S. Spirito, debutto a Piazza Affari

La Repubblica

Procede speditamente la realizzazione del maggior polo bancario italiano. Entro un paio di mesi al massimo la Cassa di risparmio di Roma e l'Iri conferiranno alla nuova holding Sipab rispettivamente il 73% del Banco di Santo di Spirito e il 55% del Banco di Roma

Procede speditamente la realizzazione del maggior polo bancario italiano. Entro un paio di mesi al massimo la Cassa di risparmio di Roma e l'Iri conferiranno alla nuova holding Sipab rispettivamente il 73% del Banco di Santo di Spirito e il 55% del Banco di Roma. Si tratta di un passo decisivo per preparare la vera e propria fusione tra i due Istituti che si concretizzerà nel 1992. Sono queste, a grandi linee, le tappe principali per creare la futura Banca di Roma tracciate dai vertici del Santo Spirito, il presidente Pellegrino Capaldo e il direttore generale Cesare Geronzi, che hanno accompagnato ieri l'esordio in Borsa delle azioni dell'Istituto. Il titolo ordinario Santo Spirito ha chiuso la prima giornata a 2904 lire, contro le 3113 del valore peritale del Comitato degli agenti di cambio di Roma e le circa 2800 di giovedì al Terzo mercato, registrando scambi piuttosto sostenuti (circa 3 milioni le azioni passate di mano). La quotazione e il prestito obbligazionario di 600 miliardi che partirà lunedì - ha spiegato Capaldo - sono avvenimenti importanti di un percorso iniziato due anni fa quando la Cassa di risparmio di Roma acquisì la maggioranza del Santo Spirito. Dal primo marzo scorso le due banche sono state integrate e hanno realizzato lo scorso anno un margine lordo di 960 miliardi che dovrebbe crescere di circa il 15% quest' anno, con un utile netto previsto attorno ai 400 miliardi. Ma in prospettiva il Banco di Santo Spirito è destinato a un'ulteriore trasformazione attraverso l'integrazione con il Banco di Roma. A questo proposito Capaldo ha ricordato la recente costituzione della Sipab, che fungerà da holding bancaria, il cui capitale è detenuto al 65% dalla Cassa di risparmio di Roma e per il residuo 35% dall'Iri. Proprio alla Sipab faranno capo le partecipazioni di controllo del Santo Spirito e del Banco di Roma. Come sarà realizzata la fusione? Quali saranno i rapporti di concambio? Capaldo ha rilevato che sulla base della valutazione delle due partecipazioni detenute dalla Sipab si può fare riferimento a un rapporto di concambio Santo Spirito-Banco di Roma di 1,4. Naturalmente le indicazioni precise saranno fornite quando saranno completate le perizie preparatorie alla fusione. Ieri in Borsa il Santo Spirito valeva 2904 lire e il Banco Roma 2870 lire. Quali saranno le caratteristiche principali del prossimo colosso del sistema creditizio italiano? La banca - ha aggiunto il presidente - avrà una raccolta primaria di circa 42.000 miliardi, secondo i dati attuali, un margine lordo di 2000 miliardi, 1000 sportelli e 24.000 dipendenti. Spiegando le motivazioni alla base dell'emissione del prestito Mediobanca di 600 miliardi dotato di due warrant per la sottoscrizione di azioni Santo Spirito, al via da lunedì prossimo, Capaldo ha detto che l'operazione non nasce da bisogni patrimoniali, ma dalla necessità che anche il mercato ci dia un segnale e per ricostituire il flottante che ora si aggira attorno al 3% del capitale per un controvalore di circa 180 miliardi di lire. I warrant sono immediatamente esercitabili e quindi il numero delle azioni Santo Spirito in circolazione tra i risparmiatori dovrebbe crescere progressivamente, man mano che avverrà la sottoscrizione delle nuove azioni. Non è mancata, naturalmente, qualche considerazione sulla situazione del sistema bancario italiano e sulle difficoltà, per lo più politiche, che altri progetti di integrazione incontrano. Penso che il sistema creditizio abbia bisogno di ulteriori fusioni e accorpamenti, siamo riusciti ad applicare pienamente la legge Amato, abbiamo fatto scorpori, integrazioni, quotato i titoli in Borsa. Per la verità non so come mai altre operazioni non riescono a farsi strada, noi siamo troppo impegnati a seguire il nostro lavoro ha commentato Capaldo. Ma come mai l'operazione Cassa Roma-Santo Spirito-Banco Roma è filata via liscia senza intoppi e altri piani non riescono a decollare? La ricetta, secondo Capaldo, è semplice: "Nelle fusioni bancarie non bisogna avere troppa ansia, è necessario invece avere un disegno chiaro, industriale e aziendale. Noi l'avevamo. Siamo partiti da una media banca regionale, abbiamo creato una grande banca regionale e infine diventeremo una grande banca nazionale con un'apertura internazionale".