Berlusconi e Bossi stanano Fini - E ora Fini deve uscire dall’ombra

il Giornale

Intesa tra i due alleati: avanti e senza Udc. Così il Fli non può nascondersi Il fondatore del Fli non può più giocare a nascondino ma deve assumersi le proprie responsabilità. Se quello che vuole è far cadere l’esecutivo, prenda la mira e spari. Poi decideranno gli elettori.

Il killer, se ha la mira e il coraggio, adesso spari. L'ultima parola su questa maggioranza spetta a lui, ai suoi uomini, al suo manipolo di deputati e senatori. E sia onesto. Si assuma senza finzioni la responsabilità politica di quello che sta accadendo. Questo governo ora è costretto a navigare a vista, con a bordo un gruppo di clandestini che prima o poi lo farà affondare. I giochi di fine estate stanno finendo. È il momento che ognuno rispetti la sua parte in commedia. Gianfranco Fini si è scelto da tempo quella del colpo finale, di chi spegne la luce e chiude la porta. Faccia quello che deve fare e lo faccia in fretta. Poi ognuno metterà sul tavolo le sue carte.
Berlusconi e Bossi si sono incontrati a Lesa, sulla sponda piemontese del lago Maggiore. Qui bisognava decidere se andare avanti e come. Il Senatùr ha respinto Casini, il Cavaliere ha rinviato le elezioni. Pari e patta. Il resto è fiducia. Si va avanti, fino a dove è possibile. Non saranno loro ad ammazzare questa maggioranza. Il senso di questa giornata è tutto qui.
Niente eutanasia. Fino a quando ci sarà una maggioranza il governo resta vivo. È quello che voleva il Cav. Non c'è bisogno dei centristi. Qui la Lega ha preso il punto: sostituendo Fini con Casini il risultato non cambia. E dopo? Il dopo è tutto da costruire. Bossi sputerà sangue per ottenere il federalismo fiscale. Berlusconi lascia marcire lo spettro del governo tecnico. Tremonti continua a scaldarsi. L'opposizione si ostina a litigare sul sesso degli angeli e sulle primarie. Fini non può più giocare a nascondino.
Neppure Napolitano crede ormai a un governo ponte. Non c'è nulla di alto e nobile in giro per ipotizzare una stagione di riforme. I poteri economici hanno constatato che i mercati se ne fregano delle vicissitudini politiche italiane. Ci sono abituati e le mettono nel conto. È per questo che la Marcegaglia adesso dice: dopo Berlusconi c'è il voto. Una vecchia volpe come Cesare Geronzi, che ha scelto il meeting di Cl a Rimini per dire la sua, è stato ancora più definitivo: «Questo governo ha il dovere di governare. Se poi non ci sarà più una maggioranza ognuno si assumerà le proprie responsabilità». Ecco, gira e rigira si torna sempre a Fini. Non basta fischiettare sulle spiagge di Ansedonia per far dimenticare agli italiani che è stato lui, e solo lui, a frullare questa legislatura. Discorso che sta diventando vecchio. Il peccato mortale di Gianfranco non è far cadere i governi. Non è molto diverso in fondo da un D'Alema o un Bertinotti. Non ha neppure le acrobazione di Bossi, che perlomeno gioca in grande e quando batte i pugni sui tavoli li ribalta. La sua disgrazia è far saltare tutto e nascondere sempre la mano. E il suo vandalismo incappucciato che sta mandando in cancrena quel che resta della politica italiana.
Che fanno, allora, i finiani? Saranno tutti bravi e belli ma qui, su questa terra, c'è ancora molta gente che fatica a capire cosa vogliono davvero dalla vita. Sono anti berlusconiani? I vertici e gli intellettuali ormai sì. Non sono in sintonia con la Lega? Lo hanno scritto. Non condividono l'azione di governo? A parole sembra di sì. Eppure restano lì a bagnomaria. C'è qualcosa che non torna. Qualche giorno fa si parlava dell'appuntamento di Mirabello, festival della memoria, come il cambio di marcia, la grande svolta. Tre giorni prima dell'8 settembre Fini e i finiani avrebbero dovuto annunciare al mondo qualcosa di nuovo. Niente.
Italo Bocchino ha sgonfiato l'evento. «Non è in programma per Mirabello l'annuncio di nessun partito, settembre sarà un mese delicato ed è bene che non ci siano scatti e strappi da parte di nessuno». Non basta. Bocchino sfiora il paradosso: «L'idea di sostituire Fini con Casini va contro la volontà degli elettori». Il gioco è chiaro. I finiani come vampiri vogliono dissanguare questa maggioranza. Qualcuno dice che prima o poi voteranno contro e faranno cadere Berlusconi. No, non sarà così. Un vecchio politologo ricorda che i governi cadono sugli assenti. Neppure alla fine ci metteranno la faccia. Questo governo cadrà accoltellato dai fantasmi.

Vittorio Macioce