Staffetta Geronzi - Pagliaro al vertice Mediobanca

La Repubblica

I soci del patto promuovono il manager. Il banchiere romano sarà presidente Generali

Milano - Ora è praticamente ufficiale. Con i passaggi di ieri, patto di sindacato Mediobanca e a seguire comitato nomine, ha preso forma la staffetta alla presidenza di piazzetta Cuccia tra Cesare Geronzi e Renato Pagliaro che si concretizzerà materialmente il 24 aprile quando si svolgerà l'assemblea di Generali che porterà il banchiere romano al vertice della compagnia di Trieste. L'accordo trovato venerdì scorso, dunque, è stato confermato anche attraverso un'ultima trattativa tra le due fazioni che si fronteggiavamo, Alberto Nagel, Renato Pagliaro e Dieter Rampl da una parte, cesare Geronzi, Vincent Bolloré e Marco Tronchetti Provera dall'altra.
Il risultato è che nel verbale del comitato nomine è stato scritto che la presidenza di Geronzi in Generali sarà "non esecutiva", cioè senza deleghe operative ma nulla per il momento è stato messo nero su bianco riguardo i poteri dei due amministratori delegati, Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. Si è ripetuto all'unisono che la governance di Generali va migliorata attraverso una redistribuzione delle deleghe, e secondo gli intendimenti dei manager di Mediobanca tale redistribuzione dovrebbe avvenire nel senso di far diventare Perissinotto group ceo e Balbinot responsabile di tutte le attività assicurative, incluse quelle italiane. Ma questo punto sarà di diretta competenza del consiglio di amministrazione che si riunirà appena dopo l'assemblea del 24 aprile e questa mese di tempo che si ha davanti servirà proprio ad affinare le idee.
La nuova governance potrà prevedere anche comitati esecutivi e comitati strategici in cui conterà come in Mediobanca, l'equilibrio tra manager, consiglieri non esecutivi e rappresentanti degli azionisti. Sulle linee guida indicate dal management di piazzetta Cuccia sembra esservi convergenza tra gli azionisti ma in questo mese Geronzi lavorerà per dare un peso alla sua presidenza non esecutiva. Il suo intendimento, sarebbe quello di rendere Generali più autonoma da Mediobanca ma bisognerà vedere se e quando ciò sarà possibile.
Intanto, sono già da registrare alcune novità sull'asse Milano-Trieste, Antoine Bernheim rimarrà per il momento nel cda Mediobanca per conto di Generali ma il posto che occupava Geronzi non verrà riassegnato e così il numero totale dei consiglieri scenderà a 21 a otto la composizione del comitato esecutivo. Il risultato è che proprio nel comitato esecutivo i manager di piazzetta Cuccia si troveranno ancora più in maggioranza, con cinque voti su otti.
Tuttavia se il management di Mediobanca guardagna "indipendenza" rispetto ai propri azionisti qualche cambiamento potrebbe verificarsi nel modo di gestire la banca. Come da statuto Pagliaro sarà un presidente senza deleghe e dunque occorrerà decidere se nominare un nuovo direttore generale al suo posto al fianco dell'amministratore delegato. Le soluzioni previste da Bankitalia sono tre e tutte sno al momento possibili: si può restare con Nagel ad, si può accorpare la carica di dg a quella di ad, si apuò nominare il nuovo dg. La decisione non sarà imminente in quando fino al 24 aprile Geronzi sarà ancora presidente di Mediobanca. L'ultima incognita riguarda i soci francesi i quali non pare siano usciti vittoriosi da questa tornata di nomine e che con l'uscita di Bernheim, a cui verrà offerta la presidenza onoraria, potrebbero rivedere la loro strategia finanziaria.

Giovanni Pons