Tutti i "benefici" della superbanca

La Repubblica

Da Piazza Affari a Montecitorio l'annuncio della creazione del nuovo polo bancario romano, la superbanca tra Cassa di Roma, Banco di Santo Spirito e Banco di Roma ha prodotto una leggera scossa elettrica

Da Piazza Affari a Montecitorio l'annuncio della creazione del nuovo polo bancario romano, la superbanca tra Cassa di Roma, Banco di Santo Spirito e Banco di Roma ha prodotto una leggera scossa elettrica. Ieri fin dalle prime ore del mattino le azioni del Banco di Roma sono state richieste chiudendo, a fine seduta, con un rialzo dello 0,94 per cento a 2.675 lire. Una prestazione notevole se si tiene conto dell'andamento poco brillante del mercato in questi giorni e che ieri il rialzo medio di tutto il settore bancario è stato dello 0,21 per cento. Sul fronte del governo il commento di Cirino Pomicino è stato positivo. L'accordo, ha dichiarato ieri il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, dà corpo e sostanza alla legge Amato sulla riorganizzazione delle banche. La decisione di ieri del consiglio di amministrazione dell'Iri, ha aggiunto il ministro, porta alla concentrazione di due aziende che può consentire un'economia di scala insieme ad un miglioramento dei servizi prodotti. Per dirla in breve una competitività più alta nei confronti del sistema bancario internazionale. Meno caldo Pomicino sull'idea Comit-Credit. Per le due Bin milanesi, ha osservato, la linea da seguire, anche se con modalità diverse, è quella assegnata da questo accordo. Il Pci continua invece a criticare l'intera politica dell'Iri che, secondo Bellocchio e De Mattia, manca di strategia. Intanto del lungo cammino tecnico che porterà alla costituzione della superholding che dovrebbe prendere il nome di Banca di Roma, si cominciano a delineare tutti i dettagli. A partecipare alla costituzione della nuova holding saranno l'Iri e la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma. I due enti tuttavia non conferiranno il 100 per cento del Banco di Roma e della nuova azienda bancaria che nascerà dalla fusione tra le attività della Cassa di Roma e il Santo Spirito. L'Iri conferirà alla nuova holding il 55 del capitale del Banco di Roma e ne riceverà in cambio una partecipazione pari al 35 per cento della nuova holding Banca di Roma. La Fondazione Cassa di Risparmio di Roma conferirà invece alla nuova holding il 73-75 per cento del nuovo Banco di Santo Spirito e ne avrà in cambio il 65 per cento della holding Banca di Roma. Al termine dell'operazione all'Iri, che attualmente, al netto dei prestiti obbligazionari convertibili, ha in mano il 70,15 per cento del Banco di Roma resterà in portafoglio il 15 per cento del capitale del Banco di Roma mentre il rimanente 10 per cento sarà sul mercato. Ciò fino a quando, entro il 1992, non ci sarà la concentrazione ed è ipotizzabile che queste azioni saranno scambiate con quelle della nuova superholding Banca di Roma. In pratica l'Iri si tiene un pacco di minoranza anche del Banco di Roma perché prevede una ristrutturazione e un rilancio della sua banca derivante da questa fusione e intravede quindi un miglioramento patrimoniale del proprio investimento. Sul versante Cassa di Risparmio di Roma bisogna considerare che entro poche settimane sarà formalizzata l'operazione di fusione tra le attività della Cassa spa e il Banco di Santo Spirito. A quel punto la Fondazione Cassa di Risparmio di Roma che attualmente detiene il 51 per cento diventerà proprietaria di più dell' 80 per cento della nuova azienda che si chiamerà proprio Banco di Santo Spirito. Questo sarà possibile perché con il conferimento delle attività bancarie della Cassa al Santo Spirito la quota dell'Iri si diluirà, proprio per il maggior peso dell' istituto di Capaldo e Geronzi. Alla fine quindi l'Iri scenderà al 10 per cento del nuovo Banco di Santo Spirito, la piccola percentuale che resta sarà invece flottante. La fase successiva, prevista entro il 1992, dovrebbe così portare dopo la costituzione della superholding che avrà in portafoglio le aziende bancarie Banco di Roma e nuovo Banco di Santo Spirito, alla fusione vera e propria tra i due istituti o comunque alla formazione di un gruppo polifunzioanale con la sistemazione delle varie attività, dal parabancario al credito a medio termine. L'Iri, secondo le idee di Nobili, dovrà essere sempre meno una holding bancaria e dovrà dunque limitarsi a tenere in portafoglio le quote degli istituti di credito senza occuparsi delle strategie che, invece, spettano alla Banca d' Italia. Quanto al fatto che Via Veneto si ritirerà dal Banco di Roma e dunque dalla nuova Banca di Roma rimanendo con una quota di minoranza la spiegazione è di carattere tecnico. Si dice che l'Iri non avrebbe certo avuto vantaggi da una banca che non dava dividendi ormai da tre anni mentre una quota di minoranza del polo è destinata a rendere molto di più. Le sinergie che si prospettano tra le due banche non sono di poco conto. Il Banco di Roma in particolare potrà portare la propria esperienza internazionale e nel settore titoli dove da tempo ha proceduto ad informatizzare le procedure. E già da tempo il Banco di Roma è molto attivo nell'emissione di prestiti internazionali e sul mercato dell'eurolira. La Cassa di Roma, come si è detto più volte, avrà la caratteristica di un forte insediamento locale. Il nuovo gruppo bancario, che coprirà una quota del mercato nazionale pari al 6%, avrà una forte presenza nell'Italia centrale e, in particolare, nel Lazio. Dei quasi 900 sportelli,il 60% sarà collocato nel Centro Italia, il 20% nel Sud e l'altro 20% nel Nord. Esso inoltre avrà il 35% dell' intera raccolta bancaria del Lazio ed il 24% degli impieghi della stessa regione. La Banca di Roma così con una raccolta di oltre 91 mila miliardi supererebbe la Comit, oggi a quota 89.420 miliardi, la Bnl con 81.475 miliardi, il Credito Italiano con 78.434 miliardi e il San Paolo di Torino con 68.827 miliardi.