Geronzi: «Non ci sarà una rivoluzione dopo di lui»

Corriere della Sera

A Mediobanca non ci sarà nessuna «rivoluzione», ma alleanze internazionali che vanno accelerate.

A Mediobanca non ci sarà nessuna «rivoluzione», ma alleanze internazionali che vanno accelerate.
L'internazionalizzazione «è già nel Dna di Mediobanca, la prima intuizione è stata di Cuccia ed i rapporti con Lazard vengono da lontano». Il presidente della Banca di Roma, Cesare Geronzi, primo azionista di Mediobanca alla pari con Unicredito, ha tracciato in un'intervista televisiva ad Ansa-Bloomberg un profilo del «banchiere dei banchieri» che per 50 anni ha tessuto le fila dell'intreccio tra grande banca e grande finanza e delle sfide che ora attendono Mediobanca. Mediobanca continuerà a fare la holding di partecipazioni e la merchant bank: «Se ci saranno mutamenti nella strategia, questi avranno bisogno di tempo, di meditazione, del conforto degli azionisti, bisognerà casomai individuare gli uomini che devono occuparsi più dell'investment banking e quelli che devono occuparsi dell'attività finanziaria. Ma nella testa degli azionisti non credo che ci sia una rivoluzione».