Festa dell’anziano Trieste – Incontro con donne e uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Trieste, 21 dicembre 2010

ASSICURAZIONI GENERALI
Festa dell’anziano

Incontro con donne e uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Saluto del Presidente Cesare Geronzi

Trieste, 21 dicembre 2010

Il ciclo delle feste dell’anziano - che dovremo trasformare nella festa degli “ancor giovani” di anagrafe o di spirito e di determinazione – si conclude con questa significativa manifestazione. Suggello migliore non avrebbe potuto esserci di quello che si imprime qui a Trieste, la storica sede centrale della Compagnia, la cui vita si può dire è consustanziale con quella della città, alla quale ci legano tanti ricordi e sentimenti di orgoglio per ciò che è stata ed è, al crocevia di paesi diversi, di culture e storie diverse, in prima linea nell’alimentare le grandi correnti di pensiero, nella letteratura, nelle arti, nelle scienze.
Il Leone – con il significato metaforico che esprime quando così si denomina la Compagnia – sarebbe inconcepibile senza la specificazione “di Trieste”. Ed è rilevante che una delle prime città italiane per la qualità della vita sia la sede conosciuta in tutto il mondo di una impresa globale quali sono le Generali.
Un altro aspetto significativo di questa nostra manifestazione è che essa si tiene a pochissimi giorni dalla celebrazione del Natale. Un tempo di riflessione, che ci vede più portati a valorizzare gli affetti familiari, i sentimenti di amicizia, l’attenzione per il prossimo, nel ricordo di quel lontano momento della storia che ha segnato il nuovo destino dell’uomo e che è celebrato da credenti e non credenti.  In questo spirito, desidero parlarvi come “uno di voi”, dopo l’ ”apprendistato” che ho seguito per oltre sei mesi al vertice della Compagnia.
In questo anno abbiamo lavorato, tutti, intensamente, proficuamente. Nel periodo dei consuntivi – non ancora quelli formali previsti dal diritto societario – possiamo dirci soddisfatti di come abbiamo operato, ma sempre con l’assillo di dovere raggiungere traguardi più avanzati, mai  fermi agli obiettivi conseguiti. E’ una soddisfazione che, con chi dirige la Compagnia, unisce voi tutti: voi, che celebrate, rispettivamente, il ventennale e il trentacinquennale di lavoro, voi che state per andare in pensione, voi che siete già pensionati.
Le Generali hanno saputo affrontare  la crisi finanziaria globale più dura dopo quella degli anni trenta del secolo scorso e oggi, altrettanto validamente, stanno operando,  pur in presenza delle nuove, gravi turbolenze manifestatesi in Europa. I risultati conseguiti e quelli prevedibili sono più che soddisfacenti; sono di grande sprone soprattutto per quando il contesto internazionale ed europeo si modificherà in meglio e sarà, quindi, necessario dar prova di saper ottenere risultati più avanzati.  Non inseguite notizie giornalistiche non controllate. La Compagnia informa doverosamente e sempre, in ottemperanza alle vigenti norme, quando è in condizioni o comunque deve offrire informazioni stabilizzate.   E’ nostra linea di condotta, in particolare, uniformarci sempre alle prescrizioni Consob nella materia, come è doveroso.
Si seguono puntualmente, come è naturale, gli indirizzi e le disposizioni dell’Organo di Controllo.
Non è poco ciò che, con il concorso di tutti, è stato fatto in questi mesi: dall’istituzione del Comitato per gli investimenti alla revisione organizzativa – che ha visto l’istituzione del c.d. country manager e alla quale dovrà seguire l’istituzione di altre figure in una con il riesame dei rapporti tra la holding e le diverse direzioni nazionali – dal funzionamento più efficiente degli organi collegiali ai contatti più frequenti del vertice con le diverse realtà aziendali, dalla insistente spinta ad accentuare ancor più la capacità di competere, al funzionamento dell’informale Comitato di presidenza; dal rilancio della Fondazione allo sviluppo della comunicazione.   Sono oggetto di rafforzamento le strategie per la nostra presenza nei mercati esteri.  In questo contesto dedicheremo anche un’attenta disamina ai caratteri del nostro insediamento nell’Est europeo.
Proseguiremo, come accennato, nella revisione organizzativa, per gli aspetti attuativi, secondo un action-plan definito d’intesa con Boston Consulting.
