Abn Amro cresce in Banca di Roma

Corriere della Sera

La banca olandese sale al 9,66%. Un'operazione da circa 130 miliardi

MILANO - La decisione del Tesoro non è ancora ufficiale, ma il passaggio del Mediocredito Centrale alla Banca di Roma sembra ormai questione di giorni. Un'operazione da circa 4.000 miliardi che consentirà all'istituto guidato da Cesare Geronzi di allargare la propria rete ai circa 600 sportelli dell'istituto controllato dal Mediocredito. E, proprio mentre è in corso l'acquisizione dell'istituto siciliano qualcosa si muove nell'azionariato dell' istituto capitolino: è aumentata infatti fino a sfiorare il 10% la quota di capitale custodita dal colosso olandese Abn Amro nella Banca di Roma. L'istituto ha reso noto ieri di aver incrementato di un punto percentuale, dall'8,65 al 9,65% la sua partecipazione. «L'Abn Amro Bank - si legge in una nota - ha acquistato un ulteriore 0,89% delle azioni Banca di Roma, pari a 47.903.255. L'acquisto è avvenuto in blocco dalla Banca Unione di Credito, per un ammontare di 129,7 miliardi di lire (pari a 67 milioni di euro)». «Pertanto - precisa la nota - tale acquisto, sommato all'8,73% di azioni che Abn Amro possiede in Banca Roma dal marzo '99, porta il pacchetto azionario al 9,653%. Lo 0,89% appena acquisito non confluirà nel patto di sindacato». «L'operazione - conclude la nota - avviene in accordo con gli altri membri del patto di sindacato (Ente Cassa di Risparmio e Toro) e nell'ambito della sempre migliore collaborazione con il Management della Banca di Roma. Abn Amro Bank e Toro disporranno così della medesima partecipazione in Banca Roma». E anche la Libia vuole incrementare la sua partecipazione nella Banca di Roma portandola dal cinque al dieci per cento. Una richiesta formale in questo senso - secondo quanto scrive il settimanale Jeune Afrique nel numero in edicola - è già stata avanzata dalla Lybian Arab Foreign Bank (detentrice della quota libica nella Banca di Roma) all'istituto. L'operazione Banca di Roma sarebbe comunque solo uno dei passi che la Libia intenderebbe compiere nel quadro di una più vasta azione di rilancio dei rapporti economico-finanziari con l'Italia dopo la chiusura del contenzioso bilaterale e la rimozione delle sanzioni Onu. E intanto è in arrivo una buona notizia per il Mediocredito centrale in via di privatizzazione: la Commissione europea, secondo quanto appreso dall'«Ansa», si prepara a dare via libera - sia pure a precise condizioni - al pacchetto di aiuti italiani per 4.618 miliardi concessi per la ristrutturazione del Banco di Sicilia e di Sicilcassa. La decisione formale della Commissione europea è attesa per mercoledì 10 novembre e permetterà di chiudere la delicata procedura avviata nel 1997 sulla ristrutturazione delle banche pubbliche siciliane e la creazione di un polo bancario regionale sotto l'egida del Banco di Sicilia, opportunamente rafforzato, e del Mediocredito Centrale. Il governo Ue aveva già dato nel marzo scorso il suo nulla osta all' intervento per 1.000 miliardi del Fondo interbancario di tutela dei depositi nella liquidazione di Sicilcassa.