"Banca di Roma" la maxi - fusione in dirittura d'arrivo

La Repubblica

La costituzione del polo bancario intorno alla Cassa di Risparmio di Roma sta segnando le ultime battute. Ieri i due consigli di amministrazione del Banco di Santo Spirito e del Banco di Roma hanno deciso di varare definitivamente la fusione

La costituzione del polo bancario intorno alla Cassa di Risparmio di Roma sta segnando le ultime battute. Ieri i due consigli di amministrazione del Banco di Santo Spirito e del Banco di Roma hanno deciso di varare definitivamente la fusione tra le due banche, controllate entrambe dalla holding Sipab, per dar vita, nell'aprile del prossimo anno, ad un unico istituto di credito che prenderà il nome di "Banca di Roma". Tecnicamente si tratterà di una "fusione per incorporazione" dei due istituti bancari controllati dalla Sipab, la holding posseduta dall'Ente Fondazione Cassa di Roma per il 65 per cento e per il 35 per cento dall'Iri. Il Banco di Roma, controllato dalla Sipab per il 55 per cento si "unirà" così definitivamente con il Banco di Santo Spirito, controllato dalla holding per il 71 per cento. "A tal fine", informa una nota diramata ieri dal gruppo, "è stato deciso di formare gruppi di lavoro per affrontare i problemi organizzativi e si è deliberato di incaricare Mediobanca di fornire assistenza per le opportune valutazioni al fine di consentire ai consigli delle due banche di stabilire il rapporto di concambio". Per ora un'idea dei rapporti di valore tra i due istituti di credito può venire dalle perizie realizzate dal Tribunale di Roma in una delle precedenti fasi dell'operazione: secondo quei dati il Banco di Santo Spirito dovrebbe valere intorno ai 6.200 miliardi mentre il Banco di Roma dovrebbe arrivare ai 4.300 miliardi di lire. Se queste cifre fossero confermate da Mediobanca il prezzo di ogni azione del Banco di Santo Spirito dovrebbe aggirarsi intorno alle 3.100 lire e quello del Banco di Roma dovrebbe collocarsi nei pressi delle 3.200 lire. La storia della costituzione del "superpolo" bancario romano, reso possibile dalla legge Amato per la ristrutturazione del sistema creditizio, nacque nel 1989 quando la Cassa di Risparmio di Roma acquistò dall'Iri il 51 per cento del Banco di Santo Spirito. Successivamente, nel marzo del 1991, si procedette alla fase due: la Fondazione Cassa di Roma si "separò" dalla propria azienda bancaria e la fuse con il Banco di Santo Spirito. Poi, nel luglio di quest'anno, si fece l'operazione Sipab: in sostanza l'Iri conferì il 55 per cento del Banco di Roma nella nuova società e la Fondazione Cassa di Roma conferì il 71 per cento del Banco di Santo Spirito. In base ai rapporti di forza che si stabilirono il controllo della Sipab passò all' Ente Fondazione Cassa di Roma con il 65 per cento del capitale mentre all'Iri andò il 35 per cento della nuova società. Nel frattempo, nell'aprile del 1991, le azioni del Santo Spirito passarono dal terzo mercato alla quotazione ufficiale di Piazza degli Affari. Ora bisognerà attendere le assemblee straordinarie, che saranno convocate nella stagione dei bilanci, cioè nel mese di aprile, per assistere al decollo definitivo del gruppo bancario romano. La Banca di Roma, in base ai dati del 1991, dovrebbe avere una raccolta vicina ai 100 mila miliardi, impieghi oltre gli 80 mila miliardi e un utile lordo complessivo vicino ai 2.000 miliardi. La Banca di Roma sarà presieduta da Pellegrino Capaldo mentre il direttore generale sarà Cesare Geronzi. La Sipab, nel mese di ottobre, ha anche designato alla carica di condirettore generale l'ex amministratore delegato del Banco di Roma, Antonio Nottola. Altre Casse di Risparmio, intanto, stanno trasformandosi in società per azioni. E' stato formalmente sottoscritto con un atto notorio firmato il 30 novembre - e del quale è stata data notizia ieri - lo scorporo dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia dell' azienda bancaria "Caripuglia spa". Il patrimonio netto della nuova società è di 250 miliardi di lire e, entro il 31 maggio 1992, sarà elevato a 400 miliardi mediante un aumento di capitale di 150 miliardi di lire. Anche la Cassa di Risparmio di Genova e Imperia diventa Fondazione mentre le attività bancarie passeranno alla Carige spa. L'atto notarile è stato firmato sabato scorso: l'azienda bancaria si chiamerà "Banca Carige" mentre la Fondazione opererà nel campo culturale e sociale continuando la tradizione dell'ente originario.