Fabbrica e lavoro, gli applausi ciellini

Il Sole 24 Ore

La platea. Consensi per la presidente degli industriali e il ministro dell’Economia

Un'accoglienza calorosa, quella riservata alla presidente della Confindustria Emma Marcegaglia e al ministro dell'Economia Giulio Tremonti dal popolo del meeting. Strette di mano e autografi hanno chiuso i loro interventi durante la giornata del meeting in cui i temi della ripresa economica e delle soluzioni per uscire dalla crisi hanno tenuto banco. Un confronto a distanza dal quale entrambi escono vincitori.
Il ministro gioca in casa, essendo ospite fisso all'appuntamento annuale con il popolo ciellino, non così per il numero uno degli industriali che mancava dal meeting dal 1997. Ma «vi ho sempre seguito», ammette. Il presidente di Confindustria raccoglie consensi fin da subito quando confessa la sua laicità («la religione è una sfera intangibile») ma del popolo di Cl dice di avere sempre ammirato «la fiducia che voi riponete all'uomo, ai deboli, ai temi dell'economia e dell'industria, valori importanti per tutti». La platea si accende quando Marcegaglia rivendica con orgoglio la centralità della fabbrica («io sono nata nella fabbrica»), rispondendo al presidente delle Generali, Cesare Geronzi che seduto al suo fianco aveva sostenuto il contrario. Come non rimane indifferente alle sue parole sul valore del lavoro di cui riconosce la serietà perché «in Italia la cultura del lavoro è seria».
Il lavoro soprattutto come valore per tutti: «Oggi non ha più senso parlare di lotta di classe - dice - perché soltanto insieme possiamo uscire da questa crisi ed evitare il rischio di un declino che potrebbe divenire inesorabile». Ed è con lei quando parla di Melfi e della scelta della Fiat di non scendere a compromessi con i pochi che vogliono limitare i diritti dei tanti lavoratori che non riconoscono più quel «vecchio mondo». Un consenso a tutto tondo anche quando critica il governo perché «troppo litigioso» e chiede di andare avanti «senza vivacchiare» perché ha la forza per governare. A rappresentare questo consenso è il presidente della fondazione per la sussidiarietà Giorgio Vittadini: «La laica Marcegaglia crede nella fabbrica, è anche grazie a persone come lei se possiamo contare ancora su un sistema industriale competitivo».
Solidarietà cristiana contro avidità mercatista sono i temi forti del ministro Tremonti, che ha iniziato il suo discorso portando il saluto del premier Silvio Berlusconi. «Questo è il vostro meeting - dice, poi si corregge - il nostro meeting». Gioca in casa il ministro, che parla al cuore leghista della platea. «E demenziale parlare di questione meridionale come regionale», serve quindi «una politica nazionale per il meridione, una visione generale e una strategia nazionale». Se l'applausometro vale qualcosa, gli otto punti presentati dal ministro trovano il consenso pieno della platea. Persino il ricordo di un comunista come il leader del vecchio Pci Enrico Berlinguer non lascia indifferente la platea. Lo cita quando parla di "austerità", indicando quanto scriveva Berlinguer nel 1977 come «punto di riferimento etico e politico da non trascurare» pur «non condividendo tante analisi» e anche se «la nostra politica è diversa da allora, così come la nostra visione delle civiltà occidentali».

Mara Monti