Tutti questi interventi sono condizioni necessarie, ma non sufficienti per crescere nella forza concorrenziale, nell’efficienza, nel rapporto con la clientela e, prima ancora, nella migliore definizione delle linee strategiche, essendo cruciale il rinnovato, grande apporto che daranno tutti coloro, di ogni ordine e grado, che lavorano nelle Generali.
Il carisma, per rifarmi ad una bislacca notazione di stampa, non è una dote estranea alla Compagnia; anzi è diffusa, se per carisma si intendono robusta preparazione professionale, solida esperienza, lucidità progettuale, capacità strategica: requisiti, questi, che suscitano consenso generalizzato e stima, non certo l’effimero delle relazioni non sostanziate da capacità e rigore; magari basate sulle parole, al tempo della loro moltitudine, come si sottolinea in un noto discorso di Gabriel García Márquez, di recente ristampato.
E’ importante lo spirito di coesione che è presente nella Compagnia, al di là della fisiologica dialettica: esso esalta l’appartenenza a quello che potremmo chiamare “il costume“ delle Generali.  E’ una coesione avvertita anche da coloro che non lavorano più nell’azienda, avendo tuttavia dato tanto in passato; essi vivono con la stessa attenzione, anzi con la stessa passione dei colleghi in servizio, le vicende delle Generali gioiendo dei successi, rammaricandosi di qualche battuta d’arresto, sempre più rara ormai.  E’ la smentita netta di quelle tesi che vorrebbero che “envy is crucial”, la crucialità dell’invidia nel progredire.  Altra cosa è una sana e corretta emulazione.
Accade come in una famiglia speciale nella quale le distanze fisiche sono più che colmate da questo sentire unitario, da questa solidarietà, che non è separatezza dagli altri né corporativismo – tanto meno effetto di un paternalismo peraltro assente dei vertici - ma orgoglio di far parte o di aver fatto parte di una grande istituzione.
I più giovani festeggiati sono oggi a un importante passaggio.  Arrivati al giro di boa dei venti anni potranno mettere a frutto l’esperienza accanto alla tradizionale professionalità con effetti ancor più positivi per l’operare delle Generali.  Hanno davanti metà della vita lavorativa.  Anche coloro che festeggiano i 35 anni hanno un importante tratto di strada, sia pure conclusivo, da compiere, possedendo una salda esperienza che ha nei decenni di lavoro fortificato il loro bagaglio professionale.  Affronteranno in generale un quinquennio, nel quale continueranno a lavorare, ma non con l’approccio di chi sta riconvertendo interessi e curiosità intellettuali: tutt’altro.  E’ proprio, questo, infatti, il momento in cui si manifesta più intenso l’attaccamento all’azienda e questa identificazione accresce l’efficienza e l’efficacia delle prestazioni.
A voi tutti va il ringraziamento della Compagnia per quanto finora avete dato e per quello che, ancor più rilevante, continuerete a dare.
Per la preservazione e lo sviluppo di queste intelligenze collettive che sono una caratteristica della Società, dovremo continuare a selezionare, per le assunzioni, giovani sempre più preparati, che abbiano fatto studi severi e costanti, che siano aperti al lavoro di squadra, disponibili a integrare le proprie conoscenze con quelle degli altri lavoratori. La ricchezza delle risorse umane è un bene preziosissimo, che intendiamo curare con grande scrupolo.
In questo quadro, relazioni sindacali aperte e collaborative, nella distinzione dei ruoli, costituiscono un punto di forza per le donne e gli uomini che lavorano in questa Casa e per l’Azienda.
Il ringraziamento più sentito va a coloro che si apprestano ad andare in pensione e a coloro che già sono pensionati, per la vita che hanno vissuto nella Compagnia, per la dedizione dimostrata, e per il modo in cui hanno saputo preservare e valorizzare quel patrimonio di conoscenze e di esperienze lasciato dai predecessori in una ideale staffetta.  Continuate, dunque, a vivere in simbiosi con i Vostri colleghi che lavorano, pur arricchendo, naturalmente, la Vostra vita con quegli interessi e quelle inclinazioni che non avete potuto coltivare come avreste voluto, presi come eravate dal lavoro e dalla dedizione all’azienda.

