Debutta la Banca di Roma

Il Messaggero

La superbanca si colloca in vetta alla classifica nazionale con i suoi 1.200 sportelli, 24 mila dipendenti, 107 mila miliardi di impieghi e 86 mila di raccolta. Partner dell'Ina nelle assicurazioni

La Banca di Roma è arrivata al momento del debutto. L'operazione partita quattro anni fa, sotto la regia di Pellegrino Capaldo e Cesare Geronzi, issa le nuove insegne e annovera fra le sue file l'ex governatore della Banca d'Italia e ministro del Tesoro, Guido Carli. Il consiglio di amministrazione dell'istituto lo ha infatti nominato consulente per la finanza internazionale e per le iniziative all'estero. II colosso creditizio nato dalla fusione fra la Cassa di risparmio, il Santo Spirito e il Banco di Roma, si colloca con il San Paolo di Torino in vetta alla classifíca dei grandi istituti di credito italiani. Ha 24 mila dipendenti, 1.200 sportelli sparsi per tutt'Italia, ed é presente in tutti i capoluoghi di provincia. La sua rete internazionale si estende su diciotto paesi, con 17 fíliali e quindici fra uffici di rappresentanza e filiazioni. Anche i suoi volumi operativi sono da primato nazionale: attività totali per 140 mila miliardi, raccolta per 107 mila, e 10 mila miliardi di patrimonio netto. La raccolta arriva a 107 mila miliardi, e gli impieghi a 86 mila. L'utile lordo, come somma dei singoli risultati nei bilanci al 31 dicembre arriva a 749 miliardi. Per arrivare a costruire intomo alla Cassa di risparmio di Roma un colosso di queste dimensioni Capaldo e Geronzi hanno lavorato a ranghi serrati dall'inizio dell'88, senza perdere un appuntamento sulla tabella di marcia. Fu ad agosto di quell'anno che iniziarono le trattative per Spirito che venne realizzato ad aprile dell'anno successivo con l'acquisizione del 51 per cento del capitale. Ma era solo la prima fase dell'operazione. Per arrivare al Banco di Roma ci é voluto un anno e mezzo. II 29 ottobre del '90 l'Iri approva la nascita della banca di Roma e lo schema che avrebbe affidato all'istituto una partecipazione di minoranza del 35 per cento nella holding di comando che sarebbe stata controllata per il 63 per cento dalla Fondazione cassa di risparmio di Roma, e che avrebbe controllato Santo Spirito e Banco di Roma.
Poi il ministro Carli firmó un decreto d'urgenza che autorizzava l'aumento di capitale da 300 a mille miliardi, e la holding Sipab venne costituita sotto la presidenza di Pellegrino Capaldo, e ad ottobre scorso la Sipab vara il piano di fusione che porterà alla Banca di Roma che ha al suo vertice ancora Capaldo come presidente, Cesare Geronzi, direttore Generale Antonio Mitola condirettore generale. Ad aprile di quest'anno la holding ha affidato a Oliviero Prunas la carica di vicepresidente. A grosse tappe siamo arrivati al 9 luglio, l'atto di fusione viene siglato con efficacia dal primo agosto. La Banca di Roma é ai nastri di partenza, con una pubblicità murale che dice «C'erano tre banche, ora ce n'é una sola», e con uno spot pubblicitario televisivo realizzato da Federico Fellini. La Banca di Roma é nella sostanza l'único esempio di quelle fusioni fra istituti medio grandi che la legge Amato aveva voluto sollecitare con la concessione di agevolazioni fiscali per far crescere di dimensioni il nostro sistema bancario, chiamato a competere con i colossi europei del credito.
L'altra grande fusione realizzata é quella fra il San Paolo di Tornio e il Crediop. In questo caso però si tratta di una banca e di un istituto di credito a medio termine. II terzo progetto intorno cui hanno lavorato per mesi e mesi Carli da ministro del Tesoro e Roberto Mazzotta, e che doveva portare al matrimonio fra Imi, Cariplo e le casse di risparmio, ha subito un vero proprio stop dal nuovo governo e la sua sorte incerta. La superbanca romana, che vuol essere punto di riferimento a tutto campo della propria clientela, ha anche firmato un accordo con Pina per la vendita delle polizze nei propri 1.200 sportelli. Controlla il Mediocredito del Lazio, per il finanziamento alle imprese ed é attiva in tutti i settori del para bancario.