Geronzi: Mediobanca-Generali? Mai

il Messaggero

Il presidente di Trieste: «Si metta definitivamente una pietra sopra su questa ipotesi»

ROMA – La fusione tra Mediobanca e Generali non si fa e non si farà mai. Non è certo nei progetti di chi ha in mano le sorti di Piazzetta Cuccia, principale azionista di Trieste, e anche di chi guida il primo gruppo assicurativo italiano. E’ stato proprio il presidente di Generali, Cesare Geronzi, a mettere «una pietra sopra» sulle ipotesi di integrazione del Leone di Trieste con Mediobanca. Lo ha fatto una volta per tutte ieri nel corso del cda delle Generali, una riunione interlocutoria, con parole tutt’altro che «di forma» secondo quanto riferito dai consiglieri. Anzi. «Si è molto scocciato che girassero queste voci», riferiscono le stesse fonti, «e ha detto che non esiste alcuna indicazione, idea, immaginazione o fantasia» in proposito. Un’indicazione confermata subito dopo dallo stesso Geronzi ai cronisti in Piazza San Marco: «Speriamo che si metta definitivamente una pietra sopra sulla fusione e si rassegni chi la pensa diversamente».
Nel frattempo ha chiarito che le ipotesi che vedrebbero l’incorporazione di Mediobanca in Generali, con l’assorbimento di Mediolanum, per fare cosa gradita al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, (scenario ricostruito dalla stampa) non sono affatto il risultato  di una manovra in corso: «Non credo assolutamente ci siano delle idee», ha precisato. A dire che un’integrazione Mediobanca non ha senso è anche Alberto Nagel, uno dei vicepresidenti del Leone di Trieste e consigliere delegato di Mediobanca. E a seguire lo fa anche un altro vicepresidente di Generali, Vincent Bollorè, capofila dei soci stranieri di Mediobanca. Parla di «pura fantasia» che farebbe «venire meno l’indipendenza e la stabilità» di queste due società. Quanto ai suoi interessi in Italia. «Abbiamo lo 0,2% di Generali e il 5% di Mediobanca», ha spiegato Bollorè, «e possiamo aumentare tranquillamente al 6% di Mediobanca e forse un giorno all’1% di Generali, ma nel tempo, piano piano, e in funzione dei mezzi».

R.Amo.