Banca Roma brinda ai privati

La Repubblica

Due miliardi e 700 milioni di azioni richieste da 290.000 risparmiatori, di cui 5.800 già azionisti dell'istituto e 14.000 dipendenti del gruppo

ROMA - Due miliardi e 700 milioni di azioni richieste da 290.000 risparmiatori, di cui 5.800 già azionisti dell'istituto e 14.000 dipendenti del gruppo. Anche se non sono arrivati gli extraterrestri della pubblicità di Gabriele Salvatores salutando con l'ormai famoso "Snafuz", la domanda di titoli Banca di Roma da parte del pubblico "terrestre" è stata tre volte superiore all'offerta iniziale (900 milioni di titoli). Ed ha spinto i vertici dell'istituto, d'intesa con l'Iri che uscirà completamente, ad aumentare l'offerta di azioni fino a un massimo di 1.960 milioni (compresa la greenshoe di 300 milioni di titoli e 60 milioni di azioni proprie), destinandone ben 1.560 milioni a risparmiatori, azionisti e dipendenti e solo 400 milioni agli investitori istituzionali. Una scelta legata alla volontà di favorire il più possibile i normali sottoscrittori, i quali, però, vista la domanda, non riusciranno ad ottenere più di un lotto ciascuno (5.000 azioni). I risparmiatori, pagheranno i titoli 1.538 lire l'uno, i dipendenti 1.343 e gli investitori istituzionali e i soci stabili e finanziari 1.385. L'intera operazione, compreso il collocamento riservato agli azionisti finanziari e i titoli in cui saranno convertite le obbligazioni Mediobanca International, frutterà circa 4.900 miliardi, di cui 3.000 alla Banca di Roma e 1.900 all'Iri. "E' stata un' operazione eccellente. Meglio di così non poteva andare, siamo andati al di là di ogni aspettativa. E' un grande successo per la Banca di Roma e per l'Iri", ha dichiarato soddisfatto il presidente dell'istituto Cesare Geronzi. E anche il direttore generale dell'Iri, Pietro Ciucci, è apparso molto contento: "E' un doppio successo - ha detto - perchè consente a noi di ottenere una plusvalenza di circa 300 miliardi, visto che incasseremo 1.900 miliardi a fronte di un valore di carico di 1.600, e alla Banca Roma di rafforzarsi". Al grande pubblico andranno (in caso di esercizio totale della greenshoe) 1.560 milioni di azioni per un controvalore di circa 2.115 miliardi. Di queste, l'8,2% andrà ai dipendenti. Agli investitori istituzionali andranno invece solo 400 milioni di azioni per altri 554 miliardi. Oltre a questi titoli, vanno calcolati i circa 750 milioni di azioni Banca di Roma, pari a circa il 14% del capitale, che andranno, attraverso un collocamento riservato, fuori dall'Opvs, ai soci finanziari (Comit, Credit, Eds e i tre arabi) per un incasso di altri 1.040 miliardi circa. E vanno aggiunti i circa 1.200 miliardi derivanti dalla conversione in circa altre 750 milioni di azioni Banca di Roma delle obbligazioni triennali emesse da Mediobanca International per cedere la residua parte dell'Iri non inserita nell'Opvs, che hanno ricevuto domande superiori di oltre 4 volte all' offerta. Il prezzo di conversione delle obbligazioni, che hanno una cedola annua del 3,5%, è stato fissato a 1.662 lire. L'ammontare destinato agli istituzionali è stato portato da 300 a 340 milioni per 570 miliardi, cui vanno aggiunti altri 650 miliardi, derivanti dai 400 milioni di obbligazioni riservate al socio stabile Toro. Al termine di questa complessa operazione, quindi, la Banca di Roma privata e senza Iri può guardare al futuro con maggiore serenità: ha ottenuto una ricapitalizzazione da circa 3.000 miliardi, ha creato un asse di ferro con la Toro del gruppo Fiat che avrà l'8,5% dell'istituto e formerà un nucleo stabile con l'Ente Cassa di Roma (che scenderà dal 52,2 al 27,1%), ha inserito nel suo azionariato soci finanziari di peso (Comit, Credit e co.). E ha creato un flottante pari al 50% del capitale.