Geronzi si emoziona, Bazoli scrive il ricordo

Il Giornale

Francesca, la hostess addetta al Cerimoniale, li sitema uno alla destra e un altro alla sinistra dell'assemblea dell'Abi. Stesso posto (terza poltrona). Stessa fila: ovviamente la prima.

Francesca, la hostess addetta al Cerimoniale, li sitema uno alla destra e un altro alla sinistra dell'assemblea dell'Abi. Stesso posto (terza poltrona). Stessa fila: ovviamente la prima. A sinistra - senza alcun riferimento politico - va Giovanni Bazoli. A destra, Cesare Geronzi. Vale a dire, i due banchieri che - per ragioni diverse - sono stati più vicini a Enrico Cuccia negli ultimi anni. Bazoli, esattamente un anno fa, era il candidato naturale alla successione del Grande Vecchio. Poi, anche se non senza stile, è stato quello che, con la sua Banca Intesa, ha <<sfilato>> la Comit dall'orbita Mediobanca. Geronzi, invece, è stato il più fedele alleato degli ultimi dieci anni. Ruolo che Cuccia ha apprezzato fino a consentire alla Banca di Roma di diventare azionista di maggioranza di Via Filodrammatici.
E ora i due stanno lì, seduti a una trentina di metri di distanza. Apprendono la notizia della morte di Cuccia come tutti i presenti. Cioè, dai bigliettini che passano di mano in mano. Geronzi, apparentemente non muove un muscolo del viso alla notizia che gli viene sussurrata. Ma di lì a poco si alza, esce dalla sala e appena nella hall attiva il cellulare. Poi torna e con lo sguardo cerca di incrociare quello di Bazoli. Lo trova. E come se riuscissero a comunicare con un battito di ciglia, si alzano e si dirigono verso un corridoio laterale del Palazzo dei Congressi. Parlottano fitto, a bassa voce, e tornano in platea.
E lì restano per oltre due ore. Nemmeno una pur modesta reazione. Seguono con le mani le relazioni di Sella, del governatore Fazio e del ministro Visco. Girano pagina per 75 volte. Ma la mente, forse, è lontana. Vola a Milano. A quell'omino curvo che non c'è più. Entrambi accolgono con un sospiro di sollievo la fine della relazione del ministro del Tesoro, Ormai anche Visco la legge distratto, mangiandosi le parole, ben conscio che nessuno lo sta più ascoltando.
Bazoli e Geronzi sanno bene che quelle torme di cronisti che si avvicinano al palco, in realtà sono lì per loro. Sanno di essere pasto per gli <<avvoltoi>> della penna. E per un attimo, una feazione di secondo, i due banchieri di ghiaccio reagiscono in maniera diversa. Il bresciano usa il testo del ministro come carta da appunti. Così, mentre attende la fine dell'assemblea, scrive il proprio commento per ricordare la figura del banchiere. Come gli si fanno sotto i giornalisti, inizia a parlare. In realtà, legge, Il suo è un ricordo un pò algido, forse troppo formale. <<Per me - dice Bazoli - è un vero dono aver goduto della sua stima e della sua confidenza>>. E via, frasi di circostanza, meditate per due ore e bloccate con la penna sulla relazione di Visco. <<In questo momento - commenta - voglio ricordare solo l'uomo straordinario...>>. Abbassa lo sguardo sui fogli e prosegue: <<...ho apprezzato la rara levatura spirituale e culturale della sua persona, che rappresenta una delle esperienze più importanti e preziose che in tutti questi anni l'impegno di banchiere mi ha offerto>>.
Anche Geronzi ha due ore per meditare il commento sulla morte di Cuccia. Ma preferisce non bloccarlo sulla carta. Anzi. Dà l'impressione di pensare a voce alta. Lo sguardo non segue l'interlocutorre, ma il ricordo. <<Mi sembra tutto così inverosimile - confessa - L'ho visto, l'ultima volta, martedì scorso. Mi sembrava un pò affaticato: ma era appena tornato da una passeggiata di venti minuti>>. A quattr'occhi quasi si commuove. <<Provo un dolore personale immenso. Cuccia è stato uno dei 4 - 5 uomini più importanti della mia vita professionale>>. Un colpo alle spalle di una telecamera lo riporta alla realtà. Il cameramen viene fulminato con uno sguardo. E Geronzi torna Cesarone.