Generali crescerà in Asia. Obiettivo India e Vietnam

Il Sole 24 Ore

Polizze. Il Ceo Balbinot: «Dove siamo presenti guardiamo a tutte le opportunità»

Generali considera con interesse sempre maggiore lo sviluppo sui mercati asiatici. Non solo in Cina, dove ormai il Leone è la prima compagnia straniera: «Stiamo guardando all'India e prossimamente lo sviluppo in quel territorio toccherà anche il Vietnam», ha ricordato il presidente Cesare Geronzi, parlando ieri a margine del Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini.
Quella della compagnia triestina non sarà però un'espansione a tutti i costi, ma basata su operazioni mirate. Per ribadire il concetto, Geronzi si è affidato a una battuta: «Non è che dobbiamo andare a prendere il fresco dei supermercati la domenica», ha detto, precisando che Generali acquisirà «solo ciò che serve» e che al momento sui mercati asiatici «non ci sono proposte concrete».
Nel continente asiatico, il gruppo italiano è già presente, oltre che in Cina e India, anche in Tailandia, Filippine, Indonesia, Giappone e Hong Kong. Nel Vietnam la compagnia triestina ha ottenuto proprio un anno fa una licenza per l'apertura di un ufficio di rappresentanza ed è in attesa del rilascio, da parte del governo di Hanoi, di una licenza operativa.
Di fronte alla platea del Meeting, Geronzi ha colto l'occasione per tracciare le linee guida del futuro di Generali: «L'impegno mio determinato è di far ulteriormente sviluppare le Generali, di accrescere efficienza e redditività, di migliorare l'organizzazione, di fare ancora avanzare i rapporti con la clientela, di rafforzare la competitività», ha detto nel corso dell'intervento, ribadendo che in questa direzione si muovono «i passi compiuti nel miglioramento degli assetti della governance e delle strutture della comunicazione, nell'ampia revisione organizzativa di recente promossa, nella cura delle risorse umane».
Geronzi ha poi riservato parole di elogio per la presenza di soci libici nel capitale delle aziende italiane. «Sono i migliori azionisti che io abbia mai avuto: eccellenti, collaborativi, che non hanno mai contrastato con la governance», ha detto rispondendo a una domanda nel corso del Meeting e riferendosi esplicitamente all'ingresso di Libyan Arab Foreign Bank nel capitale dell'allora Banca di Roma, poi divenuta Capitalia e adesso UniCredit.
In precedenza anche l'amministratore delegato di Generali, Sergio Balbinot, aveva sottolineato in un'intervista rilasciata al quotidiano francese «La Tribune» l'importanza dell'espansione del gruppo triestino sul territorio asiatico, pur ricordando la necessità di essere selettivi negli investimenti: «Dove siamo presenti guardiamo a tutte le opportunità, ma non vogliamo disperderci su tutti i paesi».
Riguardo al primato conquistato in Cina, Balbinot ha confidato che «contro ogni previsione non abbiamo avuto difficoltà di tipo culturale o giuridico» e che il vero ostacolo da superare è stato «fare fronte ad alcuni grandi assicuratori locali, gestiti in modo molto professionale, che possono adottare economie di scala di grandissima taglia». Pechino resta comunque l'obiettivo primario per Generali, che per crescere nel paese si è basata sugli ottimi rapporti con China National Petroleum Corporation (Cnpc), il principale gruppo petrolifero cinese con cui ha fondato nel 2002 la joint venture Generali China Life. «Se continua a crescere – ha aggiunto Balbinot – la Cina sarà uno dei grandi mercati per l'assicurazione del futuro».

Ma. Ca.