Snafuz, passaparola per il saluto del 2000

La Repubblica

"SNAFU' Z, lanciano lì i liceali entrando in classe, zaino in spalla, dita che si chiudono in avanti ad accompagnare il saluto. "Snafùz", rispondono ovviamente i compagni, stesso tono, stesso gesto delle mani. "Snafùz", scherzava ieri sera anche Cesare Geronzi

"SNAFU' Z, lanciano lì i liceali entrando in classe, zaino in spalla, dita che si chiudono in avanti ad accompagnare il saluto. "Snafùz", rispondono ovviamente i compagni, stesso tono, stesso gesto delle mani. "Snafùz", scherzava ieri sera anche Cesare Geronzi, presidente della Banca di Roma accogliendo, insieme al regista Gabriele Salvatores, i suoi ospiti, dal presidente della società autostrade Giancarlo Elia Valori, all'attore Massimo Ghini, ai vari top manager Alitalia o Telecom, nella sede di via del Corso, addobbata per l'occasione come un rifugio post-atomico. Ma che c'entrano i dirigenti con gli adolescenti modaioli e con Salvatores. E, soprattutto, che roba è questo "Snafùz"? Ad appena tre settimane dalla sua apparizione in tv Snafùz, saluto del futuro, è già diventato il nuovo tormentone linguistico che nelle scuole come negli uffici, sta facendo dimenticare trovate cult come i Pippochennediani "quelo" o "la seconda che hai detto". Il neologismo arriva però dalla pubblicità, elemento chiave degli spot che Salvatores ha girato, ingaggiato dall' agenzia J. Walter Thompson per la privatizzazione della Banca di Roma, con una campagna costata 3 miliardi. E che ieri sera, a sei giorni dalla vendita delle azioni, è stata festeggiata con un ricevimento avvenieristico, fra musica new age, luci rarefatte e modelle immobilizzate su una pedana. Mentre su via del Corso campeggiava l'enorme macchina del tempo utilizzata da Salvatores e sui megaschermi scorrevano le immagini dei sei spot che il regista ha pensato come se si trattasse di un film ad episodi (i due finali non sono stati ancora trasmessi). E' la storia, ambientata nel futuro, di tre personaggi che dal loro amico inventore, con una potente macchina del tempo, vengono rispediti nel passato e precisamente nel '97, per poter partecipare appunto alla privatizzazione. I quattro ovviamente, si salutano sempre con il complice "Snafùz", invenzione linguistica di Alex Brunori, il creativo della campagna: "Negli spot si cerca sempre di inventare neologismi", spiega Brunori, che ammette di essersi rifatto allo Snaporaz che Federico Fellini aveva creato per Marcello Mastroianni ne "La città delle donne". Per i suoi spot Salvatores è andato a pescare atmosfere, temi, interpreti e staff tecnico, direttamente da Nirvana il suo film fantascientifico: a cominciare da Gigio Alberti che nel film era il dottor Rauschenberg, il medico pazzo che operava gli occhi-telecamere di Sergio Rubini.
Negli spot Alberti è l'inventore della macchina del tempo: fino a due giorni fa era in scena a Roma, al Teatro della Cometa e per strada, ma anche alla fine dello spettacolo in tanti lo salutavano con uno "Snafùz". Da Nirvana Salvatores si è portato dietro anche il tecnico degli effetti speciali Franco Valentiano, lo scenografo Giancarlo Basili e, per il trucco e i costumi, Patrizia Chiericoni che per il maquillage ha scelto tinte lunari come il rame e l'argento, ha riempito i capelli dei protagonisti di frezze colorate, e per i vestiti ha mixato i tessuti argentati di Gaultier ed Exté con abbigliamento usato degli anni Cinquanta. E se è vero che per i tre personaggi del futuro Salvatores ha voluto attori inglesi, negli spot c'è anche tanta Roma: i set sono stati allestiti nel parcheggio di Villa Borghese, in un loft di Porta Portese e al Corso.