Festa dell’anziano Milano – Incontro con donne e uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Milano, 13 dicembre 2010

ASSICURAZIONI GENERALI
Festa dell’anziano

Incontro con donne e uomini delle Generali in servizio e in quiescenza

Saluto del Presidente Cesare Geronzi

Milano, 13 dicembre 2010

E’ con grande piacere che intervengo in questa festa – che corrisponde a una nobile tradizione – una festa nella quale c’è un significativo spaccato della famiglia delle Generali.  Un unicum nel panorama delle grandi imprese italiane.  Un ieri, un oggi e un futuro che si integrano l’uno a vantaggio dell’altro. Tradizione e innovazione; continuità e riforme: è questo il significato del Vostro idem sentire. Insomma, la messa in comune di grandi esperienze e di robuste energie.
La stessa articolazione territoriale di questa festa è significativa dei legami profondi di coloro che lavorano, e hanno lavorato, per le Generali con l’ambiente in cui operano.
Mi sento, a pieno titolo, uno di Voi e mi ritengo impegnato a dare il giusto rilievo ai passaggi, dentro e fuori la carriera nella Compagnia, che oggi festeggiamo, rispettivamente per il compimento di 20 e 35 anni di lavoro, per l’avvio al pensionamento e per l’incontro con coloro che in pensione sono già.
Alcuni di voi, come nella bella poesia di Giorgio Caproni sul congedo del viaggiatore cerimonioso, stanno “per cominciare a tirar giù la valigia” del lungo, e per certi versi, incomparabile viaggio nella carriera delle Generali; altri sono arrivati a dei tornanti dell’impegno lavorativo che consentiranno di cogliere ancor di più i benefici dell’esperienza, dello sviluppo della professionalità, della intensa dedizione.
In tutti Voi, in servizio e in quiescenza, è vivo lo spirito di appartenenza a un organismo che costituisce una vera istituzione: un’appartenenza fatta di orgoglio professionale e di consapevolezza del lavoro da compiere con continuità per sostenere gli avanzamenti della Compagnia e per proporsi ulteriori traguardi.
Il bene della coesione è fondamentale in una grande impresa articolata nel mondo, come è la nostra.  Non esclude, di certo, la dialettica, che è il sale del progresso aziendale, ma considera il confronto un mezzo per arrivare a una sintesi efficace, in funzione del “bonum commune” della Compagnia.
Sono sicuro che anche voi che oggi siete in pensione o state sul punto di andarvi seguite con grande attenzione i progressi delle Generali e guardate con soddisfazione gli sviluppi che la vostra opera ha concorso a generare.
Il lavoro che voi avete compiuto è di sprone per i colleghi che proseguono nel viaggio, per rimanere alla poesia che ho ricordato.
Chi, invece, affronta  una nuova fase di lavoro, lo fa avendo maturato e corroborato professionalità, abilità, esperienze, senso d’istituto. E sapere sintetizzare le ragioni aziendali con il contesto di sistema è l’impegno che si richiede alle donne e agli uomini della Compagnia.
Le politiche aziendali di sostenibilità sono un punto di impegno delle Generali: queste guardano al ruolo delle donne e degli uomini che lavorano nella Compagnia come alla risorsa più pregiata, da seguire attentamente, da motivare costantemente, incentivando la sempre più coerente adesione ai fini aziendali, nel presupposto della cura continua della professionalità e della tradizionale dedizione.
La manifestazione odierna sottolinea, in particolare, il raggiungimento di traguardi nella vostra vita lavorativa.  E’ un modo, in sostanza, per ringraziarvi di quanto avete finora fatto per la Compagnia - che sa bene che le sue fortune sono legate alle capacità di coloro che vi lavorano – e per incitarvi a un ulteriore sforzo di partecipazione e di impegno, rafforzando ancora lo spirito di appartenenza che da lungo tempo è una caratteristica delle Generali.
All’attuale Gruppo di vertice, con il concorso di tutti coloro che lavorano nella Compagnia, incombe il dovere di trasferire a coloro che seguiranno una Società ulteriormente consolidata, che sia pienamente in grado di cimentarsi ancor meglio nella concorrenza e nella capacità di produrre reddito, ma senza mai smarrire le ragioni di interesse generale.  
Abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto un grande lascito; lo dobbiamo, a nostra volta, trasferire, a chi seguirà, ancora più grande.
Stiamo per compiere gli ulteriori, definitivi, passi per conseguire le condizioni che rendano più efficiente la struttura organizzativa del Gruppo; nel contempo, intendiamo valorizzare meglio le risorse professionali di cui le Generali abbondano, rendendo, certamente, più rapido l’iter delle decisioni, ma accrescendo anche la partecipazione al processo decisionale da parte delle diverse competenze e facendo sì che contradditorio dialettico tra le funzioni e sintesi operativa manifestino tutte le loro potenzialità.
Lo sviluppo della competizione, l’ulteriore miglioramento dei rapporti con la clientela, la costante cura dell’immagine e della reputazione presuppongono uno sforzo continuo nella formazione e nell’aggiornamento, a seconda dei casi; più in generale, nella cura della professionalità di coloro che lavorano nel Gruppo. Gli obiettivi di sviluppo e di redditività richiedono selezioni accurate del personale da assumere e, prima ancora, la capacità della Compagnia di attrarre i migliori che escono dalle scuole e rappresentano una linfa vitale per la proiezione del Gruppo nei prossimi decenni.  Ognuno deve essere valorizzato.
Una grande impresa deve dedicare il massimo impegno per corrispondere alle esigenze dei propri investitori.
Ma, nel corso della sua lunga storia le Generali – che si apprestano a compiere 180 anni – hanno interpretato con alto senso di responsabilità il loro ruolo all’interno pure della comunità degli stakeholder, prestando crescente attenzione alle istituzioni, ai consumatori e ai cittadini in genere.
Resta fondamentale, tuttavia, l’obiettivo della maggiore redditività al quale finalizziamo una parte fondamentale del nostro operare.  Non mi stancherò mai di ripetere che il rafforzamento delle strategie per l’obiettivo in questione non è in contraddizione con la doverosa attenzione agli interessi di sistema e generali.
Il perseguimento dell’esclusivo scopo della crescita di valore per gli azionisti ha determinato le storture che abbiamo potuto osservare nella crisi finanziaria globale, con la conseguenza che non si è affatto ottenuta la crescita anzidetta (anzi, si è raggiunto l’opposto) e si è fatta piena astrazione dagli interessi generali. Per molti sostenitori della esclusività della “crescita di valore” è purtroppo iniziato il crepuscolo.

