Capitalia, Geronzi chiude la partita del patto tra i soci

Il Giornale

Oggi la firma dei 12 grandi azionisti. Il «nodo» del Cda che passerà a 19 membri

Per Capitalia il D-day è arrivato: oggi, alle 17.30, dodici grandi soci del gruppo bancario presieduto da Cesare Geronzi firmeranno il patto di sindacato che governerà il gruppo nei prossimi tre anni siglando la conclusione di una partita aperta quasi un anno fa.
La Borsa se n'è subito accorta, con il titolo in calo del 4,5% a quota 2,3 euro. Ma un po' di suspense è rimasta: il nome del presidente del patto non dovrebbe essere Geronzi. Restano in gioco due nomi: Berardino Libonati e Vittorio Ripa di Meana, due professionisti (il primo ha lavorato in questi mesi alla stesura dell'accordo, il secondo è da sempre vicino alla ex-Banca di Roma) tra i quali dovrebbe uscire il nome del tredicesimo membro della mini-assemblea, scelto dai dodici azionisti.
Da quel che si apprende, il nuovo patto presenterà una struttura snella e prevedere poche ma precise competenze: i dodici più uno avranno il compito di nominare il consiglio e definire le linee strategiche della banca. Oltre a dare il loro indirizzo a fronte di temi di particolare rilevanza. L'idea è quella di non impoverire il ruolo del Cda, che resterà il luogo deputato per le scelte di gestione di Capitalia.
Il nuovo patto dovrebbe prevedere la nomina di 19 consiglieri contro i 16 attuali. Tre saranno indicati dalla banca olandese AbnAmro, uno a testa dagli altri 11 soci. Completeranno il quadro 3 «indipendenti», più il presidente e amministratore delegato. Una situazione ben diversa da quella che vede oggi la Fondazione Cari-Roma capace di nominare ben sette membri del board. E questo perché il nuovo accordo sancisce un fondamentale passaggio di consegne: la Fondazione è uscita dagli accordi parasociali lasciando ad Abn Amro il ruolo di numero uno, dall'alto del suo 9% di capitale.
Gli altri partecipanti, come è ormai noto, vantano quote di capitale comprese tra lo 0,5 e il 3,7% e sono due istituzioni (la reggiana Fondazione Manodori e la Regione Sicilia), e 9 azionisti privati (Ligresti, Pirelli, De Agostini, Colaninno, Lamaro, Marchini, Angelucci, Colaiacovo, Ferrarini). Resta da vedere se il cambiamento arriverà a primavera, oppure già nei prossimi giorni, con le dimissioni dell'intero attuale board.
In base alle ultime trattative, a fianco del presidente il patto avrà anche due vice. Uno nominato da Abn, l'altro dalla Regione Sicilia. In ottemperanza alla semplicità di stesura delle regole del sindacato, non dovrebbero essere previsti particolari paletti nella scelta dei membri che rappresenteranno i soci nel patto piuttosto che nel Cda. Così per esempio, sembra certo che Colaninno siederà in entrambi i board. La Pirelli sembra orientata a indicare il numero uno di Real Estate, Carlo Puri Negri, per il patto. Mentre per la Fondazione e la Regione Sicilia non dovrebbero essere in discussione le nomine dei rispettivi presidenti Mauro Bigi e Salvatore Cuffaro. E Jonella Ligresti è il nome indicato da FonSai.