De Bortoli al Corsera, Riotta al Sole

Milano Finanza

La partita Rcs adesso si concentra sulla ristrutturazione e sul rinnovo del cda. Pagliaro (Mediobanca) verso la vicepresidenza. Rotelli e Toti si fanno avanti con le liste di minoranza. Belpietro verso il Tg1

E' stato il giorno della svolta. Ieri, in un sol colpo sono stati scolti due nodi fondamentali dell'editoria italiana. Come previsto, i grandi soci di Rcs Mediagroup hanno indicato Ferruccio de Bortoli quale nuovo direttore del Corriere della Sera al posto di Paolo Mieli, che sembra destinato a un ruolo da manager in azienda, magari ai vertici della Libri. Poi, a distanza di poche ore, il consiglio d'amministrazione del Sole 24 ore, il quotidiano diretto per quattro anni da de Bortoli, ha preso atto delle sue dimissioni e provveduto alla nomina del successore Gianni Riotta, attuale direttore del Tg1, poltrona quest'ultima che potrebbe essere affidata a Maurizio Belpietro (attuale direttore di Panorama). Ora resta solo da stabilire la data d'insediamento di de Bortoli e Riotta. Per il nuovo direttore del Sole si parla di martedì 7 aprile: per il suo predecessore, che torna alla guida del Corsera da lui diretto dal 1997 al 2003, di metà mese. Ieri i due giornalisti hanno ottenuto l'apprezzamento dell'intero establishment politico-istituzionale. De Bortoli e Riotta, una volta insediati, potrebbero mettere mano anche ad alcune vicedirezioni.
L'accelerazione data ieri al risiko delle nomine (ci sono ancora in ballo le direzioni delle reti Rai e dei tg mentre oggi verrà nominato il nuovo direttore generale Mauro Masi), in Rcs avrà riflessi immediati sul processo di ristrutturazione che sarà gestito dai confermati PierGaetano Marchetti (presidente con emolumenti per 750 mila euro) e l'amministratore delegato Antonello Perricone (emolumneto per 1 milione come nel 2007). Un'operazione complessa che si concentrerà sul taglio dei costi e che potrebbe portare a prepensionamenti di giornalisti, alla chiusura di testate e alla cessione di asset sia in Italia sia all'estero. Tanto più che ieri il cda, dopo avere espresso "vivo apprezzamento per l'attività svolta da Mieli e per la disponibilità a collaborare con il gruppo", ha ricevuto dal patto di sindacato di Rcs la lista per il rinnovo. Peraltro, nonostante le divergenze della vigilia i membri del patto presenti alla riunione (assenti Diego Della Valle per Dorint e Raffaele Agrusti per le Generali) hanno approvato all'unanimità il mandato a de Bortoli proposto da Cesare Geronzi. Dei 21 consiglieri indicati, cinque sono new entry: il giurista Antonio Segni (indipendente), il vicedirettore centrale di Mediobanca Alberto Rosati, il presidente dell'Unione degli Industriali di Torino Gianfranco Carbonato l'imprenditore e azionista del patto Giuseppe Lucchini e infine il presidente del consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo Enrico Salza, che prenderà il posto nel nuovo cda di Corrado Passera. Tutti confermati gli altri esponenti. Con l'ingresso imminente di Salza e Carbonato si rafforzerà l'asse piemontese che vede già protagonisti il vicepresidente della Fiat (10,3%) John Elkann e l'avvocato Franzo Grande Stevens.
E se Marchetti resterà presidente, il suo vice sarà Renato Pagliaro, direttore generale di Mediobanca considerato un formidabile tecnico dei numeri: segno che a Piazzetta Cuccia stanno a cuore le sorti del gruppo e che sosterrà con competenza il piano di riassetto.
Ma nel giorno dell'assemblea della casa editrice, martedì 28 aprile, a cercare spazio sarà anche Giuseppe Rotelli patron del Gruppo San Donato, accreditato, tra partecipazioni dirette e indirette, dell'11% di Rcs. Al professore di Pavia, che sta sciogliendo le ultime riserve sulla lista di minoranza, potrebbe andare anche la presidenza del collegio sindacale. Pure Pier Luigi Toti (5%) si farà probabilmente avanti con una propria lista. Fuori dai giochi, invece, i Benetton che, essendo già azionisti di Mediobanca e Generali, soci a loro volta presenti nel patto di Rcs, non presenteranno propri candidati, anche per non incorrere nel richiamo della Consob che, in passato, aveva bloccato una lista di minoranza per il rinnovo del cda del Leone di Trieste.