Geronzi "montista" chiuide la porta al Cav

Il Tempo

Il banchiere: Silvio ha finito il suo ciclo. Il Prof sciolga la riserva sulla candidatura


Se un banchiere di lungo corso come Cesare Geronzi viola la regola aurea della finanza, ovvero parlare, che per il vate del capitalismo relazionale italiano, che risponde al nome di Enrico Cuccia da Mediobanca, era da condannare più del rubare, allora qualcosa si strano nelle trame del potere del Paese è successo. O ancora meglio sta per succedere. Il banchiere di Marino praticamente cacciato senza remore dalla presidenza delle Generali, altro vero snodo del potere in Italia, esprime da qualche giorno una loquacità senza pari. Prima l’arrivo del suo libro “Confiteor” nel quale si toglie più che dei sassolini degli autentici macigni dalle scarpe attaccando ad alzo zero Alberto Nagel, capo di Pazzetta Cuccia, e a suo avviso vero regista della defenestrazione dallo scranno più alto del Leone di Trieste. Insieme a lui colpevoli di un non signorile comportamento nei suoi confronti anche Diego Della Valle e Lorenzo Peliccioli, ad della De Agostini. Ce n’è per mezzo capitalismo italiano. Finchè però il regolamento dei conti è a mezzo libro la querelle resta confinata nei saloni e nei circoli interessati alle commistioni tra politica ed economia. Ieri però la fluenza verbale di Geronzi è arrivata sul piccolo schermo. Un colpo di scena senza precedenti. Già perchè il banchiere di sistema, in parte spinto da Berlusconi a lsciare la presidenza di Mediobancaalla volta di Trieste con la missione di spostare a Roma i delicati meccanismi di potere del colosso assicurativo italiano, vera cassaforte d’Italia visto che coniuga la ricchezza patrimoniale e flussi di denaro copiosi, ieri ha chiuso la porta in faccia alle mire politiche del Cavaliere. “Il ciclo di Berlusconi si è concluso, ecco perchè deve lasciare” ha detto Geronzi, a l’intervista di Maria Latella in onda su Sky. In inglese si chiama endorsement, in italiano è una scelta di campo. Geronzi ha mollato Silvio Berlusconi a vantaggio di Monti. Il banchiere di Marino ha concesso al Cav le attenuanti generiche: “Per quello che lo conosco non è stato lui a gestire il potere, lo ha fatto fare a persone inadeguate. Poi, ci ha messo del suo. Ma tutti sono uomini e possono sbagliare. Ora, a Berlusconi conviene trovare una strada diversa”. Primo schiaffo. Inusuale per il banchiere che nella sua vita ha sempre usato guanti di velluto nello spregiudicato mondo della finanza. Un sonoro uppercut insomma. A cui si è aggiunto una veemente richiesta a Monti “perchè sciolga la riserva sulla sua candidatura”. “A Monti – ha detto l’ex presidente di Capitalia, Mediobanca e Generali – dò un 7 ed anche un 7 più, ma meriterebbe molto di più se sciogliesse la riserva sulla sua candidatura. Il paese muore nell’incertezza. Se è l’uomo giusto si candidi ma non lasci che altri prestino la sua candidatura con lui assente”. Geronzi ha proseguito parlando del tipo di governo necessario ed ha sottolineato che “occorre un governo politico che è necessario per avere una diversa dignità anche nei confronti dell’Europa. Non è accettabile che la Merkel o chi scodinzola attorno a lei diano un voto all’Italia”. Un programma politico inusuale per chi come Geronzi ha sempre seguito la politica e non l’ha mai fatta. Forse la sua sceltra si interseca con le manovre che ancora una volta coinvolgono Trieste. Ancora una volta. Con un’operazione di chiaro stampo governativo il 4,5% delle Generali in mano alla Banca d’Italia sta per passare alla Cassa Depositi e Prestiti. Un pacchetto importante da blindare contro gli appetiti internazionali.

Filippo Caleri