Nella riunione del Consiglio di amministrazione del 16 dicembre scorso è stata approvata la nomina del cosiddetto Country Manager che sarà, come Voi sapete, Paolo Vagnone.  La decisione è importante perché costituisce un significativo tassello del piano di riorganizzazione concordato con Boston Consulting, come prima accennato.  Netta individuazione delle funzioni, prevenzione di qualsiasi commistione tra decisione attiva e controllo, funzioni di sintesi:  sono i punti portanti della riforma che avrà i suoi ulteriori sviluppi attuativi nei primi mesi del prossimo anno.

Naturalmente, un’impresa globale qual è la Compagnia, non può fare astrazione dal contesto generale.
Alle scelte di governo e di opposizione sono competenti le forze politiche.  Va comunque rilevato che si sono determinati i presupposti per la ripresa del cammino della stabilità sotto il profilo istituzionale.
L’approvazione della Legge di stabilità è stato un evento importante.  Ma nulla può essere dato per definitivamente acquisito; tutto, nelle difficili condizioni globali, deve essere faticosamente conquistato.  Dobbiamo allontanarci decisamente dai rischi di stagnazione.
Proprio fruendo delle potenzialità del nuovo contesto politico-istituzionale e sviluppandole, occorre operare per una maggiore crescita, agendo sul “punctum dolens” della produttività e della competitività.  La maggiore espansione pure nella zona – euro è cruciale, anche per far cessare gli attacchi della speculazione in Europa.
E’ su specifiche riforme di struttura che si potrebbe determinare una convergenza di forze politiche, economiche e sociali, pur nella diversità dei loro ruoli e dei loro obiettivi.  Stabilità e crescita dovrebbe essere il motto di questa convergenza.
Fondamentale è la mobilitazione di tutte le risorse possibili per l’occupazione.  Potrebbe essere opportuno, per una maggiore flessibilità regolata, incidere – proseguendo sulla linea dei progetti parlamentari e governativi - con una riforma del costo del lavoro e introdurre meccanismi che leghino parte dei trattamenti dei lavoratori alla produttività, per evitare che nelle condizioni economiche difficili non vi sia altra strada che la cessazione del rapporto di lavoro. È la share economy alla quale ispirarsi.
A livello europeo occorrerebbe maggiore slancio.  Anche le innovazioni che si introducono, come il “Meccanismo di stabilità” (Esm), appaiono ultramediate, diluite nel tempo, slegate da una visione globale, indeterminate nelle cifre, mentre ci si oppone ad altre innovazioni che, pur dovendo essere meglio messe a punto, rappresenterebbero un passo avanti, come gli eurobond e l’Agenzia europea del debito.
L’Esm è un passo avanti, ma un passo non ancora sicuro, deciso.
La crisi non è cessata in Europa.  La Bce ha fatto bene a decidere di rafforzare, in chiave precauzionale, il proprio capitale, anche se sarà opportuno alleggerire il peso sulla Banca dell’acquisto dei titoli pubblici, acquisto che potrebbe rischiare di tradursi in una eccessiva azione di supplenza con danni per l’autonomia dell’Istituto.  Ciò non toglie che, per ora, è opportuno che continuino le operazioni non standard.
L’Europa, e in specie l’Eurosistema, sono oggi a un bivio: possono continuare nel gestire faticosamente e con interventi slegati tra di loro l’azione di contrasto della coda della crisi finanziaria globale oppure possono fare leva sulle presenti difficoltà per uno scatto che porti a superare gli egoismi nazionali, a formulare un programma organico in cui tutto si tiene: rinnovo del Patto di Stabilità, emissione di eurobond, Meccanismo per la stabilità in forma efficace, riforme di struttura.
Se si vuole avere un futuro meno tempestato da turbolenze e si intende valorizzare la moneta unica, bandendo ogni ipotesi di euro a più velocità, allora la seconda è la via che è imperativo percorrere, senza che ciò significhi dimenticare i gravi errori che furono commessi nel progettare l’euro e nel ritenere illusoriamente che l’intendance suivra, che la politica economica, cioè, avrebbe seguìto la moneta unica, diventando unica anch’essa.
Ma imboccare questa via comporta che siano fugate le ritornanti ipotesi di formazione di gruppi di Paesi – guida, come è accaduto a proposito delle limitazioni della spesa comunitaria, richieste da cinque Stati.

Ho ricordato di recente che le Generali si accingono a compiere, fra un po’, 180 anni.  La Compagnia è un impresa globale “ante litteram”, ultracentenaria.  Da questo punto di vista, anch’essa è una Old Lady, ma con l’energia di un leone e con la decisa proiezione nel futuro.
Tutti Voi, come ho accennato, in servizio e in quescienza, cooperate – ne sono certo – a rendere la Compagnia ancora più globale e, al tempo stesso, italiana.  Nel prossimo anno – in un contesto internazionale non facile, innanzitutto, per il rilevante ammontare del rifinanziamento dei debiti sovrani -  tutti lavoreremo ancora di più, ci impegneremo con ancora maggiore determinazione.
Chi va in pensione reca con sé il valore di una incomparabile esperienza, ma anche un velo, appena, di tristezza per dover lasciare una riconosciuta Casa comune. Ma, come dicevo, continuerà a vivere in una sorta di simbiosi intellettuale con noi. Chi prosegue nel lavoro si sentirà ancor più motivato e responsabilizzato. Tutti avvertite e avvertirete l’orgoglio per essere stati artefici dello sviluppo di una grande impresa, per la capacità di distinguervi in Italia e nel mondo.
Parafrasando il versetto biblico, c’è un tempo per le felicitazioni, le soddisfazioni, gli abbracci e un tempo per i commiati e le separazioni.  Ora, fermiamo la commozione concentrandoci sul primo di questi tempi.  “Nunc est bibendum”.
Rinnovo a Voi e ai Vostri familiari gli auguri più affettuosi di Buon Natale e Buon anno.
Alla Compagnia diciamo tutti “ad maiora” !