Premio Capalbio, riconoscimenti a Salvadori, Spaventa e Geronzi

Il Tirreno

"La situazione italiana ha vissuto in un paradosso: dominata da correnti rivoluzionarie senza aver compiuto né mai nemmeno progettato alcuna rivoluzione e io credo che per potersi rinnovare abbia bisogno di prendere coscienza di ciò che questo secolo ha consumato, perché la storia di domani deve liberarsi di quella di ieri".

"La situazione italiana ha vissuto in un paradosso: dominata da correnti rivoluzionarie senza aver compiuto né mai nemmeno progettato alcuna rivoluzione e io credo che per potersi rinnovare abbia bisogno di prendere coscienza di ciò che questo secolo ha consumato, perché la storia di domani deve liberarsi di quella di ieri".
Questa la conclusione dello storico Massimo Salvadori che ieri sera, proprio per il suo libro "La sinistra nella storia italiana" ha ricevuto il premio Capalbio, giunto alla quarta edizione e assegnato "a personalità delle società italiana che si sono distinte attraverso scritti sui tratti più innovativi dei processi economico-sociali".
La giuria, presieduta da Paolo Mieli e composta da Giulio Savelli, Federico Rampini, Dominick Salvatore, Fulco Pratesi, Barbara Palombelli, ha attribuito un riconoscimento speciale postumo a Enzo Forcella, autore del saggio "La Resistenza in convento", ritirato dalla moglie Anna."Un libro pieno di impegno e di pasione", lo ha definito Mieli, ribadendo che "Enzo è ancora ben presente tra noi". Vincitore nella sezione Politica e Cultura con il libro "La fine dell'innocenza. Utopia, totalitarismo e comunismo", Pierluigi Battista, sotto i bastioni della Rocca medievale di Capalbio battuta da un vento gelido, ha duettato con Giuliano Ferrara (che si è autodefinito un "pulcino totalitario") sull'idea, tragicamente fallita, di società perfetta.
Doppio riconoscimento a Luigi Spaventa e a Vincenzo Chiorazzo, nella sezione Economia, per il libro "Astuzia o virtù? Come accadde che l'Italia fu ammessa nell'Unione Monetaria". "Non avrei mai creduto che ce l'avremmo fatta, tanto da scommettere, perdendole, sei bottiglie di champagne con Fabiano Fabiani", ha raccontato Spaventa. "Il resto dell'Europa non ci voleva, fu davvero un risultato inatteso, merito del risanamento della finanza pubblica, di sacrifici e di veri colpi di destrezza". Il premio speciale Economia 2000 è andato a Cesare Geronzi "per la sua opera, punto di riferimento per la società italiana nel settore economico e bancario".
Nella motivazione viene lodata la capacità del presidente della Banca di Roma di "coniugare stabilità e trasformazione, consolidamento e rinnovamento."Identico riconoscimento per il ragioniere generale dello Stato, Andrea Monorchio, di cui la giuria ha lodato "la modernizzazione del meccanismo decisionale delle politiche pubbliche".
Tra i premiati Tito Boeri, autore di "Uno stato asociale, perché è fallito il welfare in Italia" (secondo Boeri, professore associato alla Bocconi di Milano, il welfare italiano non ha ridotto la povertà né le diseguaglianze tra individui delle stesse generazioni), Carlo Pelanda per "Lo Stato della crescita", Paolo Perulli per "La città delle reti, forme di governo neo Post-fordismo", Enrico Cisnetto, targa speciale per "Il gioco dell'Opa", l'imprenditore Dino Gavina.