La Bna torna in utile con la cura Banca Roma

La Repubblica

La cura Banca di Roma ha fatto bene alla Banca nazionale dell'Agricoltura. Dopo due anni di forti perdite, infatti, la Bna è tornata nuovamente in utile e ha chiuso il bilancio 1995

ROMA - La cura Banca di Roma ha fatto bene alla Banca nazionale dell'Agricoltura. Dopo due anni di forti perdite, infatti, la Bna è tornata nuovamente in utile e ha chiuso il bilancio 1995, il primo dopo l'ingresso nella scuderia della Superbanca della capitale, con un guadagno di 1,1 miliardi. Un risultato notevole se si considera che nel 1994, l'ultimo dell'era del conte Giovanni Auletta Armenise, la Bna aveva perso ben 633,1 miliardi, completando una parabola discendente iniziata da tempo e che già aveva fatto sentire i suoi effetti sui conti 1993, chiusi in "rosso" per 61,7 miliardi. I conti 1995 sono stati approvati ieri dal consiglio d'amministrazione della Banca dell'Agricoltura, presieduto da Paolo Accorinti, già vicedirettore generale della Banca di Roma, che in una nota ha definito "piccolo, ma significativo" l' utile raggiunto. L'inserimento in un gruppo bancario di ampio respiro internazionale, del resto, ha consentito alla Bna di effettuare una decisa e rapida inversione di tendenza, che in pochi mesi, a giudicare dai dati resi noti, l'ha portata fuori dalle secche della crisi finanziaria. Il risultato lordo di gestione è salito, infatti, a 107,8 miliardi, contro gli appena 4,6 del bilancio '94. Il margine d' interesse è cresciuto dell'8%, a 806,2 miliardi, e quello d'intermediazione è migliorato dell'11,7%, a quota 1.126,3 miliardi. Buona anche la crescita dei volumi interbancari intermediati, segno che il nome Banca di Roma ha avuto i suoi effetti nei rapporti istituzionali. La raccolta interbancaria è infatti salita del 17,3%, a 13.341 miliardi, contro l'incremento del 2,5%, a 16.944 miliardi, registrato dalla raccolta da clientela ordinaria. E gli impieghi nel comparto interbancario sono cresciuti del 39,8%, a 11.428 miliardi, contro i 15.033 miliardi degli impieghi da clientela che, comunque, sono aumentati dell'8,5%. Le sofferenze, vera spina nel fianco dell'ultima parte della gestione Auletta, hanno invece segnato un "sensibile" rallentamento e il loro tasso di crescita si è attestato intorno al 4%. In lieve calo anche il rapporto tra impieghi e sofferenze, sceso al 6,75%, dal 7,03 del '94. Al miglioramento dei risultati ha contribuito anche una politica di tagli incentivati: nel '95 ci sono stati circa 400 prepensionamenti, che complessivamente hanno comportato oneri per 48 miliardi. Le spese per il personale sono infatti aumentate del 2,5%, a 706,3 miliardi, mentre le spese di amministrazione sono leggermente scese. Il piccolo utile di 1,1 miliardi della Bna, infine, è dovuto al saldo delle partite straordinarie, in attivo per 6,9 miliardi, che ha controbilanciato il risultato ordinario, che ha chiuso in "rosso" per 5,4 miliardi, dopo aver scontato i 48 miliardi per i prepensionamenti (inseriti tra le poste ordinarie) e aver effettuato rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali (21,8 miliardi), su crediti (58,1) e su immobilizzazioni finanziarie (21,9), e accantonamenti per 11,5 miliardi.