Geronzi: «Utili le obbligazioni salva-credito»

Il Mattino

Unicredit e Intesa stanno già studiando - come utilizzare gli aiuti varati da Palazzo Chigi

Roma, il congresso del Forex non poteva capitare in un momento più delicato, dopo l'ennesima settimana nera dei mercari finanziaria e subito dopo il via libera arrivato da Bruxelles sul nuovo regolamento dei cosiddetti "Tremonti-bond", le obbligazioni salva-credito che il Tesoro si è impegnato a sottoscrivere per ricapitalizzare gli istituti. Uno strumento che anche il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ieri, ha invitato ad utilizzare a patto, ovviamente, che ci siano le condizioni previste dalla legge. Positivo anche il giudizio del presidente di  Mediobanca, Cesare Geronzi: «Sono senz'altro uno strumento utile per il sistema bancario italiano". Sulla stessa lunghezza d'onda Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato direttivo della Bce: "E' il momento di utilizzare i tremonti-bond, perché più si ritarda più crescere lo scetticismo non tanto sui conti delle banche quanto, e soprattutto, sulla loro capacita di fare fronte al rallentamento dell'economia ed evitare effetti di credit crunch".
In questo momento, ha aggiunto il banchiere centrale, «il settore privato non è in grado di contribuire alle riapitalizzazioni quindi i finanziamenti possano venire solo dai settore pubblico". Disco verde agli aiuti del Tesoro anche dal presidente dell'Abi, Corrado Faissola, che giudica "adeguati" i 10 miliardi stanziati dall'esecutivo.
Ma sotto i riflettori del Forex sono stati i vertici delle due banche maggiormente esposte ai colpi della speculazione nell'ultima settimana. E, cioè, Intesa e Unicredit. Alessandro Profumo, amministratore delegato della banca milanese ha ribadito che valuterà i Tremonti-bond (le cui condizioni registrano "un significativo miglioramento" aveva anticipato il giorno prima) e gli aiuti di Stato in Austria per Hanb Austria con l'obiettivo di rafforzare il capitale. In ogni caso, ha precisato, le risorse, raccolte andranno a sostenere le imprese e le famiglie. Giudicato inesistente il rischio-nazionalizzazione ("per le banche italiane non esiste") Profumo ha invece chiesto al governo la deducibilità totale delle perdite su crediti. Per quanto riguardara situazione dell'istituto, Profumo ha lanciato messaggi rassicuranti, canfermando l 'obiettivo di chiudere il 2008 con quattro miliardi di euro di utili. Mentre, per quanto riguarda l'esposizione nei Paesi dell'Est, la situazione "è molto meno drammatica di quanto dica il titolo" reduce in borsa da una settimana disastrosa proprio sui timori legati alla presenza del gruppo nell'area. "I nostri conti sono in ordine" ha detto. Domani si vedrà se la conferma riuscirà ad arginare le vendite sul titolo, franato sotto quota 1 euro. Un valore, ha detto Profumo, ("assolutamentenonra rappresentativo di quello che il nostro gruppo è" anche in vista di "risultati finali" che collocheranno Unicredit tra i migliori in Europa.
Interessato ai Tremonti-bond anche il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazzoli: «Non appena avremo la possibilità di vedere il testo del provvedimento faremo uno studio in tempi rapidissimi. Non voglio anticipare nulla, nel senso che siamo sicuramente interessati a studiare, ma finchè non ho vedo il contenuto non "posso pronunciarmi". Secondo Bazzoli, i Tremonti-Bond sono uno degli strumenti che contribuirà a ricreare la fiducia nel sistema del credito. A meno di ventiquattro ore dal venerdì nero in Borsa dell'istituto, Bazoli ha anche sgombrato il campo dai dubbi e dalle voci che hanno scosso il titolo: "e totalmente infondata la voce di un aumento di capitale".
L'equivoco in Borsa, secondo il banchiere, "si è creata sui 30% richiesto come minimo per un intervento di privati nellasottoscrizione" dei Tremonti-bond". Da un lato si è ritenuto che questo comportasse necessariamente un aumento di capitale da parte dei privati e dall'altra che si parlasse di interventi sulla proprietà. Poi  è stato chiarito che si trattava sempre degli stessi strumenti messi a punto dal governo per rafforzare i coefficienti patrimoniali degli istituti».