Il Comitato esecutivo del 10 dicembre ha designato all’unanimità Paolo Vagnone titolare della Direzione Italia, insomma il country manager. Il procedimento si completerà con il Consiglio di Amministrazione del prossimo 16 dicembre. Si tratta di una decisione importante che intende dare ulteriore impulso alla nostra operatività in Italia, tenendo conto della diversificata geografia economico-finanziaria del territorio nazionale, degli spazi che si aprono con le innovazioni istituzionali in corso di attuazione – si veda, innanzitutto, il federalismo fiscale – dell’evoluzione dei bisogni della clientela effettiva e potenziale.
Una decisione, prima conseguenza della revisione organizzativa, sulla cui necessità ho insistito dal momento dell’assunzione della carica di Presidente e che risponde ai criteri da me indicati da tempo, trovando piena adesione nel vertice operativo.
Occorre accentuare la forza competitiva, non dimenticando, ovviamente, che l’Italia è parte dell’Unione europea e che nel contesto della globalizzazione le Generali sono più di altri idonee, in quanto impresa globale, a svolgere un ruolo di primo piano. Dunque, dall’Italia, dove si svolge circa un terzo di operatività, al teatro internazionale, in cui la Compagnia, per merito innanzitutto del vertice operativo (Giovanni Perissinotto, Sergio Balbinot e Raffaele Agrusti) si muove con grande efficacia.
Ma le innovazioni non si concludono con l’introduzione del country manager. Questa costituisce un importante tassello, ma non rimarrà  isolata. Il disegno complessivo è articolato, ma presenta strette coerenze per una Compagnia che intende accentuare il protagonismo. Si dovranno introdurre altre essenziali funzioni.
Soprattutto a livello di holding, si tratta delle funzioni di Chief Investment Officer e di Chief Risk Officer, essenziali in un contesto di “pesi  e contrappesi”, ma anche di tempestività delle decisioni. Vanno, poi, puntualizzati i “riporti” – e le connesse attribuzioni dei referenti – e le autonomie, definite le eventuali forme di raccordo collegiale interno. Ne risulterà una governance in senso lato ulteriormente rafforzata.     
Insomma, si attuerà, anche in progress, una organica rivisitazione, che prenderà le mosse dal sovente ricordato studio di Boston Consulting.
Prima che lo leggiate, ancora una volta, su qualche giornale, aggiungo che al Consiglio di amministrazione sarà portata anche la risposta alla nota dell’Isvap – di cui tanto si è scritto enfatizzandone la portata – che conterrà risposte esaurienti, valutate concordemente con il tradizionale spirito di grande, doverosa  attenzione alle sollecitazioni e agli indirizzi dell’Organo di controllo.
Si esaminerà anche, conclusivamente, l’ottimo risultato di gestione. Sarà motivo per ringraziare il vertice operativo e voi tutti che con dedizione lavorate nelle Generali.
Si sappia, una volta per tutte, che non esistono differenziazioni se non nel fisiologico e continuo dialogo che porta alla costruzione di proposte sempre unitariamente e saldamente sostenute. Il tutto avviene in spirito di solidarietà, per il bene della Compagnia e con l’apprezzamento di coloro che da tempo ne dirigono l’attività operativa.
      
