Una carrellata di ricordi tra segreti, cortesie e veleni
Corriere della Sera
Il dialogo tra Bazoli e Geronzi: un sodalizio per il sistema
MILANO – Apripista è Carlo De Benedetti. Prima definisce Cesare Geronzi “astuto”, definizione che declinando in vario modo ripete almento una dozzina di volte. Quindi, auto proclamandosi maleducato, dice: “Nè Geronzi nè Giovanni Bazoli sono mai stati dei banchieri. Sono dei power proker”, cioè “all’americana”, influenti mediatori. È iniziata così ieri la presentazione del libro “Confiteor” (Feltrinelli), nel quale Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera, intervista Geronzi, ex presidente di Capitalia, Mediobanca e Generali. Sul palco, oltre all’imprenditore, all’autore e al banchiere capitolino, Bazoli e i direttori del Corsera Ferruccio de Bortoli che ha moderato l’incontro, e del Sole 24 Ore Roberto Napoletano. Due ore circa di dibattito nel corso del quale Geronzi e Bazoli definiscono a più riprese il loro rapporto un “sodalizio” utile al “sistema”. È il presidente di Intesa Sanpaolo a spendere per primo queste parole. Sorvolando un po’ sulle definizioni di De Benedetti (che ha rimarcato la dose sottolineando che “Geronzi per lo meno ha fatto il direttore di banca mentre Bazoli si è trovato all’Ambrosiano grazie ad Andreatta, ma non sa neanche cosi sia una banca”), dice subito: con Geronzi “negli ultimi anni c’è stato un sodalizio, non una diarchia, una collaborazione leale, lineare che può essere giudicata in vario modo, ma che noi riteniamo essere stata utile per la stabilizzazione del sistema”. Un “rapporto improntato alla libertà, indipendente, senza nessun legame con associazioni occulte”. Che “ha stupito molti”, considerate anche le differenze di provenienza sociale (e qui Bazoli sottolinea che la sua “stima è doppia” per chi ha raggiunto “posizioni di prestigio partendo da situazioni meno favorevoli”) e culturale: Geronzi “cattolico romano”, lui “manzoniano”. Sul palco sono rimaste ovviamente le parole iniziali, “maleducate”, di De Benedetti. Che è parso quasi divertito nel dire sui “banchieri di sistema”, definizione spesso usata in riferimento a Geronzi e Bazoli: “L’ha inventata Corrado Passera” (un power broker? “No, per me è stato un eccellente e utilissimo assistente”). E che, rivolto sempre a Geronzi, ricorda un pranzo da lui organizzato una volta diventato presidente di Mediobanca: “Ha voluto mettere allo stesso tavolo me e Marco Tronchetti Provera, per riconciliarci. Sapeva benissimo che era impossibile. Ma l’ha fatto. Perchè per “lui è importante questo”. E ancora: è “furbissimo”, “abile nello sgusciare fra le diverse situazioni”, “è passato da destra a sinistra, attraversa tutto, bravo”. Geronzi sorride, e Tarak Ben Ammar, imprenditore televisivo e consigliere di Mediobanca e Telecom, ride: “Non pensavo che questo dibattito fosse un film”. Ed è sulla politica che Bazoli “sostiene” ancora Geronzi. Il presidente di Intesa, che ha anche premesso che il libro testimonia la verità, e il racconto “risponde perfettamente a ciò che è accaduto”, anzitutto sostiene che “il problema non è avere meno rapporti con la politica, il punto è come ci si rapporta alla politica”. Nel caso Rcs, ha detto Bazoli “la nostra stella polare è stata mantenere l’indipendenza del Corriere come da sua secolare tradizione. E questo vuol dire avere necessariamente anche rapporti con la politica”. E poi su Geronzi: “Si dice di lui che sia vicino a Berlusconi. Fra le qualità che riconosco” all’ex premier, “c’è la riconoscenza. E lui è grato alla banca di Geronzi. E Geronzi, per questa riconoscenza, si sentiva sicuro nei rapporti con Berlusconi. Perciò, a differenza di altri, gli ha detto dei no”. Quando la parola passa a Geronzi, lui si rivolge a Bazoli: “In questo dibattito sono stati trascurati alcuni elementi fondamentali. Si dimentica che io e Bazoli abbiamo contribuito a una riorganizzazione del sistema bancario. Non dimentichiamo cos’era nell’ 88-98. Ringrazio Bazoli. Abbiamo avuto un rapporto lungo, accidentato non per causa nostra, e il compito assegnato era di dare un po’ d’ordine al sistema in declino. Nanni, consentimi di chiamarti così, abbiamo il dovere di reclamare alcuni meriti che ci appartengono. Abbiamo operato con spirito sano, per fare del bene al sistema ed essere indipendenti. Sei stato un compagno di viaggio eccezionale. Ti ricordi quante volte ci siamo incontrati? Abbiamo affrontato problemi complessi. E sai con quanta lealtà li abbiamo trattati insieme”. E così dopo aver “regalato” qualche veleno, molte cortesie e parecchi ricordi, è finito il “film” sulla finanza e i suoi segreti.
Sergio Bocconi