E Geronzi lancia l'Opa su Internet

La Stampa

Il presidente Mediobanca si fa un sito Biografia, opere e tante foto di potere

Www.cesaregeronzi.it. Basta un click e da qualche giorno vita, opere nonché una valanga di immagini dell’uomo che siede al vertice di Mediobanca si aprono alle curiosità pubbbliche. Fa notizia un banchiere che sbarca sul web - lo ha annunciato ieri il quotidiano Mf - avventurandosi con tanto di sito personale in territori finora battuti solo da starlettes, cantanti e qualche politico. Ma fa ancora più notizia se si chiama Cesare Geronzi e come più romano dei banchieri guida la più meneghina delle istituzioni finanziarie, dove la riservatezza è culto sì laico ma comunque celebrato senza interruzioni o deroghe. Nemmeno quelle internettiane. Tanto più che a un sommario esame non si trovano paragoni all’iniziativa: chi si voglia levare qualche curiosità su altri banchieri cercherà ad esempio inutilmente un www.giovannibazoli.it o un www.alessadroprofumo.eu, ma dovrà accontentarsi di scarni profili istituzionali nei siti delle rispettive banche. Eppure chi è vicino al presidente spiega che dietro la scelta a sorpresa e irrituale c’è il desiderio di dare un’immagine più vera del banchiere che dallo sbarco a Milano in poi gioca fuori casa e sul quale circolano troppe «leggende metropolitane».Non che nella homepage di Geronzi si trovino curiosità inedite e particolarissime. Ma le sette schermate fitte di immagini che si aprono con il banchiere accanto al Cardinal Tarciso Bertone e poi in udienza da Papa Benedetto XVI per procedere a ritroso fino ai tempi - ventidue anni fa - della Cassa di Risparmio di Roma, passando per una girandola che vede il protagonista accanto a Prodi e Berlusconi, con Ciampi e con Scalfaro, con Fazio e con Draghi, con Veltroni e con Cossiga, con Cuccia e Cofferati, con Bazoli e pure con il ripudiato Matteo Arpe, offrono un ritratto esemplare delle relazioni di potere e del potere delle relazioni, inviando al visitatore un non troppo subliminale messaggio secondo cui governi, presidenti e ministri passano ma Geronzi, sorridente o compunto a seconda dell’occasione, è sempre là.
Potenza delle immagini a parte, anche i testi - c’è pure la versione in inglese, francese, tedesco e spagnolo e sono stati registrati la bellezza di sei siti combinando variamente nome e cognome dell’interessato - mandano un messaggio preciso dalla homepage in cui in modo assai diretto «Geronzi si racconta». C’è l’esperienza in Banca d’Italia che «gli mette addosso un saio», c’è la storia di un banchiere che lamenta come negli Anni ‘80 lui e Rinaldo Ossola vengano «letteralmente cacciati» dal Banco di Napoli «per volere di un mondo politico a quel tempo invadente e aggressivo», e c’è una citazione non benevola di Beniamino Andreatta. Ma si parla anche del processo di aggregazione bancaria che ha portato Capitalia a fondersi con Unicredit e il presidente a insediarsi in Mediobanca, così come del ruolo «marginale» della stessa Capitalia nei casi Cirio e Parmalat che a Geronzi hanno procurato non pochi grattacapi giudiziari.
È il caso più eclatante, quello del sito geronzesco, ma non l’unico, di rapporti sempre più intensi tra il mondo della finanza - che si vuole chiuso per definzione - e l’illusoria trasparenza del web. Lo testimonia, proprio questa settimana, il debutto su YouTube del presidente uscente della Popolare di Milano Roberto Mazzotta e l’immediata replica - sempre via video - dello sfidante Massimo Ponzellini. Ma anche sul social netowork Facebook si vedono spuntare qua e là i nomi celebri di casa nostra o più spesso i loro imitatori. Nei mesi scorsi, ad esempio, si è palesata per qualche tempo l’icona, probabilmente apocrifa, dell’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, per poi sparire dopo aver accettato anche l’amicizia di qualche giornalista finanziario. Oggi sotto quel nome compare solo un adolescente incappucciato che non fa il banchiere. Falso d’autore si annuncia pure il profilo di Alessando Profumo, con tanto di foto del vero amministratore delegato di Unicredit che si stringe il nodo della cravatta e solo 23 amici. Autentico e garantito è invece - e qui dalla finanza si vira verso l’hi-tech - uno sportivo Vittorio Colao, gran capo mondiale di Vodafone che anche a primavera inoltrata si presenta in vertiginosa discesa sulle piste da sci. Timidi tentativi, verrebbe da dire, di fronte all’Opa su Internet lanciata dal vertice di Mediobanca.