Questa è una settimana cruciale per l’Italia e l’Europa, per i delicatissimi passaggi istituzionali, interni e comunitari.
Al di là di quelli che saranno gli sviluppi, sui quali sarà ovviamente la “politica” ad esprimersi e a decidere, va comunque ricordata l’esistenza di una stretta connessione tra stabilità  finanziaria e crescita dell’economia, a sua volta necessaria innanzitutto per creare nuove fonti di occupazione. Tutto ciò che, dunque, concorre alla stabilità finanziaria – dal contesto istituzionale, interno ed europeo, alle specifiche misure in materia – è essenziale. A tutti si richiedono rigore, responsabilità, equilibrio, chiarezza negli sbocchi delle proprie iniziative.
Dopo che il Commissario europeo Olli Rehn, ha confermato che non è necessaria una manovra integrativa di finanza pubblica, a meno che non emergano significative discrepanze nelle stime della crescita o delle entrate, si conferma la messa in sicurezza dei conti pubblici operata dal Governo. Un passaggio fondamentale è stato l’approvazione della legge di stabilità. Ora occorre, però, concentrarsi decisamente sulla crescita a livello europeo e nazionale. Questa è essenziale anche per eventualmente dover fronteggiare un aumento dell’onere del collocamento dei titoli pubblici.
Ho espresso apprezzamento per la proposta dell’Agenzia europea del debito. Affinché il progetto possa fare strada, in presenza del pregiudiziale “no” tedesco e della posizione francese non favorevole, è necessario, però, che se ne chiariscano le implicazioni e che, di pari passo, si insista sulle misure strutturali che le messa in comune del debito non renderà, di certo, superflue: tutt’altro.
In ogni caso, occorrerebbe, da subito, un piano europeo “anticontagio”, piuttosto che affrontare le situazioni di crisi caso per caso. Il futuro dell’euro, quantunque la moneta unica sia stata introdotta con misure e preveggenza politiche inadeguate, è il futuro dell’Europa. Occorre riformare il funzionamento dell’Unione economica e monetaria. Ma sarebbe folle il solo pensare di tornare indietro.

Per riprendere Caproni e il viaggio simbolico, quelli che si accingono ad andare in pensione diranno “ch’era bello stare insieme”. La famiglia Generali si articola ma conserva la sua unità: pensionati, pensionandi, lavoratori attivi impegnati in compiti che si faranno più complessi, richiederanno crescenti professionalità e abilità, ma saranno ancor più gratificanti. A questi impegni sono sicuro che voi che continuate nel lavoro risponderete con efficacia e incisività.
L’approssimarsi delle Festività natalizie ci chiama tutti a elevarci un po’ nella riflessione e a pensare ai valori veri della vita, fra i quali il lavoro, con la sua dignità, con la sua eticità, occupa un posto di rilievo per la persona che, come nell’altro viaggio, questa volta avventuroso – quello dell’Ulisse dantesco – mira a “seguir virtute e canoscenza”.
Un augurio sincero, da me, da un vostro “collega”, dunque, che si è innamorato delle Generali. Buon Natale e Buon Anno, che siano per voi apportatori di serenità e di soddisfazioni. E un augurio sentito per la nostra ultracentenaria Compagnia che affronterà un 2011 non facile, ma lo farà con accresciute forze e determinazione.