La bufala della presidenza simbolica alle Generali

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Con il rinnovo della governance di Generali, Che oggi viene formalizzato con la definizione delle candidature per la prossima assemblea, si prepara per il Leone di Trieste l'avvio di una nuova fase della sua lunga vita.

Con il rinnovo della governance di Generali, Che oggi viene formalizzato con la definizione delle candidature per la prossima assemblea, si prepara per il Leone di Trieste l'avvio di una nuova fase della sua lunga vita. Chiusa l'era di Antoine Bernheim, che nella compagnia ha lavorato intensamente e con risultati diffusamente apprezzati, con la delibera assembleare inizierà un nuovo corso sotto la guida di Cesare Geronzi.

Senza affatto disperdere gli storici fattori di successo la cura della stabilità e, quindi, la ponderazione delle scelte, l'attenta individuazione degli investimenti, in una con una mai dismessa visione degli interessi generali è ora che la multinazionale triestina cambi il passo verso un maggiore dinamismo delle strategie e dell'operatività, si dia ancor più carico dell'esigenza di razionalizzazioni organizzative, privilegiando un'ulteriore crescita del capitale umano, valuti le innovazioni da apportare negli indirizzi di lungo termine e nell'assetto territoriale, all'interno e in campo internazionale. Il tutto inquadrato in un'ottica di sistema, che non significa affatto trascurare la profittabilità; anzi, proprio questo obiettivo esige un'accentuazione dei profili della competitività e della redditività, non certo meri sacrifici in funzione degli interessi generali che vanno serviti innanzitutto svolgendo sempre meglio i compiti del mandato in campo finanziario-assicurativo.

Anche nei migliori organismi, che hanno a cuore prima di tutto la stabilità, viene il momento in cui questa, se non alimentata con la linfa della crescita della capacità competitiva, con avanzamenti nel campo dell'efficienza e dell'impiego delle risorse umane, può degradare verso la staticità, che non è più un fattore positivo. E le Generali, che hanno una storia clic ha visto alla guida del gruppo uomini come Cesare Merzagora, Enrico Randone, Alfondo Desiata e da ultimo Bernheim, oggi sono chiamate a nuova missione, in un contesto segnato dai duri postumi della crisi globale entro uno scenario internazionale dominato da concorrenti come Axa e Allianz, con i quali la sfida è aperta; e il Leone - per le sue tradizioni e il suo avvenire - non può sottrarvisi. Dunque, è a questo fine che ora si rafforza.

L’impresa assicurativa, che progressivamente ha acquisito anche il profilo di uno straordinario soggetto finanziario e che nel suo dna ha ancora i caratteri mitteleuropei del tempo in cui Franz Kafka era un suo impiegato donde un certo alone di cultura non solo finanziaria che l'avvolge - è oggi obbligata a crescere ancora e ad affrontare ad armi pari la concorrenza dei colossi globali del settore.

Le partecipazioni detenute, gli investimenti effettuati, hanno la loro ragion d'essere non tanto o non solo nella debolezza del capitalismo italiano, che pure ne ha alimentato l'acquisizione e, in certe fasi, ha fatto sì che la compagnia di Trieste svolgesse un compito d'interesse nazionale (Bernheim parlò, lui francese, di netto sostegno dell'italianità), ma per una sorta di eterogenesi dei fini anche nella necessità di condurre al meglio la mission in campo assicurativo-finanziario, affidata a quella che fu definita, molti anni addietro, la sola multinazionale di casa. Non si può, certamente, dimenticare che le Generali sono anzitutto un'impresa assicurativa: è anche in questo campo che si attendono innovazioni mentre si accentuano i problemi della previdenza e dell'assistenza non certo quali surrogati dell'intervento pubblico, ma secondo schemi di complementarità Dunque, altro che presidenza simbolica quella affidata a Geronzi . Altro che rappresentare ciò che è avvenuto venerdì scorso nel comitato nomine (li Mediobanca, secondo l'immancabile tic dietrologico, come un confronto da cui sono usciti vincitori e vinti. Manca poco clic qualcuno presenti una designazione alla presidenza come una battuta di arresto, quando fino a pochi giorni fa la stessa era indicata come un obiettivo non faci I mente raggiungibile. Un classico non sequitur cui ci ha abituato in questi mesi certa stampa. Se proprio si deve parlare di successo, non è difficile stabilire chi lo ha conseguito. L'atteggiamento pi pertinente da assumere, tuttavia, sarebbe quello di riservarsi di giudicare a consuntivo, Gi azionisti di Generali si accingono a formalizzare una scelta. Poche volte in passato si è trattato di decisioni su uomini di basso profilo. La delibera che oggi adotterà il comitato nomine di Mediobanca sarà pienamente in linea con la prevalente storia della compagnia. Anziché dilettarsi con l'improbabile gioco del chi perde e chi vince, si attendano le mosse della nuova governance, evitando di considerare il sistema quasi come una brutta parola e senza dimenticare, come fa qualche opinionista, che valorizzare i profili istituzionali e sistemici non significa affatto passare dalla ricerca della reciditività alla liberalità. Tutt' altro.

di Mattia Angelo