BNA, fronte in movimento

La Repubblica

Grandi manovre intorno alla Bna. La "guerra delle banche" non poteva del resto non toccare anche la Banca nazionale dell'agricoltura, controllata dal conte Giovanni Auletta Armenise

ROMA - Grandi manovre intorno alla Bna. La "guerra delle banche" non poteva del resto non toccare anche la Banca nazionale dell'agricoltura, controllata dal conte Giovanni Auletta Armenise, afflitta da gravi problemi di sottocapitalizzazione e di scarsa redditività. Da giorni la Bna è al centro di indiscrezioni bancarie e finanziarie. E ieri la Consob ha sospeso in Borsa dalle 9,30 alle 12,00 i titoli della banca, in attesa di comunicazioni ufficiali che chiarissero la situazione. Comunicazioni arrivate in mattinata con una nota di Auletta che ha spiegato come siano "sempre allo studio ipotesi finalizzate all'ottimizzazione gestionale e allo sviluppo del gruppo", ma che finora "nessuna procedura formale è stata avviata". Cosa sta succedendo? La Bna, dopo essere stata inseguita dal Credit (che ha l'8% delle azioni ordinarie e il 20% della controllante Bonifiche Siele) e dall'Ambroveneto, oggi entrambe fuori gioco per le operazioni in corso con Rolo e Comit, è da tempo nel mirino della Banca di Roma. Il colosso della capitale, infatti, forte di un patrimonio di oltre 2.000 miliardi, vorrebbe espandersi e raggiungere il controllo dell'istituto di Auletta. "Noi guardiamo alla Bna con interesse - ha più volte detto il presidente della Banca di Roma, Pellegrino Capaldo - ma solo se c'è la possibilità di ottenerne il controllo". Ed è proprio la questione del controllo, il problema che ha finora frenato qualsiasi trattativa. Dopo un'iniziale disponibilità di massima, infatti, il conte Auletta, come ha spesso fatto negli ultimi anni, non è mai arrivato al punto di sedersi intorno ad un tavolo per trattare la cessione dell' istituto. E questo nonostante le forti pressioni interne ed esterne cui è sottoposto. La Bna, del resto, non va bene. Ha chiuso il '93 con 61,7 miliardi di perdite contro l'utile di 25,7 miliardi registrato nel '92. E anche quest' anno la situazione non è affatto cambiata, dato che la semestrale ha registrato una perdita di 29,7 miliardi contro il pareggio della semestrale '93 e sofferenze in crescita da 828 a 908 miliardi. Vista la situazione, la Banca d'Italia "suggerisce" da tempo ad Auletta di cedere il controllo della banca e far entrare nel suo capitale un partner bancario forte. Un'ipotesi vista favorevolmente dal figlio, Giampiero Auletta, che è vicepresidente dell'istituto e che per questo motivo ha quasi rotto i rapporti con il padre, e dall'ex amministratore delegato, Antonio Cassella, sostituito recentemente da Gustavo Greco. Giovanni Auletta Armenise (il quale è conte per aver ereditato il titolo dall'omonimo zio materno, Giovanni Armenise, che negli anni '30, con l'appoggio di Benito Mussolini, conquistò la Bna e fu investito del titolo nobiliare con regio decreto nel '40, e che dopo aver perso i suoi amici politici democristiani si è avvicinato ad Alleanza nazionale) invece fa muro. E finora è riuscito a mandare a vuoto il pressing dell'Istituto d' emissione, che dall' ottobre '92 ad oggi ha già mandato due volte i suoi "007" ad ispezionare i conti della banca, con una sorta di "gioco delle tre carte". Infatti, lui e i suoi collaboratori sono spessissimo in Banca d'Italia. E più volte hanno assicurato al governatore, Antonio Fazio, di voler finalmente trovare un partner forte, per poi presentarsi nuovamente ed illustrare piani di ricapitalizzazione autonomi, tendenti ovviamente a respingere eventuali attacchi di altri istituti. E' il caso delle ultime voci sulla Bna, che mettono in luce, se non altro, la volontà del conte di resistere ad oltranza. La scorsa settimana il responsabile creditizio di An, Antonio Mazzocchi, ha annunciato l'esistenza di un piano per portare nelle casse della Bna circa 500 miliardi, grazie all'intervento del mondo agricolo. La notizia è però stata smentita sia dal conte che dalle organizzazioni agricole. Giovedì sera è inoltre circolata un'altra ipotesi, che ha portato alla sospensione dei titoli Bna in Borsa e alla richiesta di chiarimenti da parte della Consob. Secondo questa ipotesi, la Bna avrebbe allo studio un piano per trasformare le azioni privilegiate in ordinarie e poi emettere gratuitamente nuove azioni privilegiate, in modo da aumentare il capitale attingendo alle riserve e creare spazi all'accensione di nuovi prestiti subordinati (che già nel primo semestre '94 ammontano a 342 miliardi contro i 228 del '93), importanti ai fini del rispetto dei ratios. Il conte ieri ha affermato che "nessuna procedura formale è stata avviata", dando la sensazione che qualcosa di vero ci sia. Per ora Fazio ha adottato una linea morbida nei confronti di Auletta. Bisogna vedere se, considerata la situazione della banca, sarà possibile continuare su questa strada.