Il balzo di Banca di Roma

La Repubblica

Più 15,42% la Banca di Roma; più 10,63% la Bna. Sono i guadagni in Piazza Affari registrati in una sola settimana dalle due banche capitoline

ROMA - Più 15,42% la Banca di Roma; più 10,63% la Bna. Sono i guadagni in Piazza Affari registrati in una sola settimana dalle due banche capitoline. Solo un buon momento per il settore creditizio sulla scia del più 30,73% dell'Ambroveneto? Oppure il segno di grandi manovre in atto nel gruppo guidato da Cesare Geronzi? Per la Banca di Roma i dati parlano chiaro: lunedì sono passati di mano 28 milioni di azioni e ieri, a metà giornata, il valore era già superato con altri 33 milioni di azioni e uno spunto in Borsa del 9,34%. In pratica in due giorni hanno cambiato proprietario oltre il 2% dei titoli della Banca di Roma, vale a dire un quinto del flottante.
Sulle ragioni di tanto interesse in Borsa Geronzi è chiaro: "Evidentemente piace il progetto di privatizzazione". Un progetto del quale però non si conoscono ancora i dettagli, i quali dovrebbero venire alla luce - secondo i bene informati - nelle prossime due settimane. In vendita, come è noto, c'è il 35% dell'Iri nella holding Cassa risparmio Roma e il 14% posseduto dall'Iri nella stessa banca: con 1.700 miliardi ci si potrebbe portare a casa entrambi i pacchetti azionari, i quali sono sì di minoranza, ma beneficiano di una serie di patti parasociali. Tale posizione di minoranza, inoltre, si trasformerebbe in maggioranza appena sarà possibile lanciare un aumento di capitale, considerato che l'altro socio, l'Ente cassa risparmio Roma, non è dotato di fondi propri. La Banca di Roma, del resto, comincia a migliorare la situazione di bilancio grazie agli effetti dell'accentramento della gestione finanziaria (stimata in due punti di Roe, l'indice che segnala la redditività del patrimonio) e dell'accordo sul costo del lavoro, che togliendo una giornata al mese di retribuzione permette di guadagnare altri tre punti di Roe. Ieri comunque si è registrato fermento in tutto il mondo del credito. La Carisbo ha chiuso con successo l'Opa sulla la Popolare dell'Adriatico; la Popolare dell'Etruria e del Lazio ha attivato una nuova rete finanziaria; a Roma, infine, si è discusso delle sorti della Sicilcassa, che qualcuno vorrebbe unire al Banco di Sicilia, nonostante i due istituti abbiano 190 sportelli sovrapposti e la fusione provochi 2.500 esuberi.