle quote. In quell’occasione Abn Amro dovrebbe anche comunicare se intende riallineare al 9% la sua quota, scesa al 7,68% dopo la riorganizzazione.
L'assemblea di ieri ha anche dato il via libera alla scissione parziale, a favore della capogruppo, del patrimonio immobiliare di Banca di Roma, Banco di Sicilia, Bipop Carire e Capitalia Leasing&Factoring. Non solo, i soci hanno anche conferito al cda la facoltà di aumentare il capitale fino a un massimo di 220 milioni da riservare alla sottoscrizione di investitori professionali italiani ed esteri con esclusione del diritto di opzione. Un punto su cui invece la Fondazione cassa di risparmio di Roma ha volato contro. Tale aumento di capitale, se effettuato, ridurrebbe la partecipazione dell'ente romano sotto la soglia del 5%. Sul punto, tuttavia, l'amministratore delegato, Matteo Arpe, ha escluso che ci siano aumenti di capitale in vista. «Non lo abbiamo fatto tre anni fa, non c’è alcuna ragione di farlo oggi» ha spiegato Arpe.
L'assemblea di Capitalia ha infine approvato un'altra importante modifica allo statuto relativa alla cessione e all'acquisto delle partecipazioni non strategiche. D'ora in poi tali partecipazioni potranno essere cedute o acquistate senza più passare dal consiglio di amministrazione. Tale facoltà è stata infatti attribuita congiuntamente al presidente e all'amministratore delegato.
La riorganizzazione è stata approvata anche dall'assemblea di Fineco, le cui azioni saranno ritirate dal mercato a partire dalla seduta di borsa del 2 gennaio 2006.