Banca Roma privata, sì della Borsa

Il Messaggero

Toro e Agricola mantovana. Ma anche Electronic Data Sistem fondata dal miliardario americano Ross Perot, industriali di casa come Del Vecchio, Della Valle, Maramotti e l'Anotonveneta nell'elenco degli istituti di credito

MILANO - Toro e Agricola mantovana. Ma anche Electronic Data Sistem fondata dal miliardario americano Ross Perot, industriali di casa come Del Vecchio, Della Valle, Maramotti e l'Anotonveneta nell'elenco degli istituti di credito. Tra conferme e ipotesi prende forma il nocciolo duro della Banca di Roma in versione privata, secondo il disegno del presidente Cesare Geronzi: un nucleo di controllo stabile, con in portafoglio il 50% del capitale, formato da soci vecchi e nuovi. E senza l'Iri, che con un prestito obbligazionario da 1.500 miliardi sarebbe pronta a mettere sul mercato i propri pacchetti, ovvero il 13,9% dell'azienda bancaria e il 35% della holding. Un progetto che ha riscosso alto gradimento a piazza Affari, dove ieri i titoli della Banca di Roma hanno guadagnato il 2,99% seguite dalle Toro (+0.39%), in risalita dopo la flessione della vigilia. La compagnia sborserà 500 miliardi per il 7% dell'istituto, con un'operazione che secondo il presidente delll'Ania Desiata: "fa parte della normale fisiologia: l'Italia sta velocemente recuperando il terreno che aveva perso nel settore "bancassurance"".
Per ora Geronzi può contare sull'adesione formale al progetto di Toro e Bam, mentre il Credit si ritaglia un ruolo di seconda fila. "Se ci verrà sottoposto un piano industrialmente valido potremmo essere interessati, ma nei limiti di un modesto investimento finanziario" commenta un portavoce.
Soci sì, ma non nel nucleo forte al fianco della Fondazione. Anche perchè la bussola del Credito italiano punterebbe in altra direzione, a un polo con Ras, Sai e Fondiaria. Determinato a conquistare un ruolo di peso pare invece il colosso multinazionale di informatica Eds, dato per certo nella lista dei principali azionisti privati della Banca di Roma. I contatti si sono aperti qualche tempo fa con trattative nel comparto dell'Edp e dalla partnership tecnologica per la riorganizzazione dei servizi i rapporti sono quindi allargati alla possibile alleanza azionaria. Con 95 mila dipendenti in tutto il mondo e di recente scorporata dalla General Motors, la Electronic Data System spazia dalla gestione dati per le grandi società alle reti informatiche, ma l'ampio raggio d'azione non salva il gruppo dalla concorrenza dei giganti Ibm e Csc. Una pressione talmente forte - l'esercizio '96 si è chiuso con utili per 760 miliardi più che dimezzati (-54%) rispetto all'anno precedente - da rendere necessaria una drastica ristrutturazione. Nel comparto bancario, invece, Geronzi avrebbe aperto i contatti con un istituto spagnolo, mentre in campo nazionale c'è l'Antonveneta che potrebbe fare la sua parte. L'azienda di credito guidata da Silvano Pontello, dopo l'acquisizione di Interbanca, non ha mai spezzato il filo che la lega ala banca romana. Dalla quale ha già rilevato 54 sportelli, testa di ponte per l'espansione in Italia centrale. E la privatizzazione dell'istituto controllato dall'Iri rappresenta un'occasione preziosa. Infine gli imprenditori, non nuovi al comparto creditizio e ai consigli di amministrazione di spicco: in Borsa si fanno i nomi del numero uno di Luxottica Leonardo Del Vecchio, di della Valle (Tod's) e di Maramotti (Max Mara). Nessuno per il momento si pronuncia: le adesioni arriveranno solo con il perfezionamento del piano di privatizzazione. Che, passando per un aumento di capitale da 3.500 miliardi, sarà portato a termine nei prossimi quattro mesi.