Mediobanca triplica l’utile

Il Sole 24 Ore

Il patto conferma il direttivo. I ricavi crescono del 22% a 1,145 milioni – Titolo su del 2,76%. Il ricambio del vertice Generali coinvolgerà anche Mediobanca?

Il patto conferma il direttivo
I ricavi crescono del 22% a 1,145 milioni – Titolo su del 2,76%

Il ricambio del vertice Generali coinvolgerà anche Mediobanca?  L’incognita aleggiava nell’aria ma ieri al consiglio di amministrazione della banca d’affari guidata dall’a.d. Alberto Nagel e dal direttore generale Renato Pagliaro ufficialmente si è parlato solo di conti. Conti al 31 dicembre, che rappresentano i primi sei mesi dell’esercizio, e che sono stati apprezzati dalla Borsa, dove il titolo ha guadagnato il 2,76% a 7,8 euro, confortato anche dalle aspettative di crescita di ricavi e redditività in tutte le aree di business. Già nel semestre la crescita dei ricavi ha sfiorato il 22% a 1,145 milioni, con un utile netto triplicato a 270 milioni. Risultati ottenuti nonostante l’aumento dei costi – saliti del 16% su base annua a 394 milioni – dovuto al potenziamento della rete distributiva domestica e internazionale. Confermata la solidità della banca con un core tier che ha raggiunto l’11% rispetto al 10,3% di fine giugno. A spaccare il semestre in 2 si scopre però che l’ultima parte del 2009 ha evidenziato un rallentamento (l’utile netto passato da 201 a 69 milioni), dovuto tuttavia al venir meno dei ricavi non ricorrenti che avevano caratterizzato il primo trimestre dell’esercizio. Nel periodo luglio-settembre, infatti, Mediobanca aveva potuto beneficiare di ricavi derivanti dalla cessione della quota in Fiat per cento milioni e di utili da trading per 160 milioni, questi ultimi ridimensionati a 47 milioni nel secondo trimestre.

Ma l’andamento dei ricavi è crescente, soprattutto per quanto riguarda l’area corporate investment banking , che segna un progresso del 21% nell’anno e del 12% nell’ultimo trimestre. Il margine d’interesse è in progresso costante, dai 209 milioni del trimestre chiuso al 30 giugno, ai 214 milioni del primo trimestre del nuovo esercizio, ai 228 milioni dell’ultimo. Mentre le commissioni nette si mantengono sostanzialmente stabili su valori elevati: 145 milioni da luglio a settembre, 139 milioni da ottobre a dicembre.

In calo per il terzo trimestre consecutivo le rettifiche su crediti: dai 174 milioni dell’ultimo trimestre del precedente esercizio, a149 e 129 milioni dei primi 2 dell’esercizio in corso. Un trend spiegato dal miglior andamento del corporate, mentre sulla parte consumer retail il contesto generale suggerisce di non abbassare la guardia. In flessione anche le rettifiche di valore sulle partecipazioni che nei tre periodi considerati sono passati da 93 a  74 a 17 milioni. Contributo positivo dalle partecipazioni stabili (106,3 milioni a dicembre 2009 contro 115,1 milioni a dicembre 2008), considerato che l’apporto di Generali ha più che compensato le perdite su Rcs e Telco.

Da segnalare infine che i depositi retail forniscono il 15% della raccolta de gruppo: la raccolta di CheBanca! Nel semestre ha registrato un incremento del 30% a 7,9 miliardi, i ricavi sono aumentati del 50% a 37 milioni, mail periodo, in linea con il budget, è ancora in rosso per 49 milioni (il breakeven è previsto per fine 2011).

Anche nel patto di sindacato è stato passato in rassegna l’andamento del business, ma la riunione è servita inoltre a confermare la composizione del direttivo, presieduto da Cesare Geronzi, che comprende Tarak Ben Ammar, Vincent Bollorè, Ennio Doris, Salvatore Ligresti, Giampiero Pesenti, Alessandro Profumo, Dieter Rampl e Marco Tronchetti Provera. Dal patto si è svincolata inoltre la partecipazione di Fineldo (Merloni), pari allo 0,24% del capitale. Alla riunione era assente Bollorè, mentre Ben Ammar era in collegamento telefonico.
“I conti sono buoni. La banca sta reagendo bene nonostante una situazione macroeconomica difficile”, ha commentato Carlo Pesenti, escludendo che si sia parlato dell’eventuale candidatura alle Generali del presidente di Mediobanca. “Tema non in agenda” aveva precisato da parte sua il presidente di UniCredit, Dieter Rampl. L’incognita sarà sciolta nella prima settimana di aprile , quando Mediobanca riunirà il comitato nomine e depositerà la sua lista per il rinnovo del cda del Leone. Non è ancora chiaro se gli azionisti di minoranza con robuste partecipazioni nella compagnia coinvolgeranno i loro candidati verso la lista di maggioranza oppure se presenteranno liste autonome. Ad ogni modo l’orientamento di alcuni dei maggiori soci del patto (UniCredit e la cordata francese) sembrerebbe quello di non mettere in discussione l’equilibrio di vertice raggiunto con l’arrivo di Geronzi alla presidenza della banca e del sindacato.

+22%
La crescita dei ricavi
Nel semestre la crescita del fatturato di Mediobanca ha sfiorato il 22% raggiungendo la quota 1.145 milioni. Il margine di interesse è cresciuto del 4% nell’anno e del 6% nell’ultimo trimestre. Le commissioni si sono mantenute ai livelli del trimestre precedente e in progresso  del 26% rispetto all’anno precedente. I ricavi da trading hanno raggiunto quota 313 milioni sebbene la corsa abbia subito un rallentamento nell’ultimo trimestre.

270 milioni
Gli utili

Mediobanca ha quasi triplicato i profitti portandoli da 100 a 270 milioni. Gli utili dell’istituto sono cresciuti malgrado l’aumento dei costi (+16% a 349 millioni), impieghi in flessione (-5% rispetto a giugno 2009), un costo del rischio ancora elevato (150 punti base, ma in contrazione rispetto rispetto ai 200 punti base del giugno 2009), e rettifiche di valore sui titoli per circa 90 millioni.

7,9 miliardi
I depositi retail di Mediobanca sono cresciuti nel semestre di 1,6 miliardi a quota 7,9 miliardi (pari al 15% della raccolta di gruppo). Il rapporto impieghi/depositi è a quota 0,63 e la tesoreria a 13,5 miliardi.

11%
Il Core Tier 1

In crescita dal 10,3% a giugno 2009. Il patrimonio netto di gruppo è in crescita del 9% a 6,2 miliardi.