Nasce la holding della nuova Banca di Roma

La Repubblica

La prima assemblea della Sipab, la società italiana di partecipazioni bancarie, cioè la holding di controllo della nuova Banca di Roma, guidata dal presidente Pellegrino Capaldo e dall'amministratore delegato Cesare Geronzi, ha formalizzato i conferimenti del 55% del Banco di Roma da parte dell'Iri

La prima assemblea della Sipab, la società italiana di partecipazioni bancarie, cioè la holding di controllo della nuova Banca di Roma, guidata dal presidente Pellegrino Capaldo e dall' amministratore delegato Cesare Geronzi, ha formalizzato i conferimenti del 55% del Banco di Roma da parte dell'Iri e del 70,23% del Banco di Santo Spirito da parte della Cassa di Risparmio di Roma. In base alla perizia del Tribunale di Roma - informa una nota - il valore di stima del conferimento complessivo è di 6.770,5 miliardi, di cui 4.400,8 miliardi (cioè 3.100,4 lire per azione) relativi al conferimento della Cassa di Risparmio di Roma e 2.369,7 miliardi (3.191,5 lire per azione) di pertinenza del conferimento dell'Iri. A fronte di tali conferimenti, l'assemblea ha deliberato un aumento di capitale da 10 a 1.000 miliardi. Dopo tale operazione il capitale della Sipab spa spetterà per il 65% alla Cassa di Risparmio di Roma e per il 35% all'Iri. Inoltre, la società avrà un fondo sovraprezzo azioni pari a 5.780,5 miliardi di lire. Con l'operazione deliberata ieri la Sipab spa è diventata la holding di controllo di due tra le più importanti realtà creditizie italiane, ponendo le basi per la preparazione di una più organica concentrazione che consentirà al nuovo polo bancario romano di affrontare adeguatamente il mercato degli anni '90. Nelle prossime settimane ci sarà anche il rinnovo del consiglio di amministrazione del Banco di Roma con l'ingresso degli uomini della Cassa di Risparmio di Roma. Qualche polemica è venuta ieri sulla valutazione del Banco di Roma che, secondo alcuni analisti, sarebbe stato sottostimato. Intanto la commissione Finanze e Tesoro del Senato ha espresso ieri parere favorevole alla nomina di Guido Savagnone alla presidenza del Banco di Sicilia, mentre per una dimenticanza del governo il parere della Commissione Finanze della Camera è stato rinviato. Il relatore alla commissione della Camera dei Deputati, Antonio Bellocchio (Pds), ha fatto notare che fra le norme di riforma delsistema bancario ce n'è una che introduce alcuni obblighi aggiuntivi quando si conferma in un incarico un dirigente di un azienda di credito. Norma che, evidentemente, deve essere applicata anche al caso di Savagnone, "promosso" da vicepresidente a presidente. Per ottenere il parere in Parlamento sarebbe dovuto arrivare un curriculum tecnico con i risultati della gestione della banca durante il precedente mandato. La norma si ricollega a una legge del '78 sulle nomine pubbliche.