All'esame delle Generali i numeri del nuovo budget

Il Sole 24 Ore

Assicurazioni. L’intervento del presidente Cesare Geronzi.

Gli organi collegiali delle Generali si apprestano a valutare «specifiche proposte di riorganizzazione interna e ad esaminare il piano industriale. Il nuovo anno sarà affrontato con un rafforzamento organizzativo e un potenziamento delle strategie». Lo ha detto ieri il presidente del gruppo triestino, Cesare Geronzi, intervenendo a Trieste ad un'iniziativa della diocesi. «Sono due impegni fondamentali, ai quali corrisponderemo con puntualità e organicità», ha aggiunto».
Il rafforzamento organizzativo di cui ha parlato il presidente delle Generali - che intanto ieri hanno violentemente rimbalzato in Borsa (+4,5%, a 14,39 euro) – va messo in relazione alla scelta del country manager della compagnia, da settimane oggetto di un confronto al suo interno. La scelta è indubbiamente delicata. Le attività italiane del Leone riguardano il 30% del suo business e il nuovo manager dovrà conciliare ed armonizzare le strategie delle ben 5 società operative del gruppo triestino nella penisola. Da quel che trapela è ancora in corso lo scrutinio dei possibili candidati (all'interno ed all'esterno della compagnia) e in uno dei prossimi appuntamenti collegiali – o l'esecutivo del 10 dicembre o il cda della settimana successiva – il group Ceo Giovanni Perissinotto, cui spetta il compito di designazione, presenterà la sua proposta. «Il country manager? Lo sceglierà il consiglio di amministrazione. Io darò certamente il mio contributo nella scelta» ha detto ieri Geronzi, che a proposito del nome di Raffaele Agrusti ha aggiunto: «È tanto bravo che può fare qualunque cosa».
L'accenno di Geronzi al piano industriale va invece riferito al budget del gruppo triestino per il prossimo anno. Il piano strategico vero e proprio fu infatti abbandonato dal Leone nel corso della crisi finanziaria, all'indomani del fallimento di Lehman Brother's, e da allora i manager del gruppo hanno spiegato che avrebbero atteso l'assestamento dei mercati prima di redigerne uno nuovo.
Il gruppo Generali - ha ricordato ieri Geronzi - ha superato la crisi grazie alla prudente politica di investimento e alla ripartizione geografica del portafoglio e senza che si dovesse ricorrere a un aumento di capitale, «ma si é avuta esclusivamente una riduzione temporanea del dividendo per il 2009». Ora per il 2010, - ha ribadito - «si accinge a presentare un risultato di esercizio senz'altro soddisfacente».
L'intervento del presidente di Generali si è peraltro soffermato sulle tematiche più generali della crisi finanziaria che - ha rimarcato - «ha insegnato la crucialità di una governance globale da costruire, fino all'ipotesi della realizzazione di una sorta di embrionale banca centrale globale. Sull'avvio di un tale governo non si dovrebbe ulteriormente indugiare». Sul tumultuoso fronte monetario Geronzi ha posto l'accento sulla necessità di «prevenire ogni ipotesi di attacco alla moneta unica», in quanto «sarebbe oggi catastrofico decidere l'uscita dall'euro». È stata «opportuna» - ha chiosato – la decisione della Bce di «non attivare il rientro delle misure non convenzionali di politica monetaria». Passando all'Italia, Geronzi ha auspicato un «federalismo solidale» ed è giunto ad evocare l'immagine gramsciana dello «Stato-guardiano notturno» - inconsueta per un assicuratore ex-banchiere - perché lo stato non abbandoni funzioni fondamentali «non surrogabili», di regolazione e